Nuove speranze

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Maura guardò la scena con orrore, Jane era caduta a terra. "Jane, amore...dio...Jane??!!!" Urlò nel panico. "Ian ma sei impazzito?" Maura lo guardò con ferocia prima di fiondarsi su Jane. "Jane...amore...piccola?!" La prese tra le braccia. "Chiama un ambulanza Ian, ADESSO!! se succede qualcosa a lei o al bambino...ti giuro Ian che non lavorerai mai più!!" L'uomo si fece prendere dal panico, chiamò l'ambulanza e poi se ne andò velocemente facendo perdere le sue tracce. Qualche secondo dopo arrivò l'ambulanza. Maura stringeva Jane piangendo disperata, si sentiva in colpa da morire. "Oh, piccola, amore mio...mi dispiace...mi dispiace!" I paramedici la trovarono così, a pezzi con lacrime inconsolabili. Dopo averla caricata sull'ambulanza la portarono al Mass General, Maura li seguì con la sua macchina. Era terrorizzata, se fosse successo qualcosa al bambino non se lo sarebbe mai perdonata. Jane non l'avrebbe mai perdonata, lo sapeva, l'avrebbe persa davvero questa volta. Si mise a sedere in sala d'aspetto mentre visitavano Jane, chiamò Angela che si fiondò in ospedale piangendo disperata, la paura impressa sul viso. "Maura, Maura...come sta Jane?" Chiese correndo verso di lei con il fiatone. "La stanno visitando...non so...oh Angela...è colpa mia...se non avessi visto Ian...io non posso perderla...non posso! Se succede qualcosa al bambino la perderò Angela...che devo fare?" Singhiozzò tra le braccia della donna. Angela non sapeva che dire, se avesse perso suo nipote sarebbe stata una tragedia per tutti, Jane non se lo sarebbe mai perdonato. "Vedrai che andrà bene...la mia Janie è forte e anche mio nipote, vedrai che andrà bene!" Angela cercò di confidare nelle sue stesse parole, anche Maura si aggrappò a quelle parole, doveva o non sarebbe arrivata a domani. Dopo qualche attimo una dottoressa uscì chiedendo chi ci fosse per Rizzoli, le due donne scattarono in piedi angosciate. La dottoressa le guardò con un leggero sorriso. "Allora la signorina Rizzoli sta bene e anche il bambino, aveva perso conoscenza più per lo spavento che per la botta subita, la caduta non è stata forte e la ragazza ha parato la maggior parte dell'impatto con le mani...quindi...a parte qualche livido o escoriazione sta bene, potete portarla a casa se volete!" A quelle parole Maura si accasciò contro il muro piangendo ancora più forte, Angela ringraziò il signore che tutto fosse andato bene e si avvicinò a Maura per darle forza. "Che ti avevo detto? La mia Janie è forte, dai andiamo a salutarla, ma prima asciugati gli occhi o si preoccuperà..." ma Maura scosse la testa. "No...io, non credo voglia vedermi...ci siamo detti cose brutte e poi Ian..." Angela la guardò sorridendo. "Ma è tornata da te!" Sottolineò guardandola negli occhi. "Come?" Maura non capiva a cosa si riferisse. "Ieri sera...sbaglio o è tornata da te? Non era un caso che fosse a casa tua Maura...voleva parlarti...mi ha detto che non voleva perderti, che ti amava...Jane sa che non è stata colpa tua ma di quell'uomo...quindi, non allontanarti o sarà troppo tardi, perché se Jane pensa che non sia abbastanza per te...lei...ti lascerà andare Maura e non tornerà!" La donna la guardò spaventata, la sola idea di non vedere più Jane o il bambino le faceva male. "No...io non posso perderla però...se lei..." sussurrò a testa china. Angela la prese sottobraccio. "Ora non fare la sciocca...sono sicura che Jane non vede l'ora di vederti e vorrà tornare a casa, odia gli ospedali, ma questo già lo sai!" Le fece l'occhiolino, ricordandosi la prima volta che aveva incontrato Maura in ospedale dopo l'aggressione di sua figlia al cantiere. Maura si fece coraggio e andò a vedere in quale stanza fosse Jane, non ci volle molto per capirlo, dal corridoio si potevano sentire le urla di Jane che imprecava irritata. "Uffi...non voglio stare qui! Dov'è Maura? Devo chiamare mia madre..." disse irritata scagliandosi contro un' infermiera che le stava cambiando la flebo cercando di non farle male. "Signorina si calmi! Abbiamo avvisato la sua famiglia, ora stia giù o dovrò legarla!" L'avvertì senza tanti fronzoli, Jane alzò gli occhi al cielo ma fece come detto. "Sempre collaborativa, vero Janie?" Angela entrò nella stanza con un sorriso. "Mamma!!" Jane la salutò tendendole le braccia. "Deve stare ferma signorina!" Rimbeccò la giovane infermiera seccata. "Vedi cosa devo sopportare?" Sputò Jane guardando sua madre, che a sua volta guardava con compassione la povera donna che doveva curarsi di sua figlia. "Ciao Jane!" Maura spuntò timidamente da dietro le spalle di Angela, Jane s'illuminò appena vide la sua ragazza. "Hey...ciao...Maura...di a questa infermiera che voglio andare a casa!!" La donna alzò gli occhi al cielo prima di congedarsi. "Jane...sei davvero una pessima paziente!" Rise nervosamente. "Come stai? Mi dispiace così tanto io..." si avvicinò piano non sapendo bene cosa fare, ma Jane la incoraggiò ad avvicinarsi. "E' tutto ok Maura, io e il bambino stiamo bene...non è stata colpa tua, ma di Ian!" Le sorrise debolmente prendendola per mano. Maura non osava guardarla, era spaventata, aveva appena vissuto un incubo e non sapeva che cosa volesse fare Jane a riguardo. "Mamma puoi darci un minuto?"
Chiese stringendo le mani della sua ragazza. "Ma certo, vado a prendere un caffè, ci vediamo dopo ragazze!". "Maura...so che dobbiamo parlare di molte cose...ma sai perché sono tornata ieri sera? Perché ti amo ancora... e ci siamo comportate da sciocche...non voglio perdere quello che abbiamo...io...noi abbiamo bisogno di te! Non ce la farei senza di te Maura, però..." la bionda le buttò le braccia la collo piangendo. "Oh...mi dispiace così tanto Jane...sono stata una vera stupida...ti amo e si...voglio stare con te e il nostro bambino...ho avuto così paura Jane!" Supplicò con voce incrinata mentre le metteva una mano sul ventre. Jane prese un grosso respiro tremante. "Però...per favore Maura...non facciamoci più del male in questo modo...per favore...inoltre...io..." Maura la guardò con occhi acquosi. "Che c'è  Jane?" La  guardò preoccupata avvicinandosi per darle un bacio sulle labbra.

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