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Isabel POV

Secondo anno

Era il giorno del mio compleanno e sapevo che zia Alice stava architettando qualcosa. Essendo la curiosità la mia seconda natura, due giorni prima, mi ritrovai davanti a delle decorazioni per feste in uno sportello della cucina. Erano per lo più verde chiaro e lilla, i miei colori preferiti.

Non ebbi il tempo per pensarci, poiché Demetri mi aveva svegliata presto per il mio ultimo test di guida. Zio Emmett mi aveva insegnato a guidare la prima volta e a fine lezione aveva giurato sulla sua anima che sarebbe stata anche l'ultima volta. Ebbe anche il coraggio di dire che guidavo peggio di una vecchietta cieca che non arrivava al volante. Lo colpii ovviamente con un cono stradale.

Quindi la volta dopo mi allenai con Demetri, che rimase spaventato quanto il moro. Comunque fu molto più utile di zio Emmett, che invece mi aveva urlato contro preso dalla paura e mi mandava fuori strada.

Finalmente arrivò il momento di gloria... mi fu consegnata la patente! In quel momento non mi importava più degli stop, delle precedenze, delle regole per i parcheggi o tutto quello che avevo imparato.

"Sì!" Esclamai abbracciando l'istruttore scandalizzato. "Grazie Signor. Lehnsherr! Guarda Demetri, ho la patente, ho la patente!" Inciampai leggermente mentre lo abbracciai stringendolo a me, prima di continuare i miei balletti di vittoria con il cartoncino in mano.

"È sempre così?" Chiese l'istruttore stirandosi la giacca che avevo sgualcito.

"Sì." Gli rispose il biondo e non riuscii a riconoscere lo sguardo dolce nei suoi occhi quando mi guardò. "Lo è."

Mi scrollai di dosso il pensiero per la troppa eccitazione. Avevo la mia fottuta patente. Da quel momento avrei potuto iniziare a fare gli occhi dolci a papà per ricevere la mia macchina. Qualcosa di piccolo per cominciare, come una 500, una Mini Cooper, o forse una di quelle smart elettriche? A proposito, era il mio compleanno e nessuno mi aveva ancora fatto gli auguri. Essendo sabato i miei amici non avevano avuto modo di vedermi scuola e io non avevo avuto modo di informali di che giorno fosse. Ma dai miei familiari mi aspettavo almeno un augurio. Era vero che mi ero svegliata presto per l'esame di guida, però speravo che non se ne fossero dimenticati. E cosa più dolorosa era che Demetri, che ogni volta veniva da me a mezzanotte per gli auguri, sembrava essersene dimenticato. Non volevo informare io di persona nessuno, desideravo che se lo ricordassero da soli.

"Dobbiamo festeggiare." Demetri sorrise e mi gettò un braccio sulle spalle. "Dove vuoi andare?"

Mi morsi il labbro fingendomi occupata a pensare a una risposta.
"Ho fame. Penso a un pezzo di pizza e un frullato proteico al mango."

"Cosa stiamo aspettando?" Disse passandomi le chiavi della sua auto.

Lo fissai incredula. "Mi lascerai davvero guidare? Ti ricordo che tu hai una Ferrari e io ho preso due secondi fa la patente."

"Allora farai meglio a non graffiarla, principessa." Sorrise e salì al posto del passeggero.

Arrivammo al bowling dove mi ordinai una fetta di pizza e il mio frullato. Era sempre strano mangiare con un vampiro che mi fissava. Di solito era papà. Mamma mi aveva detto che era stato così anche con lei, lo faceva solo per scherzare ma lo trovavo comunque inquietante, anche se era brutto dire che il proprio padre era inquietante.
Demetri non era il tipo di vampiro come papà che non ti scollava più gli occhi di dosso durante tutto il pasto. Era disinvolto mentre mangiavo e si guardava sempre in torno, tranne ogni tanto per assicurarsi che non mi stessi strozzando e avessi mangiato tutto.

Quando finii tutto, buttai le cartacce e poi ci dirigemmo alla pista da bowling.

"Il primo ballo è tuo, principessa." Mi porse una palla color blu scuro e fece un passo indietro, garantendomi lo spazio per tirare.

a piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora