capitolo 3

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tra tutti quei pensieri, che nel frattempo erano tornati come fulmini, mi venne in mente una persona precisa.
bakugo.
da piccolo tutti gli dicevano che aveva un quirk molto forte e, da quel che ricordavo, era un bambino mooolto intelligente.
la U.A era la cosa che bramava di più, io e midoriya invece non c'avevamo mai pensato, oltre al fatto che midoriya non aveva un potere.
<<ma se bakugo facesse la U.A...?>>
solo dopo qualche secondo mi resi conto di aver detto la frase ad alta voce, e diciamo che l'imbarazzo era salito fino alle stelle.
papà<<stai ancora pensando a loro due? t/n te l'ho già detto, probabilmente non saranno arrabbiati con te, ma saranno felici di rivederti>>
mi sedetti, visto che da sdraiata non vedevo bene il viso di mio padre.
appoggiai le mani sopra i due sedili davanti a me, così da parlargli meglio.
<<hai ragione, però se non è come hai detto te? ti ricordo che avevo fatto una promessa precisa>>
papà<<e perché non l'hai mantenuta?>>
<<...>> ci pensai su qualche secondo.
in effetti non avevo un motivo valido...
<<non lo so...>>
papà<<ecco, ora è inutile rimuginarsi addosso. sai come si chiamano queste? lacrime di coccodrillo>>
roteai gli occhi.
<<sei crudele, dovresti consolarmi invece di farmi la ramanzina...>> dissi a sotto voce, anche se ero consapevole che lui potesse sentirmi.
papà<<t/n, non sono crudele, ti sto solo dicendo la verità. ti senti in colpa? bene, se li rincontrerai dovrai essere pronta ad affrontarli, così da risolvere tutto quanto>>
abbassai gli occhi, come se il senso di colpa accumulato in tutti quegli anni mi avesse colpito in faccia all'improvviso.
perché avevo smesso di comunicare con loro?

papà<<arrivati!>>
mi svegliai di colpo e mi guardai intorno.
quello che vedevo era un quartiere bellissimo, con casette non grandi, ma neanche piccole.
c'erano fiori praticamente dappertutto e gli alberi dividevano i cancelli delle case.
era come stare in un film.
il tutto era così magico...
<<PAPÀ, È COSÌ BELLO QUESTO QUARTIERE! E ANCHE QUESTA CASA!!>>
diciamo che il mio entusiasmo si vedeva anche da lontano.
guardai mio padre e lo vidi felice della mia reazione.
papà<<sono contento che ti piaccia, ora ti va se andiamo dentro?>>
mi stiracchiai e feci uno sbadiglio. ora che tutto l'entusiasmo se n'era andato, il sonno aveva preso il suo posto.
ero stanchissima.
<<io direi di sì, sto morendo di sonno. se vuoi ti aiuto dove ne hai bisogno, ma poi vado a dormire e bye bye>>
mio padre annuì divertito e poi ci dirigemmo verso l'entrata della meravigliosa casa.

<<wow papà, è veramente bello tutto questo, ti sei superato questa volta>>
anche lui si guardò intorno per ammirare meglio la casa.
papà<<vero? sono soddisfatto>>
risi e poi mi diressi verso le scale che portavano al piano superiore, in cui c'erano le camere da letto e un bagno.
nel mentre che camminavo mi girai per guardare mio padre e, con un gesto di supplica, gli chiesi se potevo andare a dormire senza doverlo aiutare in qualche modo.
in fin dei conti non aveva molto da fare, anzi, forse doveva sistemare due o tre cose e basta.
mio padre mi guardò, mi fece un sorriso e infine annuì con il capo.
feci un salto di gioia e poi mi diressi correndo verso la mia camera.
non era male.
mi coricai sul mio letto e chiusi gli occhi.
inutile dire che mi addormentai dopo neanche due secondi.

il giorno dopo mi svegliai per colpa della sveglia messa da mio padre, mi aveva detto il giorno prima che intendeva alzarsi presto per visitare il quartiere e trovarsi un lavoro.
avevo rifiutato l'offerta di andare con lui perché volevo continuare a dormire, ma visto che lui era sordo aveva deciso di mettere la sveglia al massimo così svegliando involontariamente anche me.
ne approfittai e mi alzai dal letto ancora assonnata e, grattandomi gli occhi, raggiunsi il bagno.
mi sciacquai il viso per svegliarmi e dopodiché mi vestii in camera.
nel mentre che mi dirigevo verso la cucina nel piano di sotto, vidi mio padre correre come un pazzo.
<<ma cosa ci fai così agitato a quest'ora?>>
mio padre mi guardò preoccupato e nel mentre io mi sedetti nel tavolo con una bella tazza di thè e biscotti.
papà<<ho un colloquio importantissimo e sono in ritardo>>
io, tutta tranquilla, presi un biscotto e me lo mangiai con calma.
<<ecco da chi ho preso>>

uno squillo mi fece balzare in aria.
guardai alla mia destra, dove c'era un tavolino e sopra il mio cellulare.
prima di rispondere alla persona che mi stava chiamando feci due sbadigli e chiusi gli occhi per due secondi.
stavo quasi per addormentarmi quando mi ricordai che qualcuno mi stava chiamando.
presi il telefono di scatto e risposi.
<<pronto? papà?>>
<<tesoro, sei a casa?>>
<<si, perché?>>
<<io sto per tornare, cucineresti qualcosa da mangiare?>>
feci uno sbuffo, in fin dei conti mi ero appena svegliata, di nuovo.
<<sisi, va bene>>
<<grazie mille>>
<<nulla, a dopo>>
<<a dopo, ciao>>

misi giù e, con poca voglia, misi l'acqua a bollire per poi cucinare una bella pasta.
per fortuna avevamo un un mercatino vicino aperto 24h/24h, così la sera stessa in cui arrivammo nella casa, mio padre decise di comprare il minimo indispensabile per i giorni seguenti.
proprio nel momento in cui misi i piatti sul tavolo, sentii la porta di casa aprirsi.
guardai verso quella direzione e vidi un padre tutto sorridente.
per ripicca sorrisi anche io.
<<buongiorno>>
papà<<ciao figliola, cos'hai fatto questa mattina?>>
<<mhhh>>
ci pensai su un attimo, non volevo dirgli di aver dormito tutto il tempo...
<<ho fatto un giro per il quartiere>>
mi guardò stupito nel mentre che si dirigeva verso la tavola.
papà<<allora hai visto che qui vicino c'è la famiglia todoroki?>>
lo guardai con stupore.
come era possibile che vicino a un quartiere piccolino, ma comunque messo bene, c'era la casa dell'hero n. 2?!?
dalla mia espressione stupita, mio padre capì che non uscii veramente e scosse la testa.
io invece sorrisi imbarazzata.
si sedette e dopodiché iniziammo a mangiare.
papà<<ho sentito che un todoroki andrà alla U.A, potresti fare amicizia con lui...in fin dei conti avete la stessa età>>
a quell'affermazione quasi quasi soffocai con la pasta che stavo mangiando.
nel mentre che morivo piano piano mio padre mi guardò preoccupato e mi porse un fazzoletto.
mi ci vollero ben cinque minuti per calmarmi.
<<pazzo!? mica vado a parlare con il figlio di un eroe! soprattutto se l'eroe è secondo in classifica!>>
mio padre mi guardò con il tipico sguardo del "fai quello che vuoi, poi non ti lamentare con me" e continuò a mangiare la carbonara come se nulla fosse.
roteai gli occhi e sbuffai, come se mi fossi appena arresa.
<<va bene, se trovo il coraggio e l'occasione vado a parlargli, contento?>>
lui mi fece un sorriso soddisfatto e continuò a mangiare più contento che mai.
mi piaceva vederlo così, mi mancava vedere il suo sorriso...
mi era mancato il pranzo insieme a parlare della giornata trascorsa, o semplicemente stare in famiglia.
ero finalmente felice, anche se sentivo che mi mancava qualcosa...
ero sicura che quello era l'inizio un nuovo capitolo della mia vita.
non vedevo l'ora continuasse...

•le promesse si mantengono• |bakugoXreader|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora