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Wooyoung e San si diressero sul retro della villa in cui vivevano letteralmente gratis. C'era un grande giardino, che in quel momento era un'unica distesa di neve candida. San aveva addosso i suoi Dr. Martins, una felpa pesante, il suo solito giubbotto di pelle e teneva una sigaretta accesa all'angolo della bocca. Teneva le mani nella tasche, mentre guardava attentamente il coetaneo da sotto il portichetto della porta sul retro.
Wooyoung teneva le braccia aperte, mentre lasciava che i fiocchi di neve gli si posassero sul viso, così che si sciogliessero al contatto con il calore della sua pelle. Sembrava spensierato. Sembrava un bambino. San non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Il suo vecchio amore. Il suo fantasma del passato. Il suo scheletro nell'armadio. Il suo segreto. I suoi genitori non avevano mai saputo di lui e Wooyoung.
Il moro si fermò a guardare il biondo. Sembrava un uomo vecchio e stanco. Non dissero nulla. Semplicemente si guardarono. Wooyoung ancora sorrideva. San cercò di fare la stessa cosa, ma non seppe se aveva fallito in ciò. C'era silenzio. Wooyoung si avvicinò al coetaneo, sentendo le sue scarpe sprofondare un poco nella neve già alta. Quei momenti di silenzio erano tante cose. Erano tentazione, persuasione, tensione e imbarazzo. Erano tutto e niente. Erano momenti speciali. I due si trovarono a pochi passi di distanza l'uno dall'altro. Wooyoung allungò una mano al biondo. Questo lo guardò con aria interrogativa.
«Vieni, su.»
Il moro sorrise ancora più apertamente. San lo prese per mano, anche se con esitazione. Le loro mani si ritrovarono dopo tanti anni. Una mano calda e una gelida. Il biondo sentì qualcosa. Sentì qualcosa smuoversi nel suo cuore arido. Prese una lunga boccata dalla sigaretta quasi finita. Cercò di scacciare il ricordo di quella sensazione, di quel movimento nel suo cuore. Voleva già dimenticarlo. Guardò negli occhi il moro. Era ancora lo stesso ragazzino di 14 anni che conosceva.
«Chiudi gli occhi e alza lo sguardo al cielo.»
Sussurrò Wooyoung. Per qualche ragione San obbedì senza fare domande. Il moro aspettò qualche secondo.
«Lo senti?»
«Cosa dovrei sentire di preciso?»
«Il freddo? Il contrasto tra la tua pelle calda e la neve fredda?»
«Sì. Lo sento.»
«Come ti fa sentire?»
«Non lo so. A te come fa sentire?»
«A me fa sentire vivo.»
San riaprì gli occhi e voltò lo sguardo verso il ragazzo al suo fianco. Si tenevano ancora per mano.
«E cosa si prova a sentirsi vivi?»
«Semplicemente si sente il proprio cuore battere, e si ha la sensazione che tutto sia okay.»
«Allora credo di sentirmi morto.»

Mi ero completamente dimenticato di pubblicare lol. Oggi sono andato a togliere i punti dell'operazione e sembra essere andato tutto bene. Voi come state?

𝐂𝐢𝐠𝐚𝐫𝐞𝐭𝐭𝐞𝐬 𝐚𝐧𝐝 𝐥𝐨𝐯𝐞 •𝐖𝐨𝐨𝐒𝐚𝐧•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora