Capitolo 14

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Mi trovo nell'ufficio di mia madre e con noi c'è anche il comandante. Stanno discutendo di cose riguardanti il lavoro e io sono seduta sul divano a smanettare con il cellulare.

Mi sento un po' a disagio a causa della presenza di Massimo. Ieri quando mi ha accompagnato a casa dopo la cena con Ciro mi sono resa conto che ha scoperto tutto.

Con il cuore ancora capovolto dall'emozione mi trovo nella macchina del comandante che mi sta accompagnando a casa come d'accordo con mia madre.

«Piccrè ti brillano gli occhi. Ma che è succies staser?» dice ironico alludendo a qualcosa.

Oddio avrà scoperto che stavo con Ciro?

Ma allora si nota proprio che sto perdendo la testa per lui? Aiuto...

«Niente che doveva succedere?» spero di essere convincente.

Lui mi rivolge un breve sguardo sospettoso, scuote la testa e poi riprende a guardare la strada davanti a sé con le mani fisse sul volante.

«Statt accort, ci tengo a dirtelo pecché si na brava uaglion» si limita ad andare dritto al punto con questa frase.

È sincero ed apprezzo molto la sua preoccupazione nei miei confronti.

Con queste poche parole, anche se non ha parlato direttamente della questione, mi ha fatto proprio capire che sa tutto.

Non capisco come però.

Forse glielo avrà detto Lino oppure l'avrà intuito da sé. E credo proprio che sì, probabilmente l'avrà capito da solo. Al comandante non sfugge niente, è un uomo molto attento ed è difficile nascondergli qualcosa.

«Grazie comandà» mi limito a dire accennando un sorriso e lui annuisce.

«Chiamami Massimo, tu puoi, tanto non stai dentro all'IPM» dice facendomi un occhiolino.

«Va bene» faccio una piccola risata.

Ora ho paura che, con l'intento di fare il mio bene, possa dirlo a mia madre o che, peggio, l'abbia già fatto.

Li vedo molto uniti, non sembrano dei semplici colleghi di lavoro. A volte anche quando siamo a casa ho sentito varie volte che mia madre era a telefono con lui.

Chissà se sta nascendo qualcosa tra i due.

Se così dovesse essere mi farebbe molto piacere. Il comandante si vede che è una brava persona.

Ma mia madre come al solito non mi racconta niente. Spero solo che lei sia contenta, voglio solo la sua felicità.

Ad ogni modo quando avremo un momento da sole le chiederò di parlamene.

Vedo che mia mamma all'improvviso esce fuori dall'ufficio e io, essendo presa dai miei pensieri, non ne ho capito il motivo.

Il comandante si avvicina a me e si siede sulla sedia di fronte al divano.

«Ue stamattina non mi hai salutato. T'agg fatt coccos?» chiede facendo finta di essere preoccupato.

Di solito saluto tutti ovviamente ma ogni mattina in particolare sono solita ad andare da lui e salutarlo.

Da quando frequento questo posto mi sono affezionata a lui, gli voglio bene ma è da oggi che non gli ho rivolto la parola.

Il motivo è la conversazione di ieri sera in macchina, il fatto che lui sappia di me e Ciro inevitabilmente mi turba.

«No no comandà quando mai» mi affretto a chiarire.

«Massimo» mi corregge e sorride alzando gli angoli della bocca.

𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 || 𝐂𝐢𝐫𝐨 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐢.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora