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Ultima destinazione - Irlanda

La nostra ultima tappa prima di tornare a casa.

Ero quasi triste, ma la mia famiglia mi mancavano molto. Avevamo trascorso una settimana in ogni destinazione, il che era sufficiente per fare tutto nelle liste delle cose da fare. Cory e Jamie diventarono inseparabili da Parigi. Erano baci, coccole, abbracci, gomitate, tenersi per mano ovunque andassimo e Mikey era disgustato a morte.

"Facevamo il bagno insieme da bambini." Si lamentò. "Non è strano che entrambi si siano visti nudi e ora si frequentino?! Siamo come fratelli."

Noleggiammo una macchina e andammo in giro, non vincolati dal tempo o dalla fretta di arrivare da qualche parte. Il piano era di accamparsi sotto le stelle quella notte, cucinare qualcosa sul falò e fare una chiaccherata a tarda notte.
Alla fine arrivammo in un bel posto su una scogliera davvero alta. Tuttavia, Kit per la paura delle altezze non si unì a Cory e Mikey quando andarono a scalare una delle altezze vertiginose nelle vicinanze. Lasciarono completamente il lavoro di allestimento a noi ragazze! Kit e io iniziammo a montare le tende mentre Jamie accese il fuoco. Quando i ragazzi tornarono, trovarono pronta una zuppa da campeggio e una di quelle caffettiere vintage.

"Ve lo abbiamo mai detto, ragazze, quanto siete meravigliose?" Mikey fece il lecchino e mi prese una tazza di caffè di plastica. "A proposito, la scalata era molto in alto. Cory è quasi svenuto." Indicò la scogliera su cui si erano arrampicati, che era incredibilmente alta.

Dopo aver mangiato, Jamie aprì una coperta sull'erba. Ci sdraiammo sulla schiena, osservando le stelle in pace e tranquillità. Non c'era letteralmente niente di più bello della vista che avevamo, stelle che brillavano come milioni e miliardi di diamanti nel cielo notturno.

"Guardate, una stella cadente." Jamie sottolineò. "Esprimiamo un desiderio."

"Oh, vorrei una Lamborghini Hurricane Spyder con tre ragazze in bikini che la lavano fuori dalla mia mega villa a Las Vegas." Sognò Mikey.

"No, idiota." La sorella lo sgridò. "Volevo dire, esprimiamo tutti un grande desiderio. Inizierò io e poi voi quattro aggiungerete il vostro desiderio. Bene, desidero un anno meraviglioso con meno riscaldamento globale e più panchine riciclate."

"Dove i graffiti sono considerati arte e non vandalismo." Kit aggiunse.

"E l'aumento delle band indie e sconti sui biglietti per i concerti." Cory parlò al suo turno e poi si rivolse al suo amico.

"Che la società di gioco online che combatte creature mitiche diventi uno sport olimpico."

Infine fu il mio turno. "E dove rimarremo amici per l'eternità e vedremo avverarsi tutte queste cose."

"Vi voglio bene ragazzi." Mikey esplose.

Rimanemmo tutti sbalorditi prima che Jamie urlò di ammucchiarsi, così ci lanciammo tutti addosso al ragazzo. Mikey si raggomitolò e si contorse ma era inutile. Ogni volta che riusciva a liberarsi, Kit lo colpiva sui fianchi, facendolo ricadere. Alla fine provammo pietà per lui e lo lasciammo libero.

Essendo incredibilmente drammatico, Mikey inalò una forte boccata d'aria e tossì. "Non fatelo mai più. Sarei potuto morire."

Un silenzio confortevole calò intorno a noi cinque. Mi alzai, riempii di caffè le tazze di tutti e mandai al centro del cerchio un pacco di patatine. Jamie accese una delle sue candele alla vaniglia nel mezzo per aumentare un minimo la luce e si lasciò andare su Cory, gettò i piedi su Mikey. Kit e io ci appoggiamo spalla a spalla.

"Facciamo un cerchio di confessioni." Suggerii. "Sono il momento e l'atmosfera ideale."

"Non ho davvero molto da confessare." Kit si accigliò.

"Il tuo vero nome, forse?" Suggerì Cory.

"Attento, Elvis." Avvertì. "O potrei spezzare tutte e sei le corde della tua chitarra."

"Ve bene, non devi confessarlo se non vuoi." Provai a mantenere la pace. "Se volete inizio io. Confesso di essere stata adottata."

Come se fossero una sola persona, sputarono il caffè all'unisono. "COSA?!?!"

"Ma che diavolo stai dicendo?" Esclamò Cory scioccato.

"Diamine, no, hai tipo i colori di tuo padre e i lineamenti di tua madre." Disse Kit. "In nessun modo puoi essere stata adottata."

Ridacchiai. "Non so, forse mi sono adattata bene."

"Molto bene." Commentò Mikey.

"Non riesco ancora a crederci." Jamie sussurró. "Va bene, tocca a me, immagino. Confesso di aver provato a fumare erba in terza media. Non preoccupatevi, però. Il primo tiro mi ha fatto star male per una settimana, quindi non ho continuato."

Mikey e Cory rimasero scioccati ancora una volta e iniziarono a soffocarsi con la loro bevanda.

"Eh va bene." Cory si riprese in fretta. "Confesso di aver rubato una volta. O due. Okay, forse dieci volte. Ma è stato solo perché volevo risparmiare soldi per una chitarra nuova!"

"Amico, che cosa da sfigati." Mikey scosse la testa e si guadagnò un pugno sul braccio da parte del biondo. "Ow! Bene, confesso di aver spiato Evelyn James in prima media. Sono arrivato al punto di avere delle foto di lei che si abbronzava con uno spray in uno di quelle strane cose da doccia."

"Questo non è spionaggio. Questo è stalking e invasione della privacy a livelli estremi." Lo corresse la sorella. "Kit? Tocca a te."

La ragazza si mise seduta e sospirò. "Se Isabel ha confessato una cosa a cui ancora non riesco a credere, forse potrei tentare anche io. Okay, alcuni di voi una volta mi hanno chiesto perché non sono mai andata ad un appuntamento. La verità è che sono bisessuale."

Questa volta rimanemmo tutti quanti in silenzio, niente caffè sputato, niente tosse e niente domande. Silenzio assoluto e tombale.

"Mi sono piaciuti dei ragazzi prima, ma non abbastanza da uscirci." Ci spiegò. "Poi ho visto Brit per la prima volta e ho pensato, è una ragazza o un angelo in persona?! Immagino che la mia vera prima cotta sia stata Brit, anche se era una HOT e una totale stronza."

Ho sorriso e le diedi un abbraccio laterale. "Beh, non è il tuo vero nome, ma apprezziamo che tu abbia condiviso questo segreto con noi. E non lo riveleremo a nessuno."

Kit annuì. "Credo che questo sia il mio obbiettivo. Andare al college, prendere la laurea in arte e incontrare una brava persona con cui sistemarmi."

Sorrisi e pensai ai miei obbiettivi. Sì, diventare un vampiro era uno di quelli, ma non potevo dirglielo, vero? Avrebbero pensato che fossi pazza o mi avrebbero creduto davvero, e questo avrebbe causato seri problemi. Mi resi conto che tutti avevano condiviso i loro obiettivi e che rimanevo solo io.

"Mia piacerebbe sicuramente andare al college, ottenere la laurea in medicina come mio nonno." Volevo davvero diventare medico o psicologo, dovevo ancora decidere. "Demetri sembra prendere molto sul serio la nostra relazione, quindi penso che lui faccia cento per cento parte del mio futuro. Voglio un matrimonio piccolo e pittoresco con voi e la mia famiglia. E, non so, bambini? Non ci ho ancora pensato davvero. Ma questo di base è il piano per il futuro."

Noi ragazze ci separammo dai ragazzi dopo la nostra lunga chiacchierata sotto le stelle e ci infilammo nella nostra tenda. Ero rannicchiata alla destra di Jamie e Kit alla sua sinistra. Stavamo davvero strette, ma riuscimmo a starci. Rimasi sveglia fin quando non fui sicura che entrambe stessero dormendo. Tramite le zanzariera posizionata sul tetto della tenda, la luna divenne la nostra unica luce, ma che era davvero lieve. Si riflesse sui nostri piercing all'orecchio che ci eravamo fatte nello stesso punto in segno della nostra amicizia eterna. Quando sarei diventata un vampiro avrei smesso di invecchiare, guardando i miei amici sposarsi, avere figli, nipoti e alla fine morire di vecchiaia. Quella era la parte difficile di essere un vampiro, ma non mi sarei mai fatta la domanda di chi scegliere tra loro e Demetri, perché avrei sempre scelto Demetri.

Quello era il prezzo da pagare se si amava davvero un vampiro.

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