30. Il ritorno

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All'asterisco *, la seguente traccia audio: http://youtu.be/EGJxK6POGjY

Per quanto Aria ci avesse provato, stare da sola era la cosa che più preferiva in quei momenti.
La gente nei corridoi la guardava in continuazione.
Si sentiva come un animale allo zoo: tutti ti guardano, ma nessuno ti aiuta o sa davvero chi sei.
Nessuno sapeva il dolore e il vuoto che si portava dentro.
Si svegliava ogni mattina e guardava il letto vuoto di Blossom. Sperava di vederla arrivare già vestita, per ricordarle quanto Taylor fosse gentile e premuroso con lei. Ma Blossom non arrivava mai, e mai sarebbe arrivata.
Anonymous le aveva portato via anche lei, insieme a Zayn e alla sua intera esistenza.
Aria avrebbe voluto concludere i suoi studi in maniera impeccabile, ma arrivata a quel punto, l'unica cosa che le importava davvero era di uscire sana e salva, e che con lei uscissero anche i cinque.
Sperava davvero che Zayn tornasse il prima possibile.
Aveva paura che potesse succedergli qualcosa di brutto.
Nella Sala Grande, l'unico a rivolgerle la parola, escluse Sarah e Catherine che provavano a tenerle compagnia, era Taylor.
Forse soltanto lui sapeva come potesse sentirsi Aria. Anche lui era taciturno, non parlava più con nessuno, quasi non toccava cibo e, a giudicare dalle sue occhiaie, non dormiva parecchio.
Erano sempre stati loro tre, fin dall'inizio del loro primo anno a Hogwarts.
Aria aveva visto in Taylor un ottimo amico, era un ragazzo in gamba, di cui poteva fidarsi ciecamente.
Loro tre avevano sempre fatto tutto insieme. Studiavano, si davano una mano a vicenda. Aria e Taylor erano senza ombra di dubbio i più bravi, Aria era addirittura qualche passo avanti rispetto a Taylor, il quale la guardava con ammirazione e non aveva mai nascosto di essere un po' invidioso della sua bravura, a tal punto da iniziare una specie di sfida fra loro due, che prendevano sempre con filosofia e che finiva ogni anno con una grossa risata. Blossom aveva sempre avuto un debole per Taylor, e per lui era lo stesso. La loro infinita fase di corteggiamento era terminata proprio quell'anno e soltanto loro due sapevano i ricordi che si portavano dietro.
Per Taylor, scoprire la morte di Blossom, doveva esser stato atroce.
Aria ritenne una fortuna che lui non fosse stato lì quando c'era anche lei; la vista di Blossom in quello stato, l'avrebbe turbato ancora di più.
I giorni si susseguivano con una monotonia assurda. Il dolore per la perdita di Blossom era sempre presente, sembrava come un'ombra che la seguiva e non la lasciava mai sola.
Non aveva più parlato con Louis, le loro strade non si incrociavano mai, ma sperava che lui e Harry facessero pace.
Harry, che aveva iniziato ad aiutare. Ogni tanto andava a controllare se la piccola Annie stesse bene. Harry non sapeva ancora cosa fare precisamente con lei, sapeva benissimo che tenere una bambina lì non era possibile, ma non trovava un'altra soluzione e Aria non gli era poi tanto d'aiuto.
Più guardava quella bambina, più notava cose che la facevano somigliare al padre.
Gli occhi di Harry si illuminavano ogni volta che la vedeva e la teneva stretta a sé, come se qualcuno potesse portargliela via da un momento all'altro.
Le parlava, le leggeva storie, le cantava canzoni per farla addormentare. Harry si preoccupava sempre, a volte restava lì a studiare, per avere la situazione sotto controllo.
Aria andava con lui un po' perché si era affezionata anche lei a quella bambina, un po' perché voleva davvero aiutare Harry, e un po' anche perché voleva sentirsi meno sola.
Anche quel giorno era andata a trovare la piccola Annie insieme ad Harry. Quando erano arrivati, lei dormiva.
Adesso sedeva fuori, sulla solita roccia, con un libro in mano.
*Il cielo era nuvoloso, probabilmente avrebbe iniziato a piovere molto presto.
Aria leggeva ma non c'era con la testa.
Avrebbe voluto fare qualcosa, cambiare quella situazione, scoprire chi fosse davvero Anonymous e fargliela pagare cara. Ma continuava a stare lì, seduta su quella roccia.
Le mura di Hogwarts non erano più quel posto sicuro di una volta. Adesso le trasmettevano soltanto ansia e pericolo.
Sollevò lo sguardo, scrutando la Foresta Proibita davanti a sé.
Si ricordò delle parole della McGranitt. Di quando le aveva detto di fare attenzione e di quando aveva rivelato che qualcuno sembrava stesse aggirando la scuola dall'esterno.
Era Anonymous, oppure era un altro personaggio? La figura di cui Anonymous stesso aveva parlato tramite il corvo?
Aria si passò una mano sulla fronte, spostandosi alcuni ciuffi che le infastidivano il viso, sentendosi completamente perduta.
