Ninò spalancò gli occhi e lasciò cadere la mascella. Adrien doveva aver preso una botta in testa.
"Tu sei fuori!" Gli disse sbigottito.
Il biondo sbuffò, passò il braccio sinistro a cingere le spalle dell'amico mentre con le dita della mano destra si stringeva il ponte del naso.
"È solo un'ipotesi, non ho detto che sia realmente così."
Sospirò un paio di volte e poi riprese. "Marinette sta male, non mangia e perde peso a vista d'occhio, ormai è uno scheletro. Stessa cosa per Lady bug: magra, emaciata, viso trasfigurato dalla mancanza di sonno. Non può essere una coincidenza."
Ninò scosse la testa incredulo e cercò di far cambiare idea all'ex modello, ma quello era ormai partito per la tangente e camminava nervosamente avanti ed indietro per la sala caldaie.
"Di sicuro Alya sa qualcosa."
"Alya non sa niente, fidati amico, fra noi non ci sono segreti."
Adrien sorrise all'affermazione dell'amico. Era così ingenuo.
"Prova ad indagare, fallo per me."
"Eccerto!" Rispose sbuffando Ninò "Ma tu ti immagini la scena? Io che cerco di interrogare Alya. Quella mi sbrana, mi mastica, mi rigira come un calzino e alla fine, non si sa bene come, riuscirà a strapparmi dalla bocca la tua identità segreta. Tu non hai idea di come sia furba e caparbia, non per nulla era Volpe Rossa!"
In effetti Ninò aveva ragione: era impossibile riuscire ad estorcere informazioni su Marinette dalla sua migliore amica. La reporter aveva dimostrato in più occasioni quanto fosse brava a mantenere i segreti.
"Allora dovremmo inventarci qualcos'altro."Marinette svenne durante l'ora di ginnastica. Il professor D'Agincourt corse verso di lei e le sollevò la testa ponendoci sotto la sua felpa arrotolata. La corvina era bianca cadaverica.
Adrien si fece largo tra i ragazzi che si erano riuniti attorno all'amica e che la guardavano allarmati. Spostò con delicatezza il professore e la prese tra le braccia issandola da terra in perfetto stile cavalleresco.
"La porto in infermeria" affermò ad alta voce dirigendosi verso la stanzetta. Aprì la porta con un lieve calcio ed entrò di schiena, attento a non sbattere la testa penzolante di Marinette. Prima di distenderla sul lettino la strinse forte a se e le depositò un lungo bacio sulla guancia.
Una volta messa comoda, le spostò una ciocca di capelli che le copriva un orecchio ed osservò attentamente i suoi orecchini. Erano sempre gli stessi. Da quando l'aveva conosciuta portava sempre i medesimi orecchini, cosa alquanto singolare per una ragazza che era in grado di crearsi da sola gli accessori.
"Tikki" sussurrò Adrien chinando il capo "So che mi senti e so anche che non puoi rispondermi per via del veto, ma ti prego, dammi un segno."
In risposta ricevette solo il silenzio.
"Forse sto impazzendo. Forse spero che siate la stessa persona perché il mio cuore è così confuso e dilaniato che vorrei aggrapparmi a voi due nel medesimo istante. Vorrei poterti... vorrei potervi salvare."
Il ragazzo raccolse una mano della sua ex e se la portò al viso, le lacrime gli stavano rigando il volto e le guance bruciavano di rabbia e sconforto.
"Non ce la faccio senza di te, Principessa."
Marinette riprese lentamente i sensi, la testa le scoppiava, la vista era offuscata ed una strana sensazione alla quale non sapeva dare un nome si fece strada attraverso il suo petto. Sbattè le palpebre un paio di volte e poi si voltò per guardare la chioma bionda appoggiata sulla sua mano.
"A-Adrien?" Chiese con un fil di voce la ragazza.
Lui sobbalzò, si asciugò gli occhi con un gesto frettoloso e le sorrise mestamente.
"Sono qui, principessa.""Non trovi anche tu che sia una serata noiosa, insettina?" Chiese flemmatico il gatto facendo roteare un capo della cintura. "Niente cattivi, niente rapine, niente parigini distratti alla guida. È tutto troppo calmo."
"Come puoi lamentarti quando va tutto bene? Per una volta che abbiamo un attimo di pace!" Rispose divertita la supereroina guardando di sottecchi Chat Noir.
Parigi sembrava rinchiusa in una bolla: era la giornata internazionale contro l'inquinamento e l'uso delle auto, elettriche e di servizio escluse, era stato vietato in tutto il centro storico.
"Facciamo un gioco!" Esclamò l'eroe balzando in piedi.
Lady Bug non fece in tempo a chiedergli cosa intendesse che già quello si era defilato in un vicolo ed era sparito alla vista.
