Capitolo 11

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Manca poco all'appuntamento con Ciro.

Sì, lo chiamo appuntamento perché non saprei come chiamarlo diversamente.

Purtroppo sono stata avvertita della nostra cena di stasera quando ero già qui altrimenti mi sarei preparata con più cura.

Ma fortunatamente non sono messa male visto che in genere ci tengo molto a curare la mia immagine quindi è raro che io sia fuori posto.

E poi non è una cena galante o chissà cosa.

Però non posso negare che ci tengo ad essere al meglio, voglio piacergli.

A momenti dovrò andare in mensa per vederlo, intanto sto aspettando che passi il tempo rinchiusa da sola nell'ufficio di mia madre.

Sono troppo emozionata non vedo l'ora di vederlo ma allo stesso tempo ho un po' d'ansia perché non so come comportarmi non vorrei aver frainteso e ingigantito la situazione.

Ma il suo biglietto è stato così carino.

Scatto dal divano e per poco non cado a terra quando, dando un occhiata all'orologio appeso sul muro, vedo che è ora di andare.

Anzi no, non voglio andare più.

Resto qua e mi fingo morta, direi che è una buona idea.

Faccio un sospiro profondo e cerco di rilassarmi ma non ci riesco sono troppo elettrizzata.

Esco dall'ufficio di mia madre e vedo Edoardo in lontananza che mi viene incontro.

Non ci credo, di nuovo lui.

«Buona sera signorina, sono il suo accompagnatore» mi porge il suo braccio per farmici aggrappare.

Io lo sguardo scioccata e poi scoppio a ridere «Io non ho parole» mi metto una mano sulla testa.

Deve tenerci davvero tanto se per tutta la giornata mi ha mandato Edoardo non so quante volte per chiedermi se andassi o meno. E anche ora a pochi istanti dalla cena me l'ha mandato per venirmi a prendere.

«Forza jammuncenn, Ciro ti aspetta con ansia» si diverte proprio molto a prendere in giro il suo amico.

Proprio come se fosse una cosa nuova per lui, vuole dire che Ciro non è solito a comportarsi così con altre ragazze. Spero sia così.

Smetto di pensare a qualsiasi cosa quando ci troviamo di fronte la mensa che ha la porta chiusa. Che cazzo.

«Arrivati a destinazione, se vuole può lasciare la mancia all'accompagnatore» tende una mano all'aria come per raccogliere i soldi.

«Edo ma vatten va'» rido e lo spingo leggermente.

«Buona serata» mi guarda con sguardo complice e mi lascia qua da sola al mio destino.

Posso sempre scappare via, no?

No, in realta no. Non voglio scappare nonostante la forte emozione.

Non posso restare qui fuori tutto il tempo come un idiota, forza devo farmi coraggio.

Apro la porta e lo trovo di spalle ma quando sente il rumore dei miei passi si volta di scatto con un espressione compiaciuta.

Quanto è bello.

Si è vestito in maniera diversa dal solito per l'occasione. Non ha più le sue solite magliette griffate, ha una camicia nera con dei pantaloni del medesimo colore che gli fasciano perfettamente le gambe.

Ripeto, quanto è bello.

Questa cosa mi fa piacere. Ha curato anche il suo outfit per l'occasione.

La serata non è ancora cominciata ma ci sono stati così tanti dettagli che mi hanno fatto percepire che Ciro ci teneva proprio tanto a questo nostro appuntamento.

𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 || 𝐂𝐢𝐫𝐨 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐢.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora