29. Annie

120 11 1
                                    


All'asterisco *, la seguente traccia audio: http://youtu.be/n-6VuniU0zE

La Sala Grande era stata addobbata con gli stemmi della casa dei Corvonero.
Le quattro tavolate erano sparite per lasciare spazio a delle panche sulle quali sedevano tutti gli studenti.
Aria e Taylor erano seduti in prima vicini, vicini.
La professoressa McGranitt era in piedi dietro un leggio; al suo fianco gli altri professori, anche loro in piedi.
Alle loro spalle spiccava una foto di Blossom in bianco e nero che sorrideva. Probabilmente era stata inviata dalla famiglia stessa.
Non c'era una bara o un feretro, era stato tutto spedito velocemente ai genitori per far sì che le facessero un funerale coi parenti.
Ma la McGranitt aveva comunque insistito per un memoriale, per dedicare del tempo alla studentessa.
Chi voleva, poteva alzarsi e andare a dire qualcosa in onore di Blossom.
Aria era ancora scossa per dire o fare qualsiasi cosa. Molto probabilmente tutti si sarebbero aspettati che lei andasse lì sopra a parlare, ma per lei era fuori discussione. Non le sarebbe uscita fuori nemmeno mezza sillaba.
Il groppo che aveva in gola era più grande di quanto mai avrebbe immaginato.
Taylor le stringeva una mano, mentre teneva lo sguardo basso, tentando di non piangere.
Aria poteva soltanto immaginare quanto fosse difficile per lui gestire quella situazione.
Se per lei Blossom era un'amica, per Taylor era molto di più.
Ogni professore spese qualche parola per lei, per Blossom.
Tutti parlarono molto bene di lei sia come studentessa che come persona.
Lumacorno fu quello che impiegò più tempo degli altri per il suo discorso, concludendo tutto con un pianto sforzato e molto costruito.
Dietro Aria sedevano Liam, Niall e Louis. Harry non era stato avvistato da nessuno, nonostante fossero presenti tutti gli studenti Serpeverde. Perfino Hellen e Lana.
Aria sperava di vederlo sbucare da qualche parte, magari perché si era riaddormentato dimenticandosi del memoriale, ma non vedeva nessuno arrivare di corsa.
Nessuna chioma riccioluta.
Aveva bisogno di Harry, era l'unico amico che le era rimasto dopo Taylor, ma lui non sapeva niente di Anonymous e non le sembrava il caso di assillarlo con le sue paranoie.
Dandogli un'occhiata veloce, le loro mani ancora strette, vide che piangeva in silenzio e con compostezza, tipico di Taylor.
- Credo che una delle poche persone in grado di poter parlare sinceramente di Blossom Lewis, fosse la sua migliore amica, Aria Shaw.
Aria si voltò di scatto verso la McGranitt che la guardava invitandola a salire lì.
Scosse la testa, avvolta da un'improvvisa sensazione di panico.
La McGranitt la guardò leggermente perplessa e insistette.
Aria non voleva salire a fare un discorso a persone che non conosceva.
Taylor le strinse ulteriormente la mano e quando lei si voltò a guardarlo, vide che le sorrideva appena.
- Vai. - suggerì.
Aria non avrebbe mai voluto fare una cosa del genere. Si sentiva impacciata, fuori posto, ma ora era Taylor a chiederle di farlo.
- A Blossom sarebbe piaciuto.
Aria guardò di nuovo la McGranitt che l'aspettava.
Si alzò e la raggiunse, sentendo che le mani le iniziavano a tremare, così come le gambe.
Si voltò verso l'intera scuola che si aspettava un discorso serio e preparato, quando lei non ne aveva nemmeno mezzo.
Iniziò a torturarsi le dita delle mani, abbassando lo sguardo.
- Io non mi sono preparata un discorso per oggi. Non pensavo di dover venire qui a farne uno. - cominciò, tenendo lo sguardo basso. - Non credo che tutti voi abbiate conosciuto Blossom, così come non credo che lei conoscesse ogni singola persona della scuola.
Sollevò il viso, cercando di far andare i suoi occhi oltre le prime due file.
- Non ho mai conosciuto nessuno come lei. Era buona, sempre gentile, ed era una bellissima ragazza. È stata al mio fianco in ogni momento, non mi ha mai voltato le spalle, nemmeno quando ho dubitato di lei e non ne avrei dovuto avere alcun motivo...
Fu costretta a prendersi una pausa per inspirare ed espirare, evitando così di scoppiare a piangere davanti a tutti.
- Spero che si scopra chi è il suo assassino. Lei non meritava di fare una fine del genere e chiunque abbia commesso questo reato, non può che definirsi una bestia.
Avrebbe voluto trafiggere Hellen con lo sguardo, ma aveva le lacrime pronte a caderle sulle guance, e fu costretta a guardare altrove, tornando poi a sedersi al suo posto.
Taylor le prese di nuovo la mano e Liam, dalla panca successiva, le posò una mano su una spalla, stringendogliela.
Quando tutto quello fu finito, Aria si chiuse nel dormitorio.
Il suo letto e quello di Blossom erano uno di fronte all'altro.
Tutte le cose della compagna erano state prese, messe in ordine e spedite alla famiglia, e ora quel letto era vuoto, spoglio, senza una studentessa ad occuparlo.
Ad Aria si svuotava il cuore ogni volta che vi buttava un occhio su.
Sapere che Blossom non avrebbe più coricato lì, la faceva sentire strana. Più strana del solito.
Sedeva accanto alla finestra, a guardare il temporale che cessava.
Non era uscita fuori perché, dopo l'avvertimento della McGranitt, aveva preferito ridurre il suo tempo al freddo e sotto la pioggia. In più quel temporale era stato davvero brutto, sembrava che perfino il cielo avesse captato la tragedia successa nel castello.
Mise addosso un mantello pesante e, mentre le ultime goccioline si infrangevano sul vetro delal finestra, scese dalla Torre di Corvonero per recarsi all'uscita secondaria.
Avrebbe pensato a Blossom mentre inspirava l'odore della terra bagnata, aspettando Zayn.
Camminava tranquilla, come se avesse tutto il tempo del mondo.
Gli altri studenti la guardavano, si scambiavano un'occhiata o qualche parola. Aria ci passava dritta, senza nemmeno accorgersi dei loro sguardi.
Era neanche a metà strada, quando vide Harry venirle incontro. A dire la verità lui non le stava proprio andando incontro, perché guardava per terra, ma andava dalla sua parte.
- Harry!
La sua voce sembrò riportarlo alla realtà.
La guardò leggermente stralunato. Aria gli sorrideva appena.
- Non ti ho visto al memoriale... stai bene?
Harry aprì la bocca per parlare. Generalmente era molto lento, quindi Aria pensò che stesse pensando a come risponderle. In realtà espirò semplicemente, socchiudendo gli occhi. Scosse la testa, e poi la guardò di nuovo.
- Io non ce la faccio più.
Aria lo guardò comprensiva.
- Non riesco a gestire tutte queste cose insieme.
- Harry, stai tranquillo, vedrai che le cose si metteranno apposto. Louis capirà, ti perdonerà e...
Harry scosse la testa, smuovendo i riccioli castani.
- Non si tratta di Louis stavolta.
Aria lo guardò qualche istante.
- E di cosa, allora? È successo qualcos'altro?
Il Serpeverde sospirò, poi si guardò attorno, come se avesse paura che qualcuno lo potesse sentire.
- Promettimi di tenere il segreto.
Aria era stufa di tenere segreti su segreti.
Ma Harry sembrava davvero stravolto e lei voleva aiutarlo.
Annuì con la testa.
- Seguimi.
La Corvonero lo seguì senza dire una sola parola.
Riconobbe la strada che stava facendo Harry e riconobbe anche il posto in cui la stava portando.
La Stanza delle Necessità.
- Harry, perché siamo qui?
- Non fare domande ora, ti prego.
*Aria non seppe che dire e lasciò che Harry le prendesse una mano.
Passarono tre volte sulla soglia magica, e poi entrarono in una stanza piena zeppa di oggetti.
In un angolo c'era una tela per disegnare, in un altro un tavolo con delle pergamene e dei libri. Un'altra parte della stanza era stata nascosta da una tenda bianca.
Harry si diresse proprio verso quella parte. Scostò la tenda e la oltrepassò. Aria vide la sua ombra chinarsi e poi risollevarsi lentamente.
Si avvicinò con un leggero timore, facendo in modo che Harry sentisse che si stava dirigendo dalla sua parte, e poi spostò la tenda.
Per un attimo non credette ai suoi occhi.
- Harry... - mormorò.
Lui la guardò con un mezzo sorriso, tornando poi a guardare fra le sue braccia.
Avvolto in un turbante di lenzuola color panna, Harry stringeva un neonato. Aveva pochi capelli e gli occhi erano ancora chiusi. Se lo dondolava fra le braccia, tenendolo con cura.
- ...è un bambino! - esclamò la Corvonero, perplessa.
- No. - rispose lui, continuando a guardare il neonato. - E' una bambina.
Aria restò ammutolita a fissarlo mentre se la dondolava.
La piccola aprì gli occhi, di un blu intenso, e guardò in direzione del Serpeverde.
Lui le sorrise, mostrando le fossette sulle guance.
- Perché tieni una bambina nascosta qui dentro, Harry?
Lui si leccò leggermente le labbra, spostando lo sguardo verso Aria.
- Perché è mia figlia.
La Corvonero lo guardò sbigottita.
- Cosa?!
Harry spostò il viso da un'altra parte, evitando il suo sguardo.
- È stata una relazione che ho avuto quest'estate. Io e Louis avevamo deciso di prenderci dei momenti di riflessione, eravamo appena stati sbattuti fuori da Durmstrang e non sapevamo bene cosa ci sarebbe accaduto. È successo tutto in fretta, non pensavo nemmeno di poter fare una cosa del genere. Non sapevo che lei fosse incinta, non mi ha mai detto nulla... ho scoperto della bambina quando lei l'ha lasciata davanti a casa mia. Mia madre non sapeva dove portarla, voleva darla in adozione, ma io le ho detto che ci avrei pensato io, che sapevo come badarci, avevo intenzione di parlare con lei, di chiederle perché non mi avesse mai detto della gravidanza, ma non sono riuscito a rintracciarla, non è nemmeno una strega. Volevo dirlo a Louis, ma è... successo tutto questo casino, e non ne ho avuto modo.
Aria restò immobile a fissarlo mentre parlava e teneva sotto controllo la bambina.
Non credeva alle sue orecchie. Sembrava una storia così assurda da essere reale.
Tutte le loro vite, dalla sua a quella della piccola creatura lì davanti ai suoi occhi, erano vite interrotte. Segnate da qualcosa di traumatico e che andava custodito come un segreto.
- Hai tenuto questa bambina chiusa qui dentro per tutto questo tempo?
Harry sollevò lo sguardo, annuendo poi con la testa.
Aria lo guardò comprensiva e con un briciolo d'ammirazione.
- Gli altri lo sanno?
- No, e non devono.
- Perché? Potrebbero aiutarti benissimo, lo sai no?
- Sono già scombussolati per la mancanza di Zayn e poi... le cose fra di noi non sono più le stesse, il distacco che c'è fra me e Louis è notevole... e nel caso in cui Zayn dovesse tornare, ci sarebbe ancora più rancore fra di noi.
Aria sapeva che Harry aveva perfettamente ragione.
- Le hai dato un nome?
Il Serpeverde annuì e sorrise.
- Si chiama Annie.
Aria gli sorrise appena, guardando poi la bambina. Riconosceva in lei lo stesso sguardo di Harry, le sue stesse labbra.
- È bellissima.
Lui continuò a guardarla, con uno sguardo fiero e allo stesso tempo innamorato.
Aveva soltanto 17 anni, ed era già papà.
- Non lo dirai a nessuno, vero?
- Promesso.
Harry tirò un sospiro di sollievo.
- Sei la persona migliore che io conosca e non capisco come Anonymous possa accanirsi così tanto contro di te. Non meriti tutto questo.
Aria fece finta di non aver sentito, facendo semplicemente spallucce.
- Non sono migliore, sono soltanto tua amica. E gli amici si aiutano nei momenti di bisogno.
Harry la guardò e lei vide un velo di tristezza nei suoi occhi.
Cercò di mascherare tutto con un finto sorriso, tornando poi a guardare la bambina che si era addormentata di nuovo.
- Già. - disse, prima si dirigersi di nuovo verso la sua culla e rimetterla dentro, coprendola a dovere.
--

//Tali

AnonymousDove le storie prendono vita. Scoprilo ora