Capitolo 3

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"Tesoro non puoi non venire! Si offenderanno! Fallo per me!", mi pregò mia mamma a colazione. "Stiamo organizzando questa cena da un po'.. E poi tu e Luke state insieme!"

"Non stiamo insieme..", dissi facendo una smorfia "Lui è okay ma.. Non lo so.."

Mi accarezzò la schiena "Tesoro mio.. So che è difficile sopportare gente che non ti piace ma per favore, per tuo padre"

Sospirai "Mi è permesso venire senza calze o devo mettermi la gonna lunga al ginocchio?", poi feci una pausa "Derek non è mio padre, è tuo marito"

Mia madre fece una faccia triste "Quando imparerete ad andare d'accordo?"

Mi alzai di scatto "Mai, non credo andrei d'accordo con uno come Derek, e sai che c'è mamma? Che mi fa alquanto schifo che tu debba sottostare a tutto quello che dice lui, se lui dice che si va a cena dai Thomas, tutti a cena dai Thomas, da quando quell'uomo ti ha fatto chiudere con  papà mi sembri come se fossi una madonna addolorata, e io non ci riesco a vedere questa situazione. Mi tratta come se fossi una pezzente!"

"Forse sei tu che ti poni in maniera sbagliata con lui..", sospirò

Scossi la testa malinconica "No. Io con papà stavo bene, anche tu stavi bene. Da quando lui è arrivato a casa nostra con sua figlia sembriamo due povere recluse!"

In quel momento, Derek, il mio come avete capito patrigno, entrò nella cucina "State parlando di me?"

Lo squadrai "A quanto pare sì"

Prese una tazza di caffè "Questo fine settimana verrai a cena dai Thomas, Grace glielo hai detto?"

Mia mamma annuì "Ellen pensava di andare a dormire da Sarah, la sua amica"

"E farmi passare per quello maleducato? No, tu Ellen verrai con noi", disse autorevole

"Se no?", sfidai.

Derek mi guardò senza parole "Non sfidarmi", poi venne verso di me e mi prese il polso con forza "Se no ti metto in un collegio"

Resistetti alla tentazione di non piangere "Solo questo sai fare, minacciare, e basta"

Mi girò il polso con violenza, facendomi male "Impara a non sfidarmi, stronza".

"2 minuti di ritardo Ellen! Non è da lei!", la signorina Hollister sembrava scocciata. "Ha una motivazione valida?"

Prima di andare a scuola, mi avevo fasciato il braccio dove Derek aveva fatto la sua esibizione mattutina, aggiudicandomi  2 minuti di ritardo a scuola "L'autobus.."

Mi sedetti vicino a Christian senza neanche degnarlo di uno sguardo, ero vergognata di me stessa etenevo la manica della felpa il più possibile lunga per non dare a vedere della benda. "Ciao Ellen"

Feci un cenno freddo, e mi misi ad ascoltare storia.

Lui mi guardò stranito, e si mise a disegnare come sempre, come aveva fatto in ognuno di questi 5 giorni che era nella mia classe. Ad un certo punto la prof gli fece una domanda "La scoperta dell'america, McDonald"

"Ehm.. Mille.. Quattro... boh.", disse facendo spallucce.

"Ellen?", si rivolse a me.

Rimasi sorpresa da quella domanda, e tentai di ricordarmi bene la data esatta "Mille.. Trecento.."

"Sì dai! Millenovecento! Già che ci siamo! Voi due oggi siete totalmente assenti!", disse urlando la prof. "E tu Ellen non costringermi a chiamare i tuoi! L'ultima verifica è andata male, sai?"

Mi misi la testa tra le mani sospirando "Lo so, giuro che non accadrà più"

Christian in quel momento parlò "Ma scusi prof ma lei i cazzi suoi non se li sa fare?!"

Tutti si girarono a guardarlo e lui continuò "Se la prenda pure con me perché io di natura non studio quindi un rimprovero in più uno in meno non c'entra, ma non venga a fare la scenata alla signorina Castell che mi sembra la persona che qua dentro studia più di tutti. E ognuno di noi ha le sue giornate no, e non per questo dobbiamo essere crocifissi. Le sembra giusto minacciare un colloquio con i genitori ad una data sbagliata?"

Rimasi col fiato sospeso, il polso pulsava dal dolore. E supplicai dentro di me di far smettere a Christian di parlare, altrimenti avrebbe chiamato sul serio i miei genitori.. La professoressa lo guardò male "Stia zitto, che lei è l'ultima persona che può parlare"

"Non mi sento in dovere di stare zitto solo perché ho la media del 2, anzi, voglio solo dire che lei è una grandissima stronza, prima di tutto perché quando lei è arrivata in ritardo l'ha assalita, e secondo me chiedere che problema ha avuto non era una cosa brutta, e secondo il suo comportamento poco irrispettoso nei suoi confronti mi sembra fuori luogo", fece una pausa "Mi scusi ma lei non ha mai litigato con suo marito e quindi si sente poco stabile? Oppure non mi dica che quando aveva il ciclo non era spossata"

Tutti ridacchiarono alla sua ultima frase, ma io no, ero troppo spaventata della reazione della prof. Ma non rispose, si sedette e riprese a spiegare "Ragazzi, capitolo 4 paragrafo 2"

Mi arrivi dritto al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora