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POV terza persona
Luminosi e mattinieri, arrivarono i "benvoluti" ospiti dei Cullen. Alice preparò con riluttanza le loro camere, una per ogni membro dei Volturi. Non si presero nemmeno la briga di bussare, sapendo che la famiglia era in grado di sentire il loro arrivare.

Carlisle aprì la porta e salutò un Marcus privo di emozioni, un Felix eccitato e un Demetri annoiato.
"Signori, entrate pure."

I tre vampiri entrarono con un passo lento, ma accompagnati da un leggero fischio uscito dalla guardia più grossa, che ammirò la bellezza della magione. Esme aveva quel tocco di raffinatezza quando si parlava di arredamento.

"Fate come se foste a casa vostra" Carlisle sorrise per cortesia, portandoli al salotto del secondo piano.

"Lo faremo sicuramente." Disse Felix girando su se stesso per vedere meglio l'intero salone, con apparecchi moderni in giro. "Lo farò sicuramente." Si corresse alla fine.

"Posso chiedere di vedere la mia stanza, Carlisle?" Chiese a bassa voce Marcus, con la sua aria stanca sempre presente.

"Certamente, Alice le farà fare un giro del maniero e del giardino, dato che sarà casa vostra per un bel po' di tempo." Addolorò il biondo pronunciare l'ultima frase, tanto quanto la sua famiglia sentirla dire.

Immagina di ricevere la notizia che sarai obbligato da un giorno all'altro, di vivere con il tuo peggior nemico, la tua nemesi, il diavolo stesso.

Alice mostrò all'antico la sua camera che si trovava all'ala nord, e considerando che era il più anziano nella casa, pensò che si sarebbe meritato una suite. Felix ebbe la sua stanza nell'ala ovest vicino a Jasper e Alice, e Demetri nell'ala est, accanto a Edward e Bella, le camerette di Isabel, e in più quelle di Renesme e Jacob. Fu un idea di Ed metterli lontani fra di loro, così che non potessero organizzare qualche piano malefico.

Dopo aver visitato il suo alloggio, l'odore di sangue umano investí le narici di Demetri. Senza volere, le gambe lo portarono alla fonte della attrazione per la sua sete.

L'asilo di Isabel.

Aprì la porta ed entrò nella stanza della nanna, che aveva a sua volta la porta finestra per il suo balconcino privato. Demetri si avvicinò lentamente alla culla in fondo alla stanza, costringendosi ad ignorare l'odore del sangue caldo, ricco e trasudante che avrebbe riconosciuto pure in mezzo a un milione di persone. Un profumo indimenticabile, unico, avvincente, appetitoso...

Osservò anche la giostrina sopra la testa della piccola umana, raffigurava tanti animali della savana dondolare in cerchio. Il pupazzo a forma di pipistrello era stretto nelle sue mani. Sentì le zanne crescergli mentre guardò all'interno della culla, trovando Isabel rannicchiata nelle coperte leggere adatte al clima di maggio. Le punte aguzze li fuoriuscirono dal labbro superiore, minacciando di uccidere la piccola umana sotto di lui, se non avesse bevuto al più presto. Si avvicinò e inalò il suo odore. Il setto nasale gli andò in fiamme, facendogli perdere il poco controllo che ancora aveva. Un ringhio basso e gutturale gli uscì dalla bocca mentre si lanciò in avanti... a un centimetro dal piccolo collo della sua cantante di sangue, fu spintonato via da Emmett, che gli schiacciò la testa sul parquet, facendogli scricchiolare la nuca e gli zigomi.

"Due minuti. Ti lasciamo in pace per due minuti e provi già a succhiare ogni preziosa goccia di sangue di Isabel!" Urlò sempre più arrabbiato.
"Cosa diavolo c'è che non va in te!?! È una bambina!"

"Lasciami andare, ragazzo orso, o le cose andranno male." L'inseguitore lo minacciò sotto il corpo potente del moro. "Oppure no. Anche senza il mio contributo, la tua faccia non potrà mai migliorare." Scherzò divertito anche se in quella posizione scomoda. Era appena stato beccato a cercare di uccidere la sua compagna di vita.

a piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora