Piuma

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Simone non ha mai guidato un'auto in vita sua

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Simone non ha mai guidato un'auto in vita sua.

O meglio, una volta ci ha provato, insieme a sua madre Floriana, in aperta campagna, con una jeep con un cambio duro e irremovibile che, in maniera inevitabile, lo ha condotto ad un fallimento.

Aveva quattordici anni all'epoca, di certo non l'età giusta per compiere un atto del genere, ma tant'è.

Ora gli anni per prendere la patente li ha, tuttavia, considerando la piega che ha preso la sua vita, non ha avuto molto tempo, voglia e testa di iscriversi a scuola guida e conseguire quel titolo. Ha idealmente rimandato a dopo la maturità - come sta facendo per un sacco di cose, del resto.

Quindi il perché adesso sia al volante di una Fiat Seicento color grigio metallizzato rimane un po' un mistero - più o meno.

In realtà, lo ha chiesto lui.

Anzi, si è impuntato così tanto con Manuel che, alla fine, lo ha fatto cedere e accettare di dargli lezioni di guida perché tanto siamo in mezzo al nulla, cosa può succedere? Dai, per favore, così a quelle vere non faccio la figura dell'idiota.

Manuel, che la patente l'ha presa appena ne ha avuto l'occasione, iscrivendosi tre mesi prima dei diciott'anni - da privatista, per pagare meno - ha accettato con non poche remore.

Che sì che si trovano effettivamente lontani da Roma, non c'è traffico in quel posto, nemmeno gente o altri veicoli; ciò nonostante, la sua preoccupazione permane, poiché tutto potrebbe succedere e poi...

Poi Simone non è un pilota provetto.

Al contrario: gli ci sono voluti almeno dieci tentativi - se non di più - per trovare il giusto bilanciamento tra frizione e freno e, anche dopo averlo fatto, ha comunque portato la vettura a spegnersi per la marcia errata o per una eccessiva accelerazione.

Insomma, in quarantacinque minuti di tempo, la loro Seicento ha mosso - sì e no - cento metri, esagerando.

Il motore cessa di rombare anche in quel momento.

Simone sbuffa sonoramente, stringendo le dita attorno al volante. Ha la fronte imperlata di sudore e qualche riccio scuro gli si è appiccicato alla pelle.

È esausto: non capisce dove stia sbagliando, il motivo per cui, quando lo fanno gli altri, sembra semplice ed automatico.

Si sente un perfetto idiota.

«Ma se compro la macchina col cambio automatico, devo per forza impararle 'ste cose?» sbotta, ad un tratto.

Manuel è accomodato sul sedile passeggero. Ha la cintura di sicurezza ben allacciata, il braccio destro appoggiato sul bordo del finestrino lasciato completamente aperto. È Aprile e fa già piuttosto caldo, tanto da costringere entrambi a t-shirt di cotone leggero, a maniche corte. «Certo che le devi imparà» lo rimbecca, lanciandogli un'occhiata fugace e riportando subito lo sguardo sulla strada immobile davanti a sé. «E poi non è guidare quella roba co' il cambio automatico. Quello è barare».

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