La follia di Joey

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Jane cominciò a risvegliarsi dal torpore, si sentiva esausta e confusa, non riusciva a tenere gli occhi aperti per molto ma quel poco che intravedeva in penombra non lo riconosceva, cominciò a muoversi lentamente ma aveva i polsi bloccati, spalancò gli occhi per la paura e cercò di sciogliere la presa ma era bloccata saldamente. Si guardò con terrore il ventre, temeva che fosse successo qualcosa al suo bambino, ma la sua protuberanza era ancora lì e il bambino aveva ricominciato a scalciare, la bruna si rilassò appena sentì il calcio che le faceva capire che il piccolo stava bene. "Ciao Jane..." una voce uscì come un fantasma dalla penombra, Jane sbarrò gli occhi per cercare di vedere chi fosse ma non ci riusciva, aveva gli occhi velati di lacrime ed era in preda al panico, che cos'era successo? Dov'era Maura?. Poi la voce si fece più vicina e Jane lo riconobbe, Joey era davanti a lei in tutta la sua imponente figura. "Joey?...ma...che cosa succede?...perché sono qui?...dov'è Maura?..." chiese in affanno, ma Joey si limitò a scuotere la testa con un ghigno sul viso. "Sei a casa Janie, con me...il resto è solo un sogno...dormi Janie...!" disse infilandole un ago nel braccio, era un sedativo che non avrebbe influito sul bambino. Jane cercò di divincolarsi ma Joey la tenne ferma prendendole il viso. "Stai buona Jane o dovrò farlo con le cattive!...ci tieni al bambino, vero?" domandò sfiorandole il ventre con la mano, Jane annuì tra le lacrime. "Ti prego Joey...io...farò quello che vuoi! ma non fare del male al mio bambino...ti prego...!" supplicò tra le lacrime. "Non voglio fare del male a nessuno dei due Jane...ma dovrai comportarti bene, ora dormi che tra poco si parte...finalmente saremo una famiglia!" l'uomo baciò Jane sulle labbra e chiuse la porta della stanza. Jane capì che se voleva salvare lei e il suo bambino avrebbe dovuto agire con astuzia e mente lucida, sapeva che Joey era imprevedibile, erano cresciuti insieme, ma sapeva anche che lui era pazzo di lei e decise che avrebbe sfruttato quella debolezza per uscire viva da questa situazione, sperò solo che Maura non credesse a quello che avrebbe fatto, ma ora lei doveva pensare al loro bambino. Dopo essersi riaddormentata, la luce si face lentamente sempre più forte nella stanza colpendole il viso, doveva essere giorno ormai, Jane pensò per un attimo che fosse stato solo un incubo, ma i suoi polsi legati le dicevano il contrario. La porta si aprì piano e Joey entrò con qualcosa in mano "Ecco qualcosa da mangiare e delle vitamine, mio figlio deve crescere bene...!" Jane lo guardò con occhi sbarrati, Joey era più grave di quel che pensasse. "Joey...io...posso andare in bagno?...il bambino preme sulla vescica...!" domandò sperando di potersi alzare, doveva fare pipì sul serio. "Va bene...ma non cercare di fregarmi Jane, un passo falso e il bambino muore, ok?" Jane annuì mentre un brivido le attraversava le vene. L'uomo l'aiutò ad alzarsi e Jane riuscì a svuotare la vescica che le pulsava dal male, si guardò nel piccolo specchio scheggiato, non si riconosceva, aveva il capelli arruffati, gli occhi rossi ed era spaventata a morte, immaginava solo la paura che doveva avere Maura in quel momento non trovandola, per come era messa scappare sarebbe stata dura, non voleva rischiare la vita del bambino, ma decise che alla  prima occasione più sicura avrebbe cercato di contattare Maura almeno per dirle che era viva. Uscita dal bagno si mise a sedere sul letto e Joey le diede la sua colazione, non aveva fame ma il bambino doveva nutrirsi. "Posso sapere dove andremo?" chiese mascherando l'ansia che la divorava. "Spagna...ho alcuni parenti a Madrid e ho una piccola casa in cui possiamo stare...!" rispose cercando segni di disappunto sul suo viso. "Non sono mai stata in Spagna...non so una parola di spagnolo...e cosa faremo lì?...io sono incinta e non conosco nessuno...e poi...per favore Joey posso almeno spiegare la cosa a Maura? glielo devo, poi faremo come vuoi...ti prego...!" Jane si avvicinò a Joey di proposito, sapeva l'effetto che aveva su di lui, l'uomo le sfiorò il viso con le dita e Jane indossò un sorriso tirato. "Va bene...faremo di meglio...ti permetterò di vederla e salutarla...ma ad una condizione!" Joey si alzò e guardò Jane con occhi di ghiaccio "Indosserai questo...e se cercherai di toglierlo o di fregarmi...beh, sarai morta!" sputò aspramente porgendo a Jane uno strano giubbotto imbottito che poteva essere indossato sotto un abito. "Che cos'è?" chiese la bruna con il terrore negli occhi. "Un giubbotto esplosivo...con un timer...avrai un'ora per tornare da me...ti darò un indirizzo a cui andare, ha il gps e saprò sempre dove sei e un microfono per sentire quello che dici...se parli con qualcuno o se cerchi di toglierlo il timer si azionerà in automatico....eh beh...sai già come andrà finire!" Jane lo prese tra le mani e vide un Joey determinato e assolutamente fuori di testa che non aveva mai visto, la cosa la spaventò a morte, sperò solo che l'amore che lui provava per lei potesse giocare a suo vantaggio. "Va bene...dammi un'ora per parlare con Maura e poi...poi sarò tua...ma voglio qualcosa in cambio!" Joey la guardò in modo severo, ma annuì. "Io...voglio che nessun male sia fatto a Maura...me lo prometti Joey?" domandò mentre s' infilava il giubbotto. "Se sarai mia...te lo prometto! Non le farò nulla!...ora vieni, la chiamerai e le dirai quello che ti dirò...ti avviso Jane, se cerchi di fregarmi sei morta!" Jane annuì tra le lacrime. "Lo prometto Joey...non ti voglio fregare!" decise di dargli una prova della sua lealtà, si odiò per quello che stava facendo, ma oltre a se stessa non aveva altro da barattare. "Baciami!" l'uomo sbarrò gli occhi incredulo, non se lo aspettava "Sto aspettando Joey...!" rincalzò con voce roca e suadente, dovette fare appello a tutte le sue forze per non vomitare, cercò di immaginare che fosse Maura a darle il bacio, chiuse gli occhi e ingoiò quel briciolo di amor proprio e coraggio che Joey gli stava portando via con le labbra.

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