1. Durmstrang

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Aria scese dal treno guardandosi attorno.
La stazione era gremita di ragazzini che oscillavano fra gli 11 e i 17 anni.
Spostò un po' lo sguardo, vedendo quella stazione come un punto familiare, e contemporaneamente cercando un punto di ritrovo. Scorse Taylor fare segno a tutti quelli dell'ultimo anno come il suo, di seguirlo.
Nella miriade di ragazzini semi-dispersi, che andavano alla ricerca di un aiuto, Aria raggiunse Taylor e il suo gruppo, salutando ogni tanto qualcuno.
- Aria!
Blossom le saltò addosso e la abbracciò, facendole sfuggire un sorriso.
- Le tue cartoline erano così belle, ma vederti di persona è sempre un'altra cosa. Come stai?
L'amica bionda era cresciuta di qualche centimetro. Aveva tagliato i capelli, li aveva fatti molto corti, e questo aveva risaltato la forma dei suoi occhi neri come il carbone.
Le sue labbra erano rosa e carnose, e il suo fisico faceva invidia alle ragazze francesi.
Aria si strinse nelle spalle.
- Non c'è male. Tu?
- Euforica, come ogni anno.
E si vedeva. Se c'era una cosa che Blossom non riusciva a fare, era nascondere le proprie emozioni.
Si voltò un istante e salutò qualcuno leggermente più infondo.
- Ho sentito che quest'anno ci saranno delle novità.
- Novità? Di che tipo?
Blossom fece spallucce.
- Non ne ho idea. Ma lo scopriremo presto.
- Settimo anno, anche voi da questa parte.
Taylor fece segno anche a loro due di seguirlo, e un sostanzioso gruppo si mosse dalla stazione.
Il gruppo arrivò a delle carrozze, dove gli studenti salivano a gruppi di 4.
Aria e Blossom presero due posti in una carrozza. Blossom cercò in ogni modo di far salire Taylor con loro, visto che da anni aveva un debole per lui, ma questo fu trainato dai suoi compagni dentro un'altra carrozza.
- Non preoccuparti, l'anno non è neanche iniziato. - la rassicurò Aria. Blossom fece spallucce, come a voler far finta di niente.
Aria fece per chiudere lo sportello della carrozza convinta che nessuno salisse con loro, quando una mano afferrò la sua e la costrinse a lasciare la carrozza aperta.
Una ragazza dai lunghi capelli rossi e gli occhi azzurri, il viso coperto di lentiggini e un ghigno sul viso salì e si sedette di fronte a Blossom, che la guardò quasi pietrificata. Dopo di lei salì un'altra ragazza con i capelli molto lunghi, ricci e neri, e una frangia che le ricadeva poco sopra gli occhi, questi di un verde-acqua, tendente all'azzurro. La pelle era molto bianca, ma le labbra erano di un rosso abbagliante.
- Ciao Aria. - salutò.
Questa la squadrò con sfida.
- Ciao Hellen.
Hellen ed Aria erano acerrime nemiche. Nessuna delle due aveva un motivo preciso, ma non erano mai andate d'accordo.
Hellen era l'esatto opposto di Aria, la quale aveva i capelli castani e gli occhi color nocciola.
- Che coincidenza, sulla stessa carrozza. - squittì la nera.
Lana, la sua migliore amica, annuì con la testa, guardando Blossom dritta negli occhi.
- Pensavo non ti piacesse stare con i comuni mortali.
- Ogni tanto è una cosa che si deve fare, per constatare che i propri nemici siano ancora in grado di stare al tuo passo.
- Che pensiero carino.
La carrozza partì con uno scossone, e nessun'altra parlò per tutto il tempo.
L'anno non era iniziato nel migliore dei modi né per Aria, ancor meno per Blossom che avrebbe certamente preferito la presenza di Taylor lì con loro.
Quando la carrozza si fermò, Lana ed Hellen scesero per prime e né Aria né Blossom le fermarono: non volevano avere nulla a che fare con loro, e le lasciarono andare senza proferire alcun verbo.
A quel punto, anche loro uscirono dalla carrozza, e si fermarono entrambe a guardare il panorama.
Davanti a loro, incastrato fra la natura, si ergeva l'edificio che le avrebbe ospitate fino alla prossima estate, per l'ultima volta nella loro vita: il castello di Hogwarts.
L'aspetto di quel castello era ogni anno una rassicurazione, la firma che lì dentro fossero davvero al sicuro da ogni pericolo e timore, fiere di essere delle streghe e in compagnia di persone pari a loro.
Taylor, il prefetto, raggruppò di nuovo tutti gli studenti della sua casa e, quando fu sicuro della presenza di tutti, li accompagnò verso il castello.
- Se c'era una cosa che non mi era mancata era questa faticosa salita. - brontolò Blossom, che si tirava su la divisa. Arrivarono all'ingresso, incontrarono qualche vecchio compagno e poi entrarono anche nella Sala Grande. Il soffitto, che cambiava ogni sera a seconda dell'atmosfera, era stato addobbato con delle candele e rifletteva il cielo stellato di fuori. I professori erano già seduti ai loro posti, e il custode dava gli ordini per entrare secondo le norme morali.
Aria e Blossom si sedettero al loro tavolo, una accanto all'altra.
Dall'altra parte, sul tavolo Serpeverde, Hellen le guardava entrambe e sorrideva appena.
Aria distolse lo sguardo, sentendo un brivido percorrerle la schiena. Quel sorriso le metteva ogni volta una certa ansia, perché non prometteva nulla di buono.
Una volta Hellen le aveva bruciato tutti i libri e tutte le divise. Aria sapeva per certo che era stata lei, anche se non ne aveva le prove, ma proprio per questo non poteva di certo accusarla, quindi si era dovuta ricomprare tutto con i propri risparmi.
Ancora allora, solo a pensarci, le veniva voglia di tirarle un pugno sul viso.
Taylor si sedette accanto a Blossom, sfiorandole appena i capelli con una mano, e lei rabbrividì, strabuzzando gli occhi in direzione di Aria. Si voltò solo quando il sedere di Taylor fu saldamente posato sulla panca in legno del loro tavolo.
- Hey, B. Come stai?
Blossom arrossì vistosamente, e aprì bocca per rispondere.
- Bene, grazie. E tu?
Lui annuì con la testa.
- Non c'è male, grazie mille.
Allungò una mano sulla sua cravatta nera e blu, e la sistemò con un mezzo sorriso. Blossom si sentì mancare.
- Ecco fatto, così sei perfetta.
Aria si voltò dall'altra parte, trattenendo un sorriso e facendo finta di non notare il rossore sugli zigomi dell'amica.
Una volta che tutti gli studenti furono dentro e seduti ai propri posti, il vicepreside Silente, nonché l'insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, fece il suo ingresso nella Sala Grande. Al suo seguito, una miriade di giovanotti di 11 anni che si guardavano attorno meravigliati e spaventati allo stesso tempo.
Blossom disse almeno 5 volte la frase: - Quella somiglia a me il mio primo giorno di scuola!
Il Cappello Parlante fece il suo ingresso in scena, applaudito calorosamente da tutti i presenti, tranne dai bambini che sembravano alquanto spaventati, e poi iniziò lo smistamento.
Ad ogni ragazzino smistato, la rispettiva casa rispondeva con un boato di gioia, sperando di non aver acquistato una peste nata.
Solo quando lo smistamento fu terminato e il professor Silente portò via il Cappello Parlante, la preside, ovvero la professoressa McGranitt, si avvicinò al leggio e iniziò a parlare.
- Buonasera a tutti, studenti e studentesse. Anche quest'anno la scuola di Hogwarts è orgogliosa di accogliervi tutti qui, nella speranza di formarvi per diventare, in futuro, dei maghi eccezionali. Colgo l'occasione per dare il benvenuto ai nuovi arrivati del primo anno, appena smistati, e vi elenco le regole: non è permesso andare nella Foresta Proibita senza l'accompagnamento di un professore o di un adulto; non è permesso girare nel castello dopo la mezzanotte; alla fine di ogni cena ogni studente dovrà recarsi al proprio dormitorio; i prefetti di ogni casa vi spiegheranno dove trovare il passaggio per il vostro dormitorio, e la parola d'ordine; non ci si può materializzare o smaterializzare a Hogwarts; è vietato abbandonare il castello senza avvisare un docente. Di seguito, vi informo che le lezioni inizieranno domani e che ogni mattina la colazione verrà servita alle ore 7,30 qui nella Sala Grande. Le lezioni cominceranno alle 9,00 per terminare con la pausa pranzo e riprendere alle 13,00.
Gli studenti del primo anno, appena smistati, iniziarono a mormorare tra di loro, e si aggiunse anche qualcuno più grande per dargli qualche delucidazione su chi fosse il prefetto o per raccontare qualche aneddoto della scuola.
La McGranitt aveva quasi finito di parlare, quando il professor Silente comparve di nuovo al suo fianco e le sussurrò qualcosa all'orecchio. Lei annuì con la testa e si rivolse di nuovo ai suoi studenti.
- Vi prego di porre ancora per qualche minuto la vostra attenzione a quello che vi sto dicendo. Non era mai successo prima, ma abbiamo saputo dell'arrivo di cinque studenti inglesi, che hanno frequentato presso la scuola di Durmstrang.
Gli studenti si zittirono, guardando la McGranitt interessati. La scuola di Durmstrang aveva sempre suscitato un certo fascino tenebroso, per via dei suoi studenti e dei suoi programmi.
Il professor Silente rientrò portando anche il cappello parlante. Aria si sedette meglio per vedere di più.
- Gli studenti in questione, dunque, devono essere smistati nelle case. - La McGranitt si voltò verso il professore. - Li faccia entrare.
Lui si diresse verso la porta della Sala Grande, e la aprì. Tutti si voltarono.
Uno ad uno, i cinque ragazzi di Durmstrang, entrarono nella Sala Grande.
Tutti e cinque alti, di bell'aspetto, con un portamento tutto loro. Le ragazze iniziarono a mormorare fra di loro.
I loro cinque sguardi erano gelidi, scrutavano tutto e tutti quasi sfidando chiunque gli si trovasse davanti.
Seguirono il professor Silente fino al tavolo degli altri professori, passando in mezzo alla tavolata dei Grifondoro e dei Corvonero.
Tre erano castani, due dei quali con i capelli ricci. Il primo aveva gli occhi castani, il secondo verdi e il terzo azzurri. Uno era biondo, anch'egli con gli occhi azzurri. L'ultimo, invece, aveva una carnagione leggermente più scura, i capelli neri e gli occhi castani.
Aria, che stava seduta dalla loro parte, si voltò a guardarli. Incrociò lo sguardo dell'ultimo ragazzo, e lo seguì finché arrivò davanti al Cappello Parlante.
La McGranitt sorrise a tutti e cinque, ma nessuno di loro ricambiò. Forse scossi, forse spaventati, forse troppo sicuri di sé fino a chiedersi per quale motivo fossero lì.
- Li hai visti? - mormorò Blossom a voce bassa.
Aria annuì soltanto, mentre la McGranitt prendeva una pergamena e la srotolava.
- Liam James Payne.
Uno dei due ragazzi dai capelli mossi si fece avanti, e la McGranitt gli fece segno di sedersi. Lui eseguì, e poco dopo si trovò col Cappello Parlante sulla testa. Questo iniziò subito a parlare.
- Molto interessante... mh... Liam... una famiglia benestante, una testa saldamente attaccata alle spalle... mh... c'è anche un pizzico di ingegno e una piuma di cattiveria che non guasta mai... credo di sapere dove andrai... Corvonero!
Blossom balzò sul posto e iniziò ad applaudire, seguita da tutta la sua tavolata.
Tutta la situazione aveva messo una certa ansia, perfino al tavolo dei Serpeverde.
Il ragazzo, Liam, si alzò e gli venne indicato dove andare. Blossom si spostò verso Taylor, lasciando fra lei e Aria uno spazio sufficiente a far sedere il nuovo arrivato. Aria cercò di lanciarle uno sguardo per farle capire che non lo voleva vicino, ma non ci riuscì, e fu costretta a spostarsi ulteriormente per farlo sedere.
Lui prese posto.
- Grazie. - disse accennando un sorriso, il primo che lei vide.
- Non c'è di che.
Avrebbe ucciso Blossom, ne era sicura. L'avrebbe strangolata nel sonno quella sera stessa.
- Louis William Tomlinson.
Il ragazzo dagli occhi azzurri e i capelli castani si fece avanti, e si sedette. Il Cappello gli fu posato sul capo, e parlò.
- Una personalità molto leale, forse anche troppo. La tua testa dice che sei anche prudente e intelligente, ma la tua tolleranza prevale su tutto. So bene dove metterti... Tassorosso.
Il tavolo dei Tassorosso applaudì e lo accolse calorosamente.
- Harry Edward Styles.
L'ultimo ragazzo castano, con i capelli ricci e gli occhi verdi si sedette sulla sedia e il Cappello parlò ancora prima di essere completamente posato sul suo capo.
- Ah! - esclamò. - Buffo!
- Cosa? - domandò di getto il ragazzo, l'unico che aveva parlato al Cappello, quella sera.
- Ogni volta che incontro uno come te, so subito dove mettervi.
Il ragazzo sorrise, spostando lo sguardo alla sua destra, al tavolo verde e argento.
- Serpeverde.
Leccandosi appena le labbra, Harry si alzò, posò il Cappello sulle mani della preside, e si diresse con passo sicuro verso il tavolo che splendeva quanto i suoi occhi, in quel momento.
Aria vide Hellen fare spazio al nuovo arrivato, per farlo sedere accanto a lei.
- Niall James Horan. - La McGranitt richiamò l'attenzione a sé.
Il ragazzo biondo e dagli occhi azzurri si sedette sulla sedia e attese che il Cappello parlasse.
- Personalità molto leale e tollerante anche la tua, Niall... davvero molto corretto. Tassorosso!
Il tavolo dei Tassorosso si scaldò una seconda volta, e il compagno Louis applaudì felice, facendogli spazio accanto a sé.
La McGranitt consultò un'ultima volta il foglio che aveva tra le mani, e lesse l'ultimo nome.
- Zayn Jawaad Malik.
L'ultimo ragazzo, ovvero quelli dai capelli neri e leggermente scuro di carnagione, si sedette.
- Un vero cavaliere... mh... sì, vedo molto coraggio in te... ma vedo anche intelligenza, lealtà nei confronti dei tuoi amici... hai un cuore grande, Zayn... un cuore in grado di sopportare qualsiasi cosa, anche un alto tradimento, non è così?
- Smettila. - sibilò il ragazzo.
Il Capello fece una smorfia.
- Il tuo coraggio e la tua lealtà sono molto contrastanti, devo essere sincero... mh... ma forse... sì, forse so cosa è meglio per te...
Aria sentì il ragazzo accanto a sé pronunciare a bassa voce "Corvonero".
Ma il Cappello non chiamò quella casa.
- Grifondoro!
Il tavolo rosso e oro, che fino ad allora non aveva avuto nessuno dei nuovi arrivati di Durmstrang, esplose in un boato di gioia, e accettò il nuovo membro con un caloroso applauso.
Zayn si lasciò togliere il cappello e si diresse verso il tuo tavolo, sorridendo ai suoi nuovi compagni.
Liam, al fianco di Aria, sospirò e voltò lo sguardo altrove.
La professoressa McGranitt mise a posto la pergamena, e il professor Silente fece sparire il Cappello Parlante.
- E ora, che il banchetto abbia inizio.
Improvvisamente tutte le tavole vennero imbandite con deliziose pietanze, e solo allora Aria si accorse di quanta fame avesse.
Blossom e Taylor parlavano tranquillamente fra di loro, e ogni tanto lui si rivolgeva al nuovo arrivato per sapere se avesse bisogno d'aiuto. Lui aveva sorriso e aveva risposto dicendo che sapeva già tutto quello che gli interessava.
- Quindi prima stavi a Durmstrang. - Aria cercò di rompere il ghiaccio.
Liam la guardò appena, facendo finta di niente.
- Ok come vuoi, non ti scoccio.
Il ragazzo prese il bicchiere in mano per bere, poi si bloccò prima che le sue labbra toccassero il bordo.
- Scusa, tu non c'entri niente.
Aria continuò a mangiare, poi lo guardò voltandosi lentamente.
- Dici a me?
Liam annuì con la testa.
- Allora riesci ad avere un contatto umano con qualcuno.
Il ragazzo si decise a bere.
- Siete tutti così sarcastici qui dentro?
Aria scosse la testa.
- No, ti sei solo seduto accanto alla persona sbagliata.
- Intendi te o la tua amica che continua a farmi gli occhi dolci mentre il suo ragazzo le è seduto accanto?
Aria lo guardò e poi spostò lo sguardo verso Blossom.
- Punto primo, - abbassò la voce per non farsi sentire. - non è il suo ragazzo e non credo affatto che ti stia facendo gli occhi dolci. E punto secondo, era riferito a me.
Riprese a mangiare, stizzita.
- Quindi deduco che il tuo nome sia acido almeno quanto te.
- E' un modo piuttosto inusuale di fare conoscenza, e non credo che tu possa avere molta fortuna di questo passo.
Lui rise e le porse la mano.
- Sono Liam.
Aria lo guardò ricambiando il sorriso. Si pulì le mani con un tovagliolo e poi strinse la sua destra.
- Aria.
- Ah, allora non hai un nome acido.
Avrebbe voluto ribattere, ma la testa di Nick Quasi-senza-testa comparve sul vassoio davanti a lei, facendola balzare.
- Ops! Credo di aver sbagliato tavolo!
Il fantasma ammiccò in direzione della studentessa Corvonero, e poi sparì di nuovo, per apparire qualche istante dopo al tavolo dei Grifondoro.
- Non mi vuoi dire perché siete venuti qui e come vi conoscete, visto che siete di personalità così diverse?
Liam s'irrigidì e guardò altrove.
- Forse in un altro momento.
Aria non insistette, captando il suo sguardo turbato.
I fantasmi entrarono a creare un po' di scompiglio fra i tavoli, spaventando gli studenti del primo anno che non li avevano mai visti prima d'allora.
Dopo la cena, tutti i prefetti accompagnarono i propri compagni di casa nelle rispettive Sale Comuni.
Taylor condusse il proprio gruppo su per la Torre dei Corvonero, fino alla porta chiusa a chiave.
Il fantasma della Dama Grigia apparve ai ragazzi, e li guardò uno ad uno.
Liam comparve al fianco di Aria.
- Chi è?
- Helena Corvonero, meglio conosciuta come la Dama Grigia. E' il fantasma della casa. Ogni volta che vuoi entrare nella Sala Comune dovrai rispondere alla domanda che ti pone.
- E se non so la risposta?
- La cerchi e la trovi.
- Molto semplice.
- Nessuno ha detto che era semplice.
La Dama Grigia richiamò la loro attenzione, ponendo il suo indovinello.
- Che cosa si mantiene all'insaputa di tutti?
Taylor si voltò verso quelli del primo anno, ma nessuno disse niente.
- Un segreto. - rispose Blossom.
La Dama scosse la testa, fluttuante davanti ai loro occhi.
I Corvonero iniziarono a pensare a voce alta.
- L'identità? - propose qualcuno.
La Dama Grigia scosse ancora la testa.
Qualcuno del primo anno provò con "la verginità", scatenando una risata di gruppo dei suoi compagni primini, mentre il resto della casa aveva acceso i cervelli.
La Dama li guardava uno ad uno.
Arrivò ad Aria, e la guardò dritta negli occhi. Lei si sentì gelare. Lo sguardo del fantasma era profondo quanto un pozzo buio, poteva vederci tutto e niente. Un brivido le percorse la spina dorsale, e si sentì terrorizzata, nonostante avesse incrociato quel fantasma diverse volte.
Liam si pose fra lei e il fantasma, interrompendo quel contatto visivo.
- L'incognito. - esordì.
La Dama Grigia attese qualche istante, prima di annuire con la testa e lasciare che la porta si aprisse.
Fluttuò lontana dalla porta e si diresse verso il ragazzo, mentre gli altri studenti entravano nella Sala Comune.
Lo guardò a qualche centimetro dal suo viso, dritto negli occhi. Lui le tenne testa senza mostrare alcuno sforzo.
Poi la Dama si allontanò lentamente, intonando un canto malinconico.
Aria aveva assistito alla scena. Il brivido che prima le aveva percorso la spina dorsale, si era esteso per tutto il corpo.

--
//Tali.

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