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DESTINAZIONE 2- ITALIA

La coltura italiana era sorprendente.
Finalmente potei vedere dove erano stati creati i miei piatti preferiti. Nessuno di noi aveva idea di dove andare come prima tappa, così seguimmo Mikey, l'unico con una meta, che ci portò dritto alla torre di Pisa.
Scattammo alcune fotografie divertenti, le solite foto del tentativo di tenere alta la torre o spingerla dritta, prima che Mikey diventasse strano e così pensammo fosse meglio lasciarlo da solo. Gli ci volle più di un'ora per trovarci alla fine, e si poteva dire benissimo che non era di buon umore.

Dopodiché, andammo alla fontana dell'amore. Tutti gettarono la moneta, tranne me. Avevo Demetri ed era più che sufficiente. Cory sembrò più fuori di testa del solito prima di lanciare la sua monetina.

"Stai bene?" Gli domandai quando gli altri andarono a comprarci il pranzo.

"Sì..." Sospirò. "No. Guarda, mi piace molto Jamie. Non posso continuare così. Ho provato a darle spazio, le ho invitato bigliettini come ammiratore segreto, le ho scritto delle canzoni. Cos'altro mi resta da fare?"

"Oh Cory." Gli diedi una stretta alla mano.
"Credo di avere un'idea. La nostra prossima destinazione è Parigi. La città dell'amoreeeee. Baciala e basta. Portala in un posto che sai che le piacerà e sbaciucchiatevi. Avrai tutto a tuo favore; Parigi, il romanticismo, l'atmosfera... Fallo e basta."

Annuì. "Ci penserò."

Gli altri tre ci raggiunsero con tante prelibatezze toscane che ci godemmo davanti alla fontana.

A mezzogiorno sgattaiolai via e feci un viaggio in solitaria a Volterra. Dovevo salutare il resto della mia famiglia, giusto? Il castello dei Volturi era ancora più bello nella realtà più che nelle storie che mi raccontò Demetri. I giardini erano deserti dato il tempo limpido di quel giorno. Bussai alle enormi porte d'ingresso e aspettai pazientemente. Si aprì pochi secondi dopo, rivelando un uomo
alto e muscoloso.

"Umano." Sogghignò.

Presi rapidamente dalla tasca lo stemma che mi aveva dato il biondo e liela porsi. "Sono Isabel Cullen, la compagna di Demetri. Sono qui per vedere i maestri."

Non lo conoscevo di faccia, ma colsi l'occasione e provai ad indovinare il suo nome.

"Santiago?"

"Come conosci il mio nome?"

"Demetri mi ha parlato della guardia e vi ha descritti tutti." Spiegai. "Ho tirato a indovinare."

"Mi segua, signorina Cullen."
Riuscì a fare un piccolo sorriso e sembrò molto più simpatico ed educato rispetto a pochi secondi prima.

I corridoi del castello erano interminabili con almeno dieci porte per lato. Dipinti antichi e ritratti coprivano le pareti di pietra illuminate con delle torce.
Notai qua e là delle finestre che però ci avrei scommesso cento dollari che non le avevano mai aperte per le comuni giornate soleggiate. Alla fine entrammo in una grande sala con deposti al centro tre troni. Indovinate chi c'erano seduti sopra?

"Isabel!" Esclamò Aro e balzò in piedi dal suo posto a sedere, seguito da Caius e Marcus.

"Aro, Marcus, Caius!" Li salutai uno a uno con dei forti abbracci.

"Cosa ci fai qui, straniera?" Sentii la voce di Jane dietro di me. "Spero tu sia venuta qui a salutarmi e non per una stupida vacanza."

Mi voltai di scatto e corsi nella sua direzione, tuffandomi nelle sue braccia. "Jane! Mi sei mancata così tanto! Non puoi capire quanto..." Quasi piansi. Stavo visitando la mia seconda famiglia, mancavano solo Felix e Alec e sarei crollata come una bambina.

a piccoli passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora