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La gente avrebbe potuto pensare che sarebbe diventato noioso stare da soli su un'isola deserta dopo solo pochi giorni. Cosa c'era da fare? Niente parchi acquatici, niente resort, niente ristoranti, niente negozi. Solo alberi, alberi e ancora alberi. Ma io pensavo l'esatto opposto. C'era più che da fare sull'isola, fare escursioni nella foresta e provare ogni volta percorsi diversi, tuffarsi dalla cima della cascata della laguna, picnic nella grotta e cosa c'era di meglio di un trattamento termale dal mio solo e unico maritino?!

Demetri chiarí subito che la noia non era una opzione su quell'isola e mi intrattenne ogni singolo secondo della giornata. Quando ero troppo stanca per fare qualsiasi cosa, mi portava qualcosa da mangiare e mi faceva un massaggio alla schiena. Purtroppo non ero l'unica a divertirmi. Ebbe il piacere di vedermi lottare per arrampicarmi su rocce e alberi ripidi e mi prese in giro più di una volta mentre cadevo con molta grazia sul sedere. Quando ci immergevamo ad osservare la vita marina, io dovevo risalire dopo una manciata di secondi per riprendere aria, mentre lui poteva restare sotto ore e ore e scendere più in profondità a vedere le cose più interessanti. Non era mai stanco, mai affamato, mai esausto, e mi sentivo come se mi stessi perdendo gran parte del divertimento della luna di miele.

Tuttavia, Demetri non mi lasciò mai sola, tranne quando aveva bisogno di nutrirsi. Di solito lo faceva mente mi facevo la doccia. Il nonno gli fornì abbastanza sacche di sangue umano che prese dalla banca del sangue dell'ospedale in cui lavorava, quindi non era necessario che Demetri dovesse nutrirsi con il sangue degli animali dell'isola.

Era quasi ora del tramonto quando tornammo in casa dopo un'altra intensa giornata di tuffi, escursioni e romantiche passeggiate sulla spiaggia. Buttai lo zaino a terra e saltai sulla schiena di Demetri da dietro.

"Sembra che qualcuno abbia ancora un sacco di energie." Ridacchiò facendomi girare a velocità quasi da vampiro.

Mi aggrappai alle sue spalle e non lo lasciai andare quando mi gettò sul letto e lo tirai giù con me. Le sue braccia di posarono su entrambi i lati della mia testa per sostenere il suo peso mentre ci guardavamo. Lo tirai leggermente giù e lo baciai lentamente, assaporando il sapore dell'acqua salata sulle sue labbra. Demetri abbassò il suo corpo e il suo petto nudo sul mio e approfondí il bacio, mentre le sue mani guidarono le mie gambe in torno alla sua vita.

"Mhhh." Lo spinsi via e scivolai sotto di lui. "Il dovere prima del piacere."

Si accigliò adorabilmente. "Di che cosa parli, principessa?"

"Voglio dire che siamo entrambi appiccicosi per la salsedine e non ho intenzione di fare il bucato se roviniamo le lenzuola."

Lo trascinai con me in bagno. Senza preavviso o senza aver testato l'acqua, lo spinsi dentro e mi unii a lui, con ancora addosso costume e tutto il resto. L'acqua era tiepida, ma in quel momento non sembrava aver importanza. Le sue dita mi pettinarono le ciocche bagnate di capelli via dal viso e immediatamente mi attaccò con un bacio appassionato. Feci scorrere le mani sul suo petto e sulla sua pancia, facendogli emettere un ringhio quando giocai con il filo dei suoi pantaloncini. All'improvviso, fui sollevata e le mie gambe si attorcigliarono intorno al suo busto.
Lasciò la mia bocca solo per piantare baci abili e dolci sul mio collo, senza trascurare un solo punto. Le mie dita si aggrovigliarono nei suoi capelli mentre riavvicinai le nostre labbra e gli diedi pieno accesso alla mia bocca. Era troppo tardi per rendermi conto che la mia schiena fu spinta contro la porta della doccia. Questa si aprì e Demetri mi afferrò giusto in tempo impedendomi di cadere. Mi portò al lavandino e mi strinse ancora di più le gambe intorno a sé. La gola mi iniziò a bruciare facendomi male, così mi allontanai solo per prendere qualche boccata d'aria.

"Demetri..."

"Sì, principessa?"

"Dimmi che mi vuoi."

"Isabel..." Ringhiò mentre i suoi occhi diventarono nero pece. "Ti voglio dal giorno in cui ti ho insegnato a baciare."

Non c'era modo di spiegare cosa mi avessero suscitato quelle parole. Mi lanciai su Demetri e inciampammo fino alla camera da letto. Le sue dita affondarono nelle mie cosce mentre le sue labbra si muovevano rudamente sulle mie. Quando sentii la mia schiena entrare in contatto con il letto e lo vidi abbassarsi su di me, capii che volevamo entrambi la stessa cosa. Il lato dominante di Demetri prese il sopravvento mentre le sue labbra facevano la loro magia sul mio stomaco, tra i miei seni e sulla mia clavicola. Le sue dita sciolsero abilmente i fiocchi del pezzo sopra del bikini e quel pezzettino fu scaraventato da qualche parte della stanza.

"Spero di non farti del male..." Mormorò.

Deglutii e gli accarezzai dolcemente le sue guance. "Non lo farai. So che non la farai. Solo, per favore, baciami ancora."

Obbedì senza pensarci due volte.

I suoi bellissimi occhi incontrarono i miei per una frazione di secondo in uno sguardo intenso. "Ti amo, Isabel."

"Ti amo, Demetri."

Mi rannicchiai contro il petto del biondo mentre ascoltavamo le onde che si infrangevano appena fuori casa. Il mio cuore batteva ancora rapidamente e le mie gambe erano intorpidite, ma mi sentivo meglio di quanto mi fossi mai sentita in vita mia. Piccole piume erano sparse dappertutto, segni di artigli erano sulle lenzuola e sulle parti del materasso scoperto e il letto aveva iniziato a scricchiolare quando uno dei due si muoveva, cosa che prima non faceva... vabbè. Demetri era grato di aver distrutto solo il letto e di non avermi fatto del male, ma non lo avevo mai visto così felice in vent'anni in cui lo conoscevo. Beh, a eccezione del giorno del nostro matrimonio.

Il mio occhio intravide la parte superiore del mio bikini sulla ringhiera del piccolo balconcino della camera. Ecco dove era finito...

Un'altra onda si abbatté sulla spiaggia. Era il momento giusto per chiedergli di un impotetico bambino? Sembrava felice e rilassato.

"Demetri?" Domandai trovando il coraggio di parlare.

"Cosa, principessa?"

"Posso chiederti una cosa? Qualcosa di molto serio?" Lui annuì e mi guardò fisso negli occhi. "Okay, uh, hai pensato a cosa succederà dopo la nostra luna di miele?"

"Un po', sì." Sorrise. "Compreremo due case, una in Inghilterra, vicino alla tua famiglia, e una in Italia, vicino al castello dei Volturi. Possiamo stare dove vogliamo per quanto tempo vogliamo. Finirai gli studi e diventerai un medico come Carlisle. Non bisogna dimenticare che anche tu diventerai un vampiro. Andremo a caccia insieme, faremo corse notturne attraverso l'Europa e forse un giorno scaleremo l'Everest. Farei qualsiasi cosa con te."

Feci un respiro profondo. "I bambini forse si adattano alla tua vita futura con me?"

Il suo viso da spensierato si fece serio e potevo vedere che stava cercando le parole giuste. "Io... Io... so cosa è successo a tua madre, Isa. E tutto quello che so è che non voglio vederti finire così. Mi piacerebbe avere figli, immagino, poi ho avuto una lunga esperienza con una certa ragazza che mi ha rubato il cuore, ma non voglio rischiare di perderla." Mi alzò il viso e mi lasciò un dolce bacio sulla fronte. "Non c'è niente che desidero di più che avere un figlio con te. È solo che è troppo pericoloso e la tua famiglia è stata fortuna una volta, meglio non sfidare la sorte. Possiamo sempre adottare quanti bambini vuoi una volta che sarai stata trasformata e avrai terminato la fase neonatale."

Anche se ero delusa, sapevo che aveva ragione. Non volevo che facesse la fine di Marcus se mi fosse successo qualcosa. Quindi non dissi niente, escludendo dalla lista di avere un figlio con Demetri. C'era ancora l'idea dell'adozione. Ero stata adottata e il pensiero di dare casa a un bambino abbandonato mi piaceva. Ci avrei pensato, avevamo ancora così tanto tempo.

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