"Bestiaccia!" Mormorò tra se la coccinella sorridendo.
L'eroe tornò poco dopo con le braccia piene zeppe di hot dog.
Lady Bug scoppiò a ridere nel vedere il suo collega sommerso da una valanga di street food.
"Il gioco è questo: ognuno di noi cercherà di imitare un akumizzato e se la sua recita sarà pietosa o inverosimile dovrà papparsi un hot dog."
La supereroina sbiancò e cominciò a torturarsi le dita. Una sfida con il cibo era l'ultima cosa che sarebbe stata in grado di sostenere al momento. Cosa diavolo passava per la testa del gattaccio?
"E quale premio andrà al vincitore?" Chiese con un fil di voce guardandosi le punte dei piedi.
Il gatto sorrise si avvicinò all'amica, si strusciò sulla spalla di lei e assunse un'espressione smaliziata.
"Chi vince potrà far fare quello che preferisce al perdente."
Lady Bug sobbalzò e cercò di leggere le intenzioni del collega nei suoi occhi, ma quelli erano talmente divertiti e giocosi che non le riuscì di capirci un bel niente. Alla fine acconsentì curiosa di vedere cosa avesse in serbo il micione.
"Preparati, Milady, ti farò rappare davanti a mezza città!""Buuuu!" Urlò Lady Bug agitando i pollici in giù all'imitazione scandalosa che Chat Noir stava facendo di Silencer. "Sei pessimo, vai a lavorare!"
Il gatto si fermò e le lanciò addosso la cartaccia appallotolata del suo quinto hot dog. La pancia gli stava per scoppiare e faticava a muoversi.
"Antipatica, provaci tu se e vediamo se sei così brava. Me ne hai chiesto uno difficile!"
Lei cominciò a ridere e gli ritirò indietro la cartaccia mancandolo clamorosamente.
"Nossignore, era il tuo turno ed hai perso. Io ho dovuto pagare pegno solo due volte, tu ben cinque!"
Si era sforzata al massimo per non dover essere obbligata a mangiare troppi panini consapevole che avrebbe rischiato di vomitare di lì a poco, ma il gioco l'aveva talmente presa che il suo stomaco si era dimenticato di dover rifiutare il cibo.
"Milady" disse il gatto profondandosi in un inchino. "Avete vinto la guerra, mi rimetto alla vostra clemenza."
"Nessuna pietà" rispose la coccinella alzandosi dal suo posto ed avvicinandosi all'amico. "Chiudi gli occhi."
Il supereroe ubbidì e serrò le palpebre. Lei, dopo averlo rimirato per qualche secondo, aprì le mani e cominciò a fargli il solletico sui fianchi.
Il gatto urlò sorpreso, poi scoppiò a ridere cercando di fermarla e chiedendole di smetterla.
"Credevi di fregarmi, eh, Chaton? Volevi farmi cantare di fronte a tutti?" Chiese l'eroina divertita mentre continuava a torturare il povero micetto.
Tra l'eccesso di risate e gli spasmi per il solletico Chat Noir cadde lungo disteso sul terrazzino. Lady Bug gli salì a cavalcioni e non la smise di fargli i dispetti. Esasperato il gatto le bloccò i polsi per riprendere fiato.
"Sei davvero tremenda!" Esclamò tra una risata e l'altra.
Lei, spinta da un'impulso momentaneo, si chinò su di lui e gli depositò un fugace bacio a fior di labbra.
Chat Boir sgranò gli occhi e rimase inebetito dalla mossa di lei la quale si sollevò appena, lo guardò dritto negli occhi e lo baciò nuovamente.
L'eroe non seppe che fare, le farfalle cominciarono a vorticargli nello stomaco e dopo qualche secondo d'indecisione ricambiò il bacio cingendole i fianchi e facendola aderire al suo torace.E dopo un'Adrianette ed una Marichat non poteva che venire una Ladynoir 🤣 Lo ammetto, la storia mi è sfuggita di mano, ma mi sto divertendo davvero un mondo a scriverla. Ringrazio tutti coloro che mi leggono e mi sostengono e ringrazio moltissimo le ragazze del gruppo "miraculous fanfiction" per le risate ed i consigli.
Spero di finire la serie entro la fine di novembre, ma ogni volta che scrivo un capitolo mi si aggiungono pezzi di trama e non so come fare per smettere. Un abbraccio a tutti e a presto
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L'altra faccia della Luna
FanfictionATTENZIONE!!! Questa storia tratta di tematiche delicate che potrebbero turbare i lettori più sensibili. Adrien è confuso: Ladybug è la regina del suo cuore, ma Marinette sta diventando sempre più speciale ed importante per lui. Monarch è più potent...