«Questa è davvero l'ultima volta» attesta Manuel.
«Non ci credi manco tu» gli fa presente Simone, accennando una risata. Che in realtà lo spera non sia l'ultima, lo fa sempre, sebbene la propria parte più razionale lo sgrida e gli ricorda che dovreb...
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(Tw: accenni a peso/corpo - ansia/attacchi di panico)
Manuel non ha mai preso un aereo in vita sua.
Anzi, non è mai andato oltre i cento chilometri da Roma, quindi, di base, non ha visto altre città e, soprattutto, paesi.
Non che non ami viaggiare, anzi: gli piacerebbe conoscere il mondo, visitare le principali capitali europee e non. Solo che non ne ha mai avuto i mezzi, né la possibilità, per fattori economici, in particolar modo. Presuppone che, se sua madre non fosse finita insieme a Dante, probabilmente neppure avrebbe avuto l'occasione di partecipare alla gita di quinta superiore.
Tuttavia, eccolo lì, con un trolley nero con la cerniera della tasca davanti rotta, in fila per l'imbarco. Ha già fatto un mezzo casino ai controlli di sicurezza, dato che qualcosa continuava a suonare ogni volta che passava attraverso il metal detector - per scoprire che a mandare tutto in tilt erano gli scarponcini con suola spessa che indossava.
Ottimo.
È agitato e non sa il motivo preciso.
Ce ne sarebbero molteplici, in realtà: il volo, in primis; poi c'è Simone, che è in coda dietro di lui, a qualche metro di distanza, con le cuffie nelle orecchie e che non gli presta la benché minima attenzione.
Da un lato, è un aspetto positivo, dato che dalla sera della rissa hanno parlato poco e niente e soltanto perché abitato sotto lo stesso tetto.
Non che stiano facendo finta di niente, semplicemente hanno deciso di rimandare eventuali chiarimento dopo quel viaggio in Spagna.
«Oh, ma te vuoi calmà?» esclama Chicca, al suo fianco. La sua valigia è di un fucsia sgargiante, che è dello stesso colore dei collant che porta al di sotto di una gonna a pieghe nera.
Manuel sbuffa. «Só calmo» replica.
«Te continui a guardà attorno come se dovesse esplodere 'na bomba. Me fai agità pure a me».
«'Na bomba no» precisa «Però che ne sai, magari casca».
Chicca ride e lo fissa, divertita. «Non te facevo tipo co' la paura de volare».
«Non c'ho paura, è 'na probabilità, quella che caschi tutto».
«Seh, vabbè. Dì pure che te stai a cagà sotto».
Manuel non riesce neppure a controbattere perché, in effetti, è la verità: sta morendo dal terrore di salire sopra quel velivolo. La paura è così forte e irrazionale che riesce ad oscurare tutto il resto.
Per tutto il tempo di imbarco, vorrebbe soltanto tenere gli occhi chiusi poiché anche solo l'atto di salire a bordo gli pare una tortura, ma sarebbe controproducente, considerando che rischierebbe di cadere dalla scaletta.
L'interno dell'aereo lo manda ancora più in agitazione: ci sono i sedili ricoperti di finta pelle gialla e blu che sono decisamente troppo vicini tra di loro, separati soltanto da uno stretto corridoio dove a stento ci passa una persona.