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Era passato un po' di tempo da quando Aleazar ci spiegò tutti gli alti e bassi della mia abilità, a cui mi ero molto affezionata. Il nonno mi trovò un lavoro nel suo ospedale, così da poter sperimentare il mio dono quando volevo. Riuscii a guarire molte persone, ma niente di più di piccole ferite e febbri. Tuttavia era difficile guarire le persone senza destare sospetti.

Almeno il problema della mia alimentazione fu risolto. Aro quando scoprì la mia dieta, riunì un gruppo di volontari donatori di sangue umano a cui rivelarono il segreto dei vampiri. Abitavano al primo piano del castello e venivano usati come donatori per me. Aro mi assicurò che gli umani erano ben curati e che la maggior parte di loro non avevano una famiglia o degli amici stretti.

Demetri e io comprammo quell'isola, però, insieme ad altre tre case. Una in Inghilterra, una in Italia e una a Forks. Nei primi sei mesi viaggiammo molto, a seconda di quando era necessario per la guardia. Ovunque andassimo, mi allenavo per rafforzare il mio dono, curando persone con problemi non troppo gravi e che non dessero nell'occhio. Asma, raffreddori, ferite e febbri. Tuttavia, per caso scoprii di poter fare molto di più.

Restammo in Italia per un po' in un accogliente cottage vicino al castello dei Volturi. Un giorno Demetri dovette correre al palazzo per il servizio di guardia, lasciandomi da sola a casa. Era una giornata nuvolosa e decisi di fare un giretto in una piccola clinica nelle vicinanze. L'obiettivo era curare una o due persone massimo, ma una persona attirò la mia attenzione. Una donna malata di cancro, e di come ne parlava il medico, non doveva restarle molto tempo. Stava dormendo quando mi intrufolai accanto a lei. Mentre stavo proiettando il mio dono, accadde qualcosa di inaspettato.

Dopo che era stata curata, le punta delle mie dita iniziarono a tornare a un colore umano, color pesca. Durò solo pochi secondi, poi tornarono al loro colore cadaverico a cui ormai mi ero abituata a vedermi.

Ma era tutto ciò di cui avevo bisogno perché l'idea mi venisse in mente.

I miei poteri funzionavano sui vampiri, ma i risultati non erano permanenti. Svanivano dopo due minuti o meno dopo la perdita di contatto. Con quella nuova informazione, avevo qualcos'altro su cui concentrarmi. Mi esercitai prima su Demetri, riuscendo a far tornare umane alcune parti di lui. I suoi occhi azzurri furono un gran risultato la prima volta che funzionò. Dopo aver continuato per alcuni mesi, ero finalmente pronta a dire alla mia famiglia il mio piano.

Nel parlai con nonno e papà, chiedendo se questa cosa potesse funzionare. Dopo aver ottenuto la loro benedizione, era arrivato il momento di metterlo in atto. Le due persone che speravo di vedere stavano sedute in soggiorno. Zia Rosalie stava sfogliando le pagine dell'ultimo Vogue, e zio Emmett stava giocando con il suo telefono, mentre sedeva pigramente accanto alle sue gambe. Pensai che fosse il momento giusto per dirglielo dato che tutti stavano fuori a caccia. Tutti i presenti eravamo io, Demetri, nonno, mamma e papà.

"Ehi, posso parlarvi un minuto?"
Chiesi sedendomi accanto alla bionda.

Il moro mise pausa al suo giochino, mentre Rose abbassò la rivista, concentrandosi unicamente su di me. "Qualsiasi cosa per te, Isa."

"In primo luogo, avrei voluto dirvelo prima, ma non sapevo come avreste potuto reagire." Iniziai mantenendo lo sguardo fisso su mia zia. "Ricordi quando Aleazar ha detto che non conosceva l'estensione del mio dono? Beh, mi sono esercitata molto e ho scoperto che funziona anche sui vampiri. E poi mi è venuta questa idea. È pazzesco ma non posso promettere che funzionerà, ma ho bisogno di una coppia di vampiri che si offra volontaria. Vuoi ancora un figlio?"

Zia Rose inspirò scioccata. Il magazine cadde sulla testa di Emmett, che era anche lui con la bocca aperta e con gli occhi spalancati. Sapevo che la notizia sarebbe stata una sorpresa per loro, motivo per cui scelsi di non dirlo prima, per vedere se volessero essere i primi vampiri al mondo ad aspettare un bambino.

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