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San non ricordava come fosse arrivato a scuola, e non ricordava nemmeno perché fosse entrato puntuale. Fatto sta che in quel momento il professore di filosofia stava spiegando e lui era nel suo banco, affiancato da quello che anni addietro chiamava amico. O forse era più che un amico.
San sbuffò. Di lì e nemmeno un mese ci sarebbero state le vacanze di Natale, e ciò significava che per qualche settimana non avrebbe più impostato la sveglia al mattino, non avrebbe dovuto vedere tante facce orrende di prima mattina, e non avrebbe dovuto sopportare la sua astinenza da nicotina. Per avere solo 19 anni era già un fumatore accanito. Se avesse visitato un dottore, probabilmente questo si sarebbe spaventato.
San aveva già notato le continue occhiatine da parte del vicino di banco, ma ci tenne ad ignorarle.
Quando suonò la campanella dell'intervallo, tutti uscirono dalla classe, tranne due alunni. I due vicini di banco.
Il moro si voltò verso il biondo.
Rimasero in silenzio. Ciò accadeva spesso anche all'epoca. A loro non era mai servito parlare per intendersi. Era come se le loro menti fossero collegate tra loro, e a quanto pareva anche dopo cinque anni di distanza lo erano ancora.
«Andiamo a fare un giro.»
Disse semplicemente il più alto, levandosi in piedi.
L'altro lo seguì. Camminarono fianco a fianco: San con le mani nelle tasche dei cargo e Wooyoung in quelle della felpa rossa che indossava.
«Dove andiamo?»
Chiese il moro, incuriosito.
I due si fermarono davanti un'altra classe. San aprì la porta, e tutti gli occhi si puntarono su di lui.
«Nel passato.»
Wooyoung non comprese le parole del ragazzo tanto complicato al suo fianco finché non incontrò un altro  sguardo che non incrociava da tempo.

I tre ragazzi erano seduti su una panchina appena fuori la struttura. Tutti e tre avevano addosso il proprio giubbino. San fumava la sua sigaretta, mentre Wooyoung e Yeosang chiacchieravano allegramente come un tempo facevano. Il biondo tirò l'ultimo respiro dalla stecca bianca per poi lasciarla cadere sul cemento e pestarla con la suola spessa ma visibilmente usurata dei suoi Dr.Martins. Avrebbe dovuto comprarne un paio nuovo.
«Io torno dentro.»
Disse semplicemente, alzandosi in piedi.
«No, dai. Resta ancora un po'.»
Wooyoung lo aveva preso per la manica del giubbotto, ma si rese conto troppo tardi del suo riflesso.
«Ho freddo.»
Disse il biondo, per poi liberarsi bruscamente dalla presa del moro. Scomparve quindi all'interno della scuola senza dire altro.
«È più freddo di quanto me lo ricordassi.»
Sussurrò Wooyoung.
Yeosang non seppe come rispondere. Non sapeva se quelle parole fossero riferite al clima gelido di fine novembre o alla figura oscura che se ne era appena andata.

𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora