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alcuni anni dopo breaking dawn pt.2

POV Esme
Sentii l'odore forte di sangue umano prima di udire delle grida ecchegiare tra gli alberi.

Un bambino stava piangendo.

Il primo pensiero che mi venne in mente era quello di una madre che stava facendo una passeggiata con suo figlio, ma ci ripensai constatando che quella parte di bosco era troppo buia per i gusti umani. Se non avessi avuto i poteri da vampiri, mi ci sarei persa anche io.

Le grida diventarono sempre più forti.

Sapevo che dovevamo rientrare presto dalla caccia, inoltre io e Carlisle ci eravamo allontanati troppo da casa, ma il pianto aveva un'attrazione magnetica sul mio corpo. Senza accorgermene, mi ritrovai a camminare in direzione di quel pianto straziante. Arrivai davanti a un fiume che divideva il nostro territorio da quello dei Quileute. Scrutando lo specchio d'acqua, capii che non era sulla riva del fiumiciattolo, ma in un albero cavo poco più indietro.

All'interno trovai una neonata vestita con una leggera tutina gialla dentro una cesta. Il nasino era completamente rosso, dovuto al freddo di novembre. I suoi occhi erano una esplosione di colori tendenti al blu e a tutte le sue sfumature. Controllai nuovamente se ci fosse qualcuno nelle vicinanze, ma non c'era anima viva.

La afferrai insicura, non sapendo cosa fare. La sua temperatura era molto bassa, ma non sapevo se fosse effettivamente la sua pelle ad essere ghiacciata o la mia.

Il suo pianto si placò quando arrivai da lei, ma si riaccese nella mia presa. Inesperta iniziai ad ondeggiare cercando di cullarla. Dopo qualche ancata, tacque facendomi osservare nuovamente i suoi occhioni, che aveva tenuto chiusi durante gli urli. Il blu era contornato dal rosso dovuto al pianto.

Tutto quello era nuovo per me. Fatta eccezione per Renesme, che era stata una bambina facile considerando il fatto che era un ibrido, non avevo nessuna esperienza nel campo dei bambini. Perché stava piangendo? Aveva freddo? Aveva fame? Voleva essere cambiata? Era stanca? Mi posi queste domande in piccolo attacco di panico.

Provai una beata soddisfazione a vedere mio marito emergere dagli alti alberi. Il suo viso era arricciato in un curioso cipiglio, mentre si avvicinava verso di me, però senza distogliere mai lo sguardo dalla neonata tra le mie braccia. La consegnai felice a lui, mentre la guardavo sorridere nel momento in cui il biondo le avvolse intorno il suo capotto.

"Dove l'hai-"

"È stata abbandonata." dissi prima che potesse finire la sua domanda.
"Non c'è nessuno nelle vicinanze. Nessuna coperta, nessuna targhetta con il nome, niente di niente." Aggiunsi guardando i due.

Gli occhi di Carlisle, come i miei precedentemente, scrutarono l'orizzonte in cerca di un genitore, ma come prima, nessuna traccia umana.

"Beh, non possiamo lasciarla qui. Deve essere nutrita e cambiata, sembra che abbia molto freddo." Constatò alla fine. Aveva ragione. Per i pochi mesi che aveva,
sembrava sottopeso.

Sentii un piccolo barlume di speranza. "Significa che possiamo tenerla?" La voce leggermente incrinata.

"Non ne sono sicuro. Jasper sicuramente non accetterà, sta lottando ancora contro la sua sete di sangue umano."

Presi delicatamente la neonata dalle sue braccia, assicurandomi che fosse ancora avvolta nella spessa giacca calda. "Allora faremo meglio a rientrare. Sta facendo sempre più buio."

Camminammo a passo umano, spaventati che la velocità da vampiri le facesse paura o che le facesse venire il raffreddore. Arrivammo con un'ora di ritardo rispetto a quello che avevamo programmato. Solo Alice ci stava aspettando in veranda, con gli occhi dorati spalancati.

a piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora