Capitolo 12 "La gara di coppia"

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Dopo aver fatto una lunga dormita, decido di alzarmi dal letto e scendere giù a mangiare qualcosa, li trovo seduta Mia che sta fissando il suo telefono in modo accigliato, le ho detto che l'avevo perdonata per non sentire le sue lamentele, anche perché effettivamente io ed Edward non siamo nulla, ma lei dopo avermi detto tutte quelle cose non aveva il diritto di fare quello che ha fatto. Oltre ad averla perdonata per questo però, l'ho fatto anche perché c'è qualcosa che ultimamente in lei non mi convince, per cui preferisco far il cosiddetto "Buon viso a cattivo gioco".

La giornata procede in maniera abbastanza tranquilla, dopo essermi svegliata sono andata ad allenarmi con la moto in vista della gara che dovremmo  affrontare domani, non ho mai eseguito una gara in coppia, non so neanche in cosa consiste, una cosa è certa però, di certo non possiamo guidare entrambi una stessa moto, quindi o guiderà Edward o io , a meno che non consista  nel guidare due moto distinte e separate. A dirla tutta non ho neanche troppa voglia di gareggiare insieme ad Edward dopo tutto quello che è successo, penso che chiuderò e lascerò  stare quello che non ho mai iniziato. Non è un ragazzo affidabile e io adesso ho avuto la certezza che non posso fidarmi di lui anche se ad essere onesta, quando sono con lui sento che nessuno può toccarmi, e questo in merito a tutto quello che ho passato mi fa sentire protetta.

Nessuno a parte me sá cosa ho subito, dall'esatto momento in cui i miei genitori sono morti, il mondo mi è crollato sulle spalle.

Tutti dicono che sia stato un'incidente, in quanto la macchina non andava molto bene, ma io sono certa che qualcuno ha rotto di proposito i freni di quella fottuta macchina, e lo penso perché la macchina era stata comprata da appena due giorni, prima di prenderla l'avevamo revisionata tutta, da cima a fondo, e non aveva nessuno tipo di problema.

Naturalmente però nessuno sapeva che la macchina fosse stata comprata da appena due giorni, tranne io, ma potevano mai dare ascolto ad una ragazzina di 15 anni, non penso proprio.

Penso che ci siano ancora tante cosa che devo scoprire sul mio passato, ma adesso non ne ho la forza, sono venuta qui per dimenticare non per farlo riemergere. Eppure tutto mi riconduce a quello.
Samantha che sa del mio passato.
Abigail altrettanto.
Mia strana come non mai.

C'è qualcosa che non va, me lo sento.

Tutto mi riconduce a quel pezzo di merda, il suo nome era Jason, era assolutamente un bell'uomo ma non aveva un'anima, era cattivo, cinico e arrogante, tuttavia era socio in affari di mio padre, quindi ahimè si trovava molto spesso a casa nostra. Aveva sempre avuto una strana ossessione nei miei confronti, mi guardava sempre quando eravamo tutti a cena, mi rimproverava con lo sguardo quando uscivo con le mie amiche il pomeriggio e non restavo a casa con loro, una volta mi tirò anche uno schiaffo quando i miei genitori erano ancora in vita, per come mi ero vestita ma non ci feci molto caso, pensavo lo avesse fatto per il mio bene.

Cerco di scacciare via tutti i miei pensieri e osservando l'orario decido di ritornare a  casa e mettermi a dormire in vista della gara di domani.

Edward

Vengo svegliato dalla luce del sole filtrata dalle tapparelle semichiuse della mia finestra. Perché dimentico sempre di chiuderle ??.

Visto l'orario decido di rimettermi a dormire, dato che devo essere carico per stasera, ma appena sto per farlo delle urla femminili mischiate a quelle maschili mi svegliano definitivamente. Metto un pantaloncino della tuta, senza pensare al sopra, rimanendo così a petto nudo.

In questa casa viviamo a tre persone: ovvero io, Richard e Liam che siamo i più legati in quel gruppo. Ritengo loro la mia famiglia, forse perché non l'ho mai avuta.

Non vado fiero del mio passato, come non vado fiero di quello che sono oggi.

Il mio passato mi ha fatto essere quello che sono adesso , ovvero, uno stronzo senza sentimenti che non pensa a nessuno.

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