Capitolo 27

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Mi fece alzare da dov'ero seduta e si guardò intorno attento  "Sarà una macchina.."

"Christian qui qualcosa sta bruciando.. Sento le fiamme sotto il naso..", chiesi agitandomi. Il mio cuore stava battendo all'impazzata, avevo visto troppi film di omicidi premeditati e.. Ma mi convinsi che erano solo film. Ma quando sentii il rumore di un probabile tronco cadere anche lui assunse uno sguardo circospettoso. "Faremo meglio ad uscire da qua..", mi disse prendendomi per mano saldamente.

Ci avviammo verso le scalette che portavano fuori dal sottopassaggio, ma più ci avvicinavamo, più sentivamo odore di bruciato, e ad ogni passo vedevamo le fiamme arancioni che si dimenavano disordinate. "Christian..", dissi senza fiato.

Lo guardai, e deglutì  "Ellen.. Non impazzire.. Andrà tutto bene..". Fece qualche altro passo lasciandomi la mano, ed io lo rincorsi aggrappandomi al suo braccio "Le scale sono ricoperte di fiamme..", dissi soffocata dalla tensione

"Qualcuno ha appiccato un incendio", disse freddo. "Qui non si può passare, vieni passiamo dalla porta sul retro"

Mi tranquillizzai, c'era una seconda porta, e in pochi secondi saremo stati salvi. Andai verso la porta nera ricoperta da graffiti, e spinsi la maniglia, ma questa non si spostava, sembrava un incubo. Mi voltai con gli occhi sbarrati verso Christian "Dimmi che c'è una terza via d'uscita"

Christian si tolse la felpa dal caldo, rimanendo in canottiera, il calore delle fiamme avevano contagiato tutto il sottopassaggio "No, questa è l'unica porta", prese dalla tasca dei pantaloni una carta di credito "E dobbiamo cercare di uscire da qua". Mi feci da parte, e lo vidi inginocchiarsi per provare ad aprire la porta, io mi legai i capelli e mi trattenni dal piangere. Qualcuno ci aveva intrappolati lì dentro, e voleva a tutti i costi che non ne uscissimo vivi.

Due minuti.

Cinque minuti.

Dieci minuti.

Christian si alzò grondante di sudore "Questa maledetta porta non si apre!", fece nervoso. "E le scale a quest'ora saranno ridotte in cenere"

"Come facciamo a uscire?", chiesi terrorizzata. "Siamo bloccati qua sotto, e i cellulari non prendono!"

"Andrà tutto bene, ti riporterò a casa", mi ripeté cercando di non apparire impaurito quanto me.

Urlai, quando vidi alle sue spalle le fiamme che avanzavano "Christian.."

Si girò,  e mi buttò per terra lanciandomi la sua felpa "Rimani bassa, e cerca di respirare poco, abbiamo poco ossigeno"

Obbedii, e lo vidi correre verso una canna d'acqua, la quale era stata chiusa con una fascetta ferma cavo, lui con un movimento netto la forzò, riuscendo ad azionare l'interruttore, ma l'acqua non uscì nemmeno una goccia. Eravamo in trappola. Stavamo per morire. Qualcuno aveva pianificato tutto, ogni minima cosa.

Sentii il calore invadermi per tutto il corpo, ormai le fiamme erano sempre più vicine a noi "Christian..", era quasi un sussurro, sentivo la vista annebbiarsi. Tossii con il fumo in gola "Christian", lo chiamai ancora.

Si voltò, e venne verso di me, mi sollevò la testa mettendosela sulle ginocchia "Ellen andrà bene, te lo giuro. Ma devi restare con me", mi fece dandomi piccole pacche sul viso.

Fui inondata da un turbine di calore, che non riuscii neanche a parlare "Christian non mi sento più..."

"No no no Ellen, rimarrai con me, sei forte", disse prendendo il telefono "Dio rispondete..", fece chiamando per la terza volta il numero dei pompieri.

Vidi Christian sorridere e parlare al telefono, ma non riuscii a sentirlo, il calore del fuoco mi stava prendendo il cervello. "Stanno arrivando Ell.. Devi restare sveglia"

Respirai a fatica "Sto male.."

Mi prese in braccio abbracciandomi "Ellen, ci sono qua io, tra poco verranno a salvarci, devi stare tranquilla"

Ma non potei più dire niente, sentii un esplosione, e i miei occhi cedere, e il mio corpo si abbandonò ad un sonno profondo.

Mi arrivi dritto al cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora