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Rosalie POV
Essere preoccupati era chiaramente un eufemismo.

Stavo impazzendo!!!

C'era qualcosa contro la nostra fortuna? Perché le nuove minacce tornavano sempre indietro quando ci si prendeva cura di quelle vecchie? Sembrava quasi che qualcosa ce l'avesse con il nostro Clan.

Maledetti Volturi!

I miei pensieri erano un pasticcio. Per lo più su una cosa: come poteva Isabel, una piccola dolcissima umana essere destinata a stare con un mostro a sangue freddo come Demetri? Perché no Felix per esempio? Sarei riuscita anche ad accettare Alec se ce ne fosse stato bisogno. Ma non Demetri.

Guardai Isabel dormire nelle mie braccia, cosa che mi fece rilassare per un momento. Mi accorsi che Carlisle si era chiuso nel suo ufficio per parlare con i Volturi. Al momento, stavano cercando un qualche modo per far entrare nella vita di Isabel Demetri. Se avessimo fatto come volevo io, saremmo scappate io, lei e Emmett e la avremmo cresciuta da soli.

Maledetti Volturi!

I miei pensieri di crescerla da sola mi spaventarono ma mi fecero anche pensare. Così, per non pensarci, ascoltai un pezzo della discussione in corso.

"Sappiamo entrambi che non possiamo tenere lontano Demetri da Isabel ora che l'ha trovata. Guarda cosa è capitato a Edward e Isabella! Tuo figlio era così disperato dal pensiero di non poter mai più vedere la sua amata che è venuto da noi per porre fine alla sua vita. Cosa pensi che farà questo a Demetri e alla bambina, Carlisle!?"

"Sei troppo avventato Aro. Isabel è troppo piccola per capire o anche solo per sapere che è destinata a stare con il tuo segugio. E questo cosa farà a Demetri? Non può ancora trattarla come la sua cantante di sangue. Aspetta che compia diciott'anni e che si diplomi per farli incontrare."

Sapevo che Carlisle stava cercando di prendere tempo. Neanche a lui piaceva l'idea che la nostra piccola Isabel fosse destinata a un mostro che dimostrava almeno venti anni più di lei. Era semplicemente sbagliato in così tanti modi...

Maledetti Volturi!

"Deciditi Carlisle. Puoi pure pensare ad un altro piano, ma se non lo farai in tempo, saremo obbligati a prenderla con la forza. E tu lo sai che ne saremmo in grado." Lo richiamò Aro sempre meno tranquillo. Stava perdendo la pazienza.

Non potevano minacciarci in quel modo. Stavo per entrare nello studio, ma una nuova voce mi fermò.

"Non c'è bisogno di minacciarci Aro." Esme intervenne nel discorso. "Questo non ti porterà da nessuna parte. Abbiamo alcune proprietà in Inghilterra, tra cui un antico maniero molto grande fuori Londra. Dacci un mese per il tempo del trasloco e andremo a viverci. Così Isabel sarà più vicina a Demetri e saremo tutti accontentati."

A pensarci bene non era una brutta idea, mi mancava andare nelle campagne della Gran Bretagna, ma l'idea non mi convinceva a pieno.

Dopo aver riflettuto sulla trattativa, le rispose.
"Ottimo ragionamento cara Esme. Splendida come al solito. Ci vediamo tra un mese Carlisle. Non deluderci." Mi avvicinai alla finestra per vedere le sette tuniche rosse camminare per la nostra foresta. Demetri fu l'unico che prima di correre via si fermò per alcuni secondi a guardare la casa. Non appena fummo tutti sicuri che se furono andati, ci radunammo tutti nel salone, aspettando una conferma.

"Allora, ci trasferiamo in Inghilterra?" Renesme fu la prima a parlare.

"Sì. Non mi è venuto altro in mente. O questo o avrebbero preso Isa." Ci disse Esme che però rimase con un leggero sorriso sulle labbra.

"E dov'è questo palazzo? Nessuno mi aveva mai parlato dell'esistenza di questo maniero." Bella sembrava turbata. Conosceva la nostra famiglia da molti anni e nessuno gliene aveva mai parlato.

a piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora