capitolo 12

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io e il bicolore stavamo insieme da circa due settimane.
uscivamo molto spesso in giro per la città, anche se lui preferiva stare a casa a chiacchierare.
quel giorno todoroki riuscì a convincermi di non uscire, anche se non ci volle molto visto che ero in ansia per l'esame scritto che si doveva svolgere il giorno seguente.
shoto, da quando varcò la porta della mia casa, si accorse della mia preoccupazione ed era da quell'istante che continuava a ridere e a consolarmi allo stesso tempo.

todoroki<<t/n andrà tutto bene, fidati>>
lo guardai in ansia, senza rispondere.
todoroki mi prese la mano e si alzò dal divano, alzando anche me.
todoroki<<sono quasi le quattro, che ne dici di andare a prendere un gelato? così usciamo e ti distrai un pochino, va bene?>>
annuii in pensiero e dopodiché andai a cambiarmi, visto che ero ancora con i vestiti da casa che consistevano in una tuta e una maglia larga.
todoroki, che mi aspettava giù di sotto, quando mi vide sorrise.
mi avvicinai al bicolore e lui mi afferrò la mano, per poi portarmi fuori casa.
chiuse la porta dietro di se e io la chiusi a chiave.
nel mentre che camminavamo parlavamo del più e del meno e così, stavo iniziando a rilassarmi e a pensare altro.
dopo il gelato decidemmo di andare a fare una passeggiata, senza una destinazione esatta, solamente per parlare di qualsiasi cosa ci capitasse per la mente.
ah, quanto ci piaceva parlare. ma anche di cose senza senso, senza un filo logico.
mi piaceva così, anzi, ci piaceva così.
dopo aver passato praticamente tutta la giornata con todoroki, mi accorsi per puro caso che dovevo tornare a casa visto che mio padre mi voleva lì prima dell'ora di cena.
shoto insistette per accompagnarmi, anche se rifiutai più volte visto che non volevo scomodarlo troppo, ma alla fine vinse lui, come quasi sempre.
così, arrivati di fronte casa mia, todoroki mi abbracciò e mi lasciò un lieve dolce bacio sulle labbra.
gli sorrisi leggermente imbarazzata.
todoroki<<buona fortuna a noi, ci vediamo domani>>
e dopodiché se ne andò, lasciandomi impalata a processare quello che era appena successo.
dopo essere uscita nel mio stato di trance, rientrai a casa tranquilla, con la mente un pochino più libera.
quando mi chiusi la porta alle spalle, guardai la cucina e vidi mio padre fare da mangiare.
<<oh, quindi ti sei deciso di far da mangiare, eh? cosa fai di buono?>> e poi mi diressi in cucina, cercando di sbirciare cosa stava preparando.
papà<<carne con purè di patate>>
<<mmmh, buono! comunque ora vado sul divano, mi puoi chiamare quando è pronto?>>
mio padre si fermò un secondo dal cucinare e mi guardò dritto negli occhi.
papà<<no mia cara, prima mi devi raccontare che hai fatto con todoroki>>
risi per la sua improvvisa curiosità e mi sedetti su una sedia.
<<non abbiamo fatto niente di che, abbiamo preso un gelato e abbiamo passeggiato insieme>>
papà<<AWW, che bella coppia che siete, vi adoro>>
roteai gli occhi, era peggio delle fangirl. beh, sicuramente ci sentivamo pienamente appoggiati da lui, penso persino che se ci fossimo lasciati in quel periodo, sarebbe morto probabilmente d'infarto.
<<ora che ti ho detto tutto, posso andare?>>
mio padre si girò e mi guardò con due occhi pieni di orgoglio e poi con la testa fece un segno di approvazione.
mi sedetti sul divano esausta, con un desiderio pazzo di cadere tra le braccia di morfeo, ma avevo la consapevolezza che non potevo.
restai lì, a fissare un punto indefinito del muro e a contemplare la mia vita.
erano successe troppe cose strane da quando arrivai in Giappone e se continuava così ero sicurissima di avere un'elevata possibilità di esplodere.
papà<<pronto!>>
da quei pensieri disordinati, mi interruppe la voce forte e leggermente roca di mio padre.
mi alzai dal divano di scatto e raggiunsi la cucina.

<<papà, è delizioso tutto questo!!>>

quando finii di mangiare, andai al piano superiore e feci tutte le cose che dovevo fare.
mi feci la doccia, mi lavai i denti, mi spalmai un po' di crema sul viso, mi misi il pigiama e poi, con poca eleganza, mi buttai pesantemente sul letto addormentandomi senza neanche sistemarmi.
ero a stella, senza coperta, senza niente e con metà corpo fuori dal letto, ma ero troppo stanca per sistemarmi.
"cosa avrò fatto di così stancante? non mi ricordo di aver fatto qualcosa di faticoso oggi" questo fu l'unico pensiero che mi ricordo, poi zero, buio assoluto e qualche sogno sparso qua e là.

la mattina degli esami scritti.
la sveglia emise quel solito suono fastidioso che faceva tutte le mattine, ma quel giorno. quel giorno era diverso.
spensi quell'aggeggio malefico in neanche un secondo. purtroppo mi ero svegliata cinque minuti prima che suonasse.
avevo gli occhi sbarrati per l'ansia e la paura.
scesi dal letto con molta cautela e dopodiché andai in bagno.
feci tutto quello che dovevo fare e poi andai al piano inferiore, dove c'era mio padre facendo colazione.
poche volte capitava di vederci la mattina, in fondo lui partiva relativamente presto per andare a lavorare e io preferivo di gran lunga restare a dormire.
lo guardai nel panico, non mi uscivano neanche le parole dalla bocca.
papà<<non pensavo fossi così in ansia, ma sta tranquilla che sei molto brava e ce la farai di sicuro>> lo guardai furiosa dopo quel commento. era incredibile come sembrava avesse un tono scherzoso per ogni cosa, non poteva essere serio in quel momento?
mio padre si preparò una sigaretta, mi diede una pacca sulla spalla e poi se ne andò al lavoro.
"grazie papà per il tuo supporto".
stavo mangiando i miei cereali nel mentre che immaginavo le peggio situazioni che potevano accadere prima o durante l'esame, quando sentii il mio telefono squillare.
guardai per vedere chi era e, quando lessi il nome, sorrisi un pochino alleviata dallo stress.
<<pronto todoroki?>>
t<<buongiorno t/n, come stai?>>
<<diciamo che non sono per niente tranquilla>>
t<<mh, allora ottimo, siamo a cavallo>>
<<già>>
t<<comunque, vuoi che ti dia un passaggio? così andiamo insieme>>
<<ma cosa credi? non mi sono mica fidanzata con una persona ricca per niente eh, che generoso che sei comunque>>
dall'altra parte del telefono sentii una risatina e così risi anche io.
t<<va bene dai, ti vengo a prendere tra 30 minuti, va bene? ah, ci porta mia sorella>>
dopo quelle parole il mio sorriso scomparve di colpo.
la prima e l'ultima volta che l'avevo vista era a casa di shoto prima del nostro fidanzamento, e non avevo la più pallida idea se lui glielo avesse detto di noi due, o se non aveva alcuna relazione con la sua famiglia. entrambe comunque possibili.
<<ah, quindi c'è lei che ci accompagna, mhhh che interessante>>
t<<sei preoccupata per mia sorella? tranquilla, lei sapeva prima che sapessimo noi>>
<<a beh, ottimo allora>>
t<<ciao t/n, a dopo>>
<<a dopo>>

•le promesse si mantengono• |bakugoXreader|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora