19. Di sentimenti nuovi

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Max detestava fare qualsiasi cosa in pubblico, eccetto gareggiare sulla sua monoposto fiammeggiante. Odiava la sensazione di essere sempre osservato, ancora di più non riusciva a sopportare lo sguardo giudicatore che tutti gli altri indossavano.

Ma con Maggie le cose erano diverse, sempre. Non c'era giorno in cui lei non lo sorprendesse, in cui non facesse o dicesse qualcosa che gli faceva battere il cuore.

Era speciale, quella ragazza. Dai capelli rossi fino alla punta dei piedi. Era un incrocio perfetto tra bontà e gentilezza e Max non riusciva a capire come lei potesse considerarsi meno di zero, come potesse pensare di non essere abbastanza.

Era semplicemente perfetta, con tutte le sue qualità ed i suoi difetti.

Era stupenda.

Come diceva Adele nella sua canzone 'When we were young', you look like a movie, you sound like a song. Quelle parole erano incredibilmente adatte per descriverla: Maggie era il film più bello del mondo e la canzone più incredibile che fosse mai stata scritta.

E se fosse stato per lui, non avrebbe mai smesso di dirglielo e ricordarglielo.

Erano passati due giorni da quando aveva vinto il Mondiale, due giorni in cui il suo cervello non aveva smesso neppure un momento di pensarla.

Più la guardava, più faceva correre i suoi occhi su di lei, e più stava bene. Bastava la sua sola presenza per risollevargli l'umore anche nelle giornate più buie. Non se lo sarebbe mai dimenticato, lui, il modo in cui era riuscita a gestire la sua ansia il giorno dell'ultima gara.

Era stato merito suo se aveva vinto.

Sì, è vero, Max aveva guidato bene, aveva dato il cento per cento, eppure sapeva bene che senza il suo portafortuna personale, forse, le cose non sarebbero andate in quel modo. Era lei che gli aveva dato la forza, che lo aveva supportato, che lo aveva ascoltato in ogni parola.

Che lo aveva portato a sentire il cuore battere di nuovo.

Mentre cantava e tentava di ballare, di fronte a lui, splendeva come la stella più bella dell'universo e non c'era verso di spegnere ciò che era stata, ciò che ancora viveva dentro di lei.

Maggie non poteva scappare da ciò era dentro la sua testa - come diceva lo Stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie -, non avrebbe mai potuto fuggire da una gabbia che lei stessa si era ostinata a costruire, ma non per questo quei sentimenti bui offuscavano la sua luce.

Max la vedeva lì, nel soggiorno del suo appartamento, intenta a cantare le canzoni di Taylor Swift esattamente come gli aveva promesso in caso di vittoria del mondiale e sapeva di non star guardando.

Se lo avesse fatto, avrebbe notato tutti i suoi più minimi movimenti. Avrebbe visto come il suo sorriso si allargasse ad ogni strofa che le piaceva particolarmente, a come i suoi occhi diventassero più vispi man mano che le canzoni si facevano intense.

Ma, del resto, era troppo impegnato a pensare per osservare la scena.

A pensare a quanto maledettamente avrebbe voluto raggiungerla, prenderla per i fianchi e baciarla. A quanto avrebbe amato sentire le sue labbra sulle proprie, le sue mani tra i capelli, mentre ricambiava il gesto che tanto agognava.

Maggie non prova niente per te, gli ricordava continuamente la voce della sua coscienza, come un pensiero fisso impossibile da scacciare.

Ma a lui quello non importava.

Perché finché Maggie si sentiva tranquilla al suo fianco, finché si sentiva libera di ballare e cantare senza essere giudicata, finché si sentiva protetta, Max avrebbe continuato a stare in silenzio senza lamentarsi un secondo.

Survivor - Max VerstappenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora