Capitolo 5 "La resa dei conti"

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Adesso siamo io e la moto.

Cerco di capire quanto più mi è possibile la stabilità di questa moto e poi decido di controllare Richard, il mio avversario. Noto immediatamente che ha una buona padronanza della moto ma io posso batterlo e non sarà una moto rallentata a mettermi in difficoltà.

"Ok ragazzi siete pronti?. Il tragitto che dovete fare è tracciato per terra. Al mio sparo partite" ci dice Oscar

Io e Richard annuiamo

" Perfetto 3.....2....1...VIA!" appena sento dire via parto come una molla così come il mio avversario ma io mi lascio superare per mia volontà

Naturalmente non mi lascio superare per farlo vincere, ma perché ho una mia strategia e lui sembra esserci cascato in pieno. Nel momento in cui lui capisce che ha praticamente vinto e che si ricorda che la mia moto è più lenta della sua, inizia a rallentare per non rischiare più la vita perché si per chi non sa portare la moto, o anche per chi la sa portare ma va a delle velocità molto alte è rischioso.

In quel momento, nel momento in cui capisco che ha abbassato la guardia decido di premere più che posso il piede sull'acceleratore, lasciando completamente il freno, faccio una curva che quasi sembra che con il mio corpo tocco terra, sento l'adrenalina scorrere dentro ogni parte del mio corpo ed è lì che la mia mente si libera, smette di pensare e inizia a godere del vento che gli arriva in faccia.

Il traguardo è vicino, ho appena superato il mio rivale che mi guarda sconcertato. Prova a raggiungermi ma con scarsi risultati perché ormai io sono arrivata al traguardo sotto lo sguardo incredulo di tutti.

Mi levo il casco e vado dall'unica persona  in quel gruppo a cui voglio sbattere in faccia la verità.

Mi sta fissando con un sorrisetto che potrebbe farmi venire in un secondo e poi all'improvviso come se mi avesse letto i pensieri inizia a parlare.

"Cosa devi dirmi Williams" mi dice lui con fare disinteressato

"Cosa vuoi che ti dica Brown?" ribatto prontamente io

"Hai giocato d'astuzia, e ascoltami bene, ragazzina del cazzo, i patti sono patti e quando do la mia parola non la rimangio mai, per cui tu adesso entri a far parte del nostro gruppo ma alla prima cazzata giuro che ti faccio fuori con le mie stesse mani" quello che mi dice mi fa avere un brivido dietro la schiena , ma non è la paura perché lo so che non mi farebbe mai del male.

"Non ho paura di te. Quindi risparmia il fiato perché in questo momento stai dando solo aria alla bocca per farti sembrare minaccioso , ma lo sappiamo entrambi che non mi faresti mai del male" dico io sbuffando

"C'è un problema però io non voglio sembrare minaccioso, io sono minaccioso" mi risponde lui

"Beh per quelli come te l'importante è crederci di esserlo!" si lo sto provocando perché sto anche morendo dalla voglia di sapere lui prima cosa intendesse.

"Vuoi sapere cosa penso di te eh !" io annuisco e lui continua.

"Penso che tu sia una delle solite ragazzine viziate, con la puzza sotto il naso e che pensano di sapere tutto loro, ma in realtà non sanno nulla della vita che c'è fuori dal loro mondo. E sai perché non conoscono la vita al di fuori del loro mondo? perché tanto ci stanno i soldi di papino" a quelle parole sento che le lacrime stanno minacciando di scendere, poteva dire tutto di me ma non questo.

"Non sai quello che ho passato, non ti permetto di etichettarmi solo perché sono una ragazza all'apparenza forte" ribatto io cercando di controllarmi

"Andiamo Em! Cosa hai dovuto passare tu? tuo padre che non ti comprava la borsa Chanel che ti piaceva o tua mamma non ti faceva fare le unghie come volevi tu" a quel punto sento di non poter più trattenere le lacrime.

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