Capitolo 23

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Adele's Pov.

Alla fine non ho più riposto a Ciro.

Stamattina ero determinata a fare qualcosa per lui, vederlo e parlagli da vicino in modo da convincerlo a dirmi cosa gli sia successo per poter chiarire e anche per poter festeggiare il suo compleanno come merita.

Ma ora mi sento un po' scoraggiata perché non so che fare. Non ho organizzato nulla.

Sono seduta su una panchina nel cortile dell'IPM a guardare il vuoto con un aria po' scocciata.

«Ue ue, che è successo?» sento la voce spiritosa di Totó.

Gli sorrido, è un ragazzo simpaticissimo con un particolare senso dell'umorismo.

Il mio stato d'animo di disperazione dev'essere proprio evidente se persino lui, che sembra pensare solo allo scherzo e nient'altro, se ne sia accorto.

«Niente, come stai?» gli chiedo con affetto.

«Bene bene, senti ti volevo dire una cosa importante» mi comunica sbrigativo.

Penso sia la prima volta che lo vedo con un atteggiamento serio da quando lo conosco, il che non può far a meno che incuriosirmi ma anche rendermi leggermente sospettosa.

Pertanto non perdo tempo e lo incoraggio a parlare.

«Devi uscire dall'IPM» è tutto ciò che dice.

«Perché?» la mie sopracciglia sono corrugate per la confusione.

«Tu esci e basta, nun t preoccupà» mi dice con tono di chi non può permettersi di perdere tempo.

Si alza e mi invita a fare lo stesso, muove animatamente le braccia e le rivolge verso il cancello principale in modo da spronarmi ad uscire.

«Ma Totò vuoi dirmi perché? Che sta succedendo?» insisto.

Ok posso anche andarmene ma vorrei almeno sapere il motivo. Insomma sono curiosa, è chiaro.

Cioè che faccio, esco e me ne vado così a caso?

«Nun to pozz ricere, ma nun t preoccupa, tu esci e basta» si avvicina all'uscita come a volermi mostrare come si fa.

«Ok, ok, vado» dico ormai arresa alla sua richiesta.

Lui inizia a mostrare un espressione sollevata e mentre io sono più vicina all'uscita lo vedo sorridente salutarmi con la mano ed io ricambio il saluto.

Che strano.

Rido mentalmente per quanto è buffo in questo momento mentre mi sta salutando. Questo ragazzo non sta bene però mi ha messo di buon umore.

Ad ogni modo in fondo al mio cuore spero che dietro tutto questo ci sia lo zampino di Ciro. Potrebbe essersi messo d'accordo con Totò.

Boh non lo so, ma una cosa è certa: in ogni cosa che mi succede la mia mente a quanto pare non riesce proprio ad evitare di pensare a Ciro.

Con mia fortuna noto che Gennaro in questo momento non è di guardia e quindi posso uscire indisturbata senza dare spiegazioni.

In poco tempo mi trovo sul marciapiede guardando la strada davanti a me in cerca di qualche segnale, o quel che sia, non lo so.

Effettivamente ho eseguito l'ordine di Totò e sono uscita come mi ha detto di fare, ma ora?

Improvvisamente quasi sussulto quando sento delle mani dietro di me prendermi per i fianchi e quando la sua voce pronuncia il mio nome mi sento catapultata in un stato di beatitudine.

È Ciro.

Giro leggermente la testa verso di lui, mentre siamo ancora abbracciati.

«Ciro» dico sorpresa ma contenta di vedere che è finalmente lui.

𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 || 𝐂𝐢𝐫𝐨 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐢.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora