Capitolo 34

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Ciro's Pov.

Sono fuori in cortile seduto su una panchina da solo mentre fumo una sigaretta.

Già, per ora lascio andare le canne e mi limito a qualche sigaretta.

Lo faccio per Adele perché da quando sto con lei voglio restare sempre lucido e se assumo qualche sostanza potrei invece avere atteggiamenti irritanti e non vorrei in alcun modo litigare con lei per questo.

I miei amici mi hanno esortato più volte a giocare una partita di calcio insieme a loro ma ho rifiutato i loro inviti.

Perché? Il motivo è che non ho molta voglia di scherzare o svagarmi.

Penso alla mia fidanzata ed a come si sente in questo momento.

Anche lei si trova da sola ma è nella sua cella, a volte non esce quando stiamo in cortile perché preferisce chiudersi in se stessa e stare da sola.

Per non parlare poi al momento dei pasti: é raro che venga con noi quando andiamo in mensa e così sta mangiando davvero poco.

Spero che entro questa giornata mangi almeno il piatto di pasta che le ho portato poco fa.

Non ce la faccio più a vederla così a causa della lontananza con sua madre.

Ormai la sigaretta è finita, la getto a terra e decido di andare a fare una cosa che probabilmente non mi porterà da nessuna parte, anzi mi metterà solo in cattiva luce.

Ma prima o poi bisogna uscire allo scoperto. E poi è per una buona causa, lo faccio per Adele.

Sono fuori l'ufficio della direttrice e busso alla porta, quando lei mi da il permesso di entrare faccio il mio ingresso.

La direttrice è una donna molto curata e sempre in condizioni impeccabili ma oggi non si direbbe.

Era da un po' che non la vedevamo. Da quando sua figlia è stata arrestata non si fa più vedere davanti a noi e resta chiusa nel suo ufficio tutto il tempo di lavoro.

Ha i capelli un po' disordinati legati alla meno peggio. Il viso è triste e stanco.

Un po' mi dispiace vederla così.

È colei che metterà i bastoni tra me e Adele, lo so, ma è pur sempre la madre della ragazza che amo.

E poi, in fin dei conti, è una brava donna. Ci tiene tanto a noi ragazzi e cerca sempre di aiutarci e farci capire le cose.

Nonostante io, prima dell'arrivo di Adele, le abbia dato vari problemi mi ha sempre trattato bene con la sua solita serenità e gentilezza che la contraddistinguono.

«Ciro, che ci fai qui? A cosa devo la tua visita?» chiede.

In effetti non ho nessun motivo apparente per essere qui. E non ne sono sicuro, ma giurerei di aver sentito una nota di ironia nella sua voce.

«Direttrice, buon pomeriggio. Posso parlarle?»

Mi sforzo a mostrarmi il più educato possibile anche se sono poco credibile poiché non sono mai stato noto per la mia educazione.

Lei alza un sopracciglio e fa una smorfia incredula. «Va bene, siediti» indica con il braccio la sedia di fronte alla sua scrivania.

Io mi siedo e intanto inizio a parlare.

«Vorrei parlarvi di vostra figlia Adele»

Non mi da neanche il tempo di dire altro che mi interrompe.

«Ciro, qualsiasi cosa tu voglia dirmi queste sono questioni private tra me e lei» mi blocca.

«Scusi, ma non sa neanche cosa voglio dirle» mi difendo in qualche modo.

𝐅𝐨𝐥𝐥𝐢𝐚 𝐝'𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞 || 𝐂𝐢𝐫𝐨 𝐑𝐢𝐜𝐜𝐢.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora