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Cercai qualche modo per distrarmi e mi ritrovai a giocare a Call Of Duty con zio Emmett. Quella sera sarei uscita con Caiden ed ero nervosa da morire, così nervosa da sobbalzare ad ogni colpo di pistola del gioco. Anche se nel mio stato di paranoia, riuscii a colpire lo zio ogni volta, sconfiggendolo alla fine.

"Come hai..." Lasciò cadere per terra il joystick scioccato di aver perso, e in fondo mi sentii un po' male ad aver vinto accidentalmente. "Non eri minimamente interessata alla partita."

"Spiacente." Sospirai. "L'appuntamento mi ha incasinato. Riguarda qualcosa che hanno detto i miei amici."

Jamie, Kit, Cory e Mikey riuscirono con successo a stressarmi in quei giorni sollevando l'argomento del primo bacio. Jamie mi disse di tenere la bocca chiusa durante il bacio, farlo durare poco e in modo dolce, facendo in modo che Caiden ne desiderasse un altro. Kit disse l'esatto opposto, dovendogli dare pieno accesso altrimenti avrebbe pensato che non mi interessasse. Cory mi consigliò di avvolgere le mie mani intorno alla vita di Caiden, quando volevo che il bacio diventasse più profondo. Mikey incasinó di nuovo le mie idee, dicendo di mettere le mani dietro al suo collo.

Cosa imparai da quella discussione imbarazzante? Niente, zero, nulla, nada!

E il tempo scorreva velocemente. Lasciai sul divano uno zio Emmett imbronciato per preparami una tazza di thè. La casa era estremamente vuota per un volta. Mamma e papà erano a lavoro, Alice e Jasper erano a caccia, i nonni decisero di passare due giorni romantici lontani da tutti noi e Renesme e Jake erano andati a pattinare. Tutti i presenti eravamo io, zia Rose, zio Emmett e... mi fermai appena in tempo prima di andare a sbattere contro Demetri.

"Stai bene?" Mi chiese prendendomi dalle spalle, preoccupato per una nostra collisione che non avrebbe sentito, se non per i mie lamenti. Ci capitava spesso di scontrarci e se ne rendeva conto solo dopo aver visto il mio sguardo dolorante, provocato dal suo corpo decisamente muscoloso.
"Volevo chiederti cosa ti rende così nervosa."

"Eh?" Domandai confusa.

"Isa, posso sentire quando non stai bene." Aveva quello sguardo distante negli occhi, ma solo brevemente, poi ricominciò a parlare. "Vuoi dirmi cosa non va?"

Diglielo, diglielo, diglielo... Gli dicevo sempre tutto. Era il mio migliore amico, e chissà, forse avrebbe potuto darmi un consiglio da esperto.

"Non ho idea di come si baci!" Sbottai.

"Che cosa?"

"Jamie ha detto che di solito una ragazza riceve il primo bacio al suo primo appuntamento e io non ho la minima idea di come si baci. Poi ha iniziato a darmi mille consigli che non sano stati d'aiuto e Kit ha detto tutto il contrario. Ora sono più confusa di prima e penso di svenire a breve." Spiegai tutto velocemente.

Demetri mi fissò intensamente e sembrava veramente che avesse un piano. "Sai, baciare è facile, basta essere sicuri di con chi si sta per fare. Potrei avere un'idea."

"Sono disperata." Non era affatto una bugia.

Inspirò lentamente. "Posso insegnarti."

Alle sue parole, quasi feci cadere la tazza ormai vuota che avevo in mano. Cosa avrei dovuto dire? Avrei dovuto accettare la sua offerta? Volevo dire, non avevo idea su come si baciasse e Demetri aveva migliaia di anni. Era destinato ad avere una certa esperienza con i baci e il romanticismo. Da anni mi chiedevo per quanto avrebbe continuato a non uscire mai con una ragazza. A dire il vero, non usciva mai se non per cacciare, e prima della mia patente mi accompagnava da qualche parte. Stava sempre in casa, quasi sempre fuori nel giardino o nel salotto, a conversare con le stesse persone con cui viveva da quasi due decenni.

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