Le veniva da piangere ogni volta che ci ragionava.
Anonymous sapeva tutto di lei e degli altri, mentre lei non sapeva nemmeno come comportarsi con sé stessa.
Stava per chiudere tutto e tornare dentro il castello, visto il buio che la circondava, ma si fermò sentendo un fruscio strano.
Proveniva dalle erbacce davanti a lei.
Restò immobile, guardando davanti a sé.
Un ramoscello si spezzò, ed era più vicino del rumore precedente.
Sentì delle pietre rotolare più giù, e fu sicura che qualcuno o qualcosa si stesse dirigendo dalla sua parte.
Si alzò in piedi, tirando fuori la bacchetta, pronta a difendersi.
Sentì altri rumori e il suo cuore prese a battere più forte che mai.
Era buio, non si vedeva niente, perfino la Luna era stata coperta dalle nuvole e in lontananza si sentivano i primi tuoni.
Fece un passo avanti, decisa a sfidare o almeno ad intimorire chiunque si stesse avvicinando a lei.
Si voltò di scatto verso la sua sinistra, sentendo un improvviso rumore, susseguito poi da una specie di ruggito sommesso.
Incrociò un enorme cane dagli occhi ambrati e il pelo nero, sporco, che la guardava con aria minacciosa.
Lo riconobbe immediatamente, lasciando cadere la bacchetta.
Zayn apparve davanti ai suoi occhi, sporco, coi vestiti rovinati e lo sguardo puntato su di lei.
- Sei tornato. - fu l'unica cosa che riuscì a dire, in un sussurro, incredula.
Avrebbe voluto abbracciarlo, sentendo che sarebbe potuta scoppiare a piangere da un momento all'altro.
Fece un passo avanti verso di lui che, tuttavia indietreggiò.
- No. Non andare via, ti prego.
Zayn la fissava con uno sguardo che Aria non aveva mai visto.
Era arrabbiato, come se vederla non avesse migliorato le cose.
- Cosa ci fai qui? - le domandò.
Aria solo in quel momento si rese realmente conto di ciò che aveva fatto per tutto quel tempo. Guardò la roccia alle sue spalle, ancora col libro sopra, e poi di nuovo Zayn.
- Aspettavo che tornassi.
Lui si voltò da un'altra parte, come a non volerla sentire.
Poi si voltò di nuovo verso di lei, andandole incontro.
Per un attimo Aria credette che lui la stesse perdonando, ma Zayn la superò, diretto verso l'ingresso.
Lei restò paralizzata qualche istante, incredula. Poi si voltò di scatto, seguendolo con lo sguardo.
- So che sei arrabbiato con me. - gli urlò dietro. Zayn si fermò ma rimase di spalle. - Hai tutte le ragioni di questo mondo, ma devi ascoltarmi.
- Perché? - si voltò, alterato.
Aria iniziò a martoriarsi le mani.
- Perché mi dispiace.
- Ti dispiace? - sbraitò lui. - Cosa dovrebbe fregarmene di questo? Io mi sono fidato di te, Aria! E non appena la nostra storia finisce, cosa fai? Sesso con Harry. Harry, dannazione! Il mio amico!
- Zayn, non è come pensi, dico davvero... è stato un incidente, né io né lui volevamo, eravamo ubriachi e...
- Liam aveva ragione a dirmi di stare attento. Avrei dovuto dargli ascolto, ma ho preferito dare fiducia a te piuttosto che al mio migliore amico.
Si voltò di nuovo, deciso a rientrare nel castello.
Aria gonfiò il petto, sentendo crescere in lei una rabbia smisurata.
- Sono rimasta qui dall'esatto momento in cui ho scoperto che non c'eri più. - urlò. Zayn si fermò di nuovo, senza voltarsi. - Sono venuta qui ogni volta, dopo che le lezioni finivano fino a notte fonda con soltanto una coperta sulle spalle per riscaldarmi un po'. Ho passato qui ogni singolo giorno, ho chiesto agli altri se avessero tue notizie e ti ho mandato lettere con i gufi, chiedendo loro di trovarti.
Il Grifondoro si voltò. Aria aveva le lacrime agli occhi dal nervoso.
- Ho pensato e pianto per te tutto questo tempo, sperando di vederti sano e salvo, anche se questo avrebbe comportato non averti più al mio fianco. Ho fatto un errore e me ne pento amaramente, e puoi essere arrabbiato con me quanto vuoi. Ma non dirmi che non tengo a te, perché mi son lasciata morire qui tutto questo tempo, pregando ogni dannata notte che tu stessi bene, ovunque fossi.
Aveva sbraitato tutto quanto con un ferocia mai provava prima.
Una lacrima le cadde sulle guance e la asciugò velocemente.
Si abbassò a prendere la bacchetta e recuperò il libro.
Zayn non disse niente, restò a guardarla con la fronte corrugata.
Aria non aspettò altro. Lo superò e corse dentro il castello, maledicendo tutto il tempo che aveva passato lì fuori, al gelo.
Camminava col fiatone, innervosita dalla discussione appena avuta.
Era arrabbiata e delusa, ne era sicura. Ma quando si fermò in mezzo al corridoio, lasciando che la rabbia si dissolvesse nel nulla, sentì il cuore riempirsi nuovamente.
Non importava se Zayn non volesse perdonarla. Era tornato, e ciò bastava.
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//Tali

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