Gli incubi hanno lo stesso sapore degli sbagli, sembrano impossibili da cancellare.
La mente scivola e rotola alla ricerca di una via d'uscita, si inginocchia con le mani avvolte come se pregasse.Cosa devo fare ora?
Gli incubi di Luigi sono immersi nel buio, circondati dal silenzio che annulla qualsiasi traccia di musica. Gli incubi che gli riempiono la testa portano con sé l'immagine della mano di Carola che scivola via dalla sua, il volto sottile che si allontana senza che lui sia in grado di trattenerlo. Il respiro accelerato è l'unica cosa che riesce a sentire, le labbra che tremano per lo sforzo di trattenere le lacrime e la paura.
Gli incubi di Luigi sono avvolti dalla nebbia, dalla confusione del sonno che si mischia alla sorpresa di ritrovarsi improvvisamente solo. Non riesce più a sentire il corpo caldo di Carola accanto al proprio, non riesce più a sentire il rumore del suo respiro che si infrange contro il cuscino.
Nella sua mente, nello scrigno chiuso di una notte febbricitante, Carola si allontana da lui e gli dà le spalle, i capelli lunghi sciolti lungo la schiena.
La chiama per farla girare, ripete il suo nome come un mantra disordinato. Si agita e si rigira in fretta, le lacrime che si mischiano al sudore della fronte.Prova ad uscire dall'incubo che lo tiene prigioniero, ma la paura che sia reale gli impedisce di pensare lucidamente. Conta e conta mille volte, i numeri che lo aiutano a ritrovare la tranquillità e la calma necessaria. Ci vogliono lunghi minuti prima che riesca a ritornare in sé, prima che la stanza si delinei davanti ai suoi occhi spalancati.
Il respiro è ancora rapido e accelerato, le guance ancora bagnate di lacrime. Le dita gelide di Carola gli stanno accarezzando la fronte bollente, i suoi occhi un misto di ansia e paura. <Oddio Gigi, ma scotti tantissimo>
Gli trascina la mano lungo la guancia, le dita sottili che percorrono ogni centimetro della sua pelle. Non riesce a staccare gli occhi dal suo viso, la mente ancora spaventata e confusa.
Lo ha sentito agitarsi nel sonno, ha visto le coperte alzarsi e abbassarsi rapidamente. Ha sentito il suono della sua voce graffiata dal sonno e dalla confusione, ha sentito il calore bruciante del suo corpo raggiungerla dall'altro lato del letto. E così si è svegliata di soprassalto.
Si è girata verso di lui e ha visto i suoi occhi stringersi con più forza del previsto. Le labbra sussurravano parole sconnesse, la fronte impregnata di sudore e le guance arrossate per la febbre.
Ha provato a svegliarlo lentamente, spaventata e preoccupata insieme. Ha aspettato pazientemente che l'incubo terminasse, che il suo Luigi recuperasse finalmente il controllo. E nonostante il tempo passato ad aspettare, vedere i suoi occhi aperti è più sorprendente del previsto.<Carola..>
La chiama con voce rotta, la mano destra che si allunga verso l'alto per afferrare la sua.
<Lù..> Carola si solleva meglio sui gomiti per guardarlo negli occhi, i capelli che cadono ai lati del suo viso e ricoprono entrambi, rinchiudendoli in una cortina buia e morbida.
<E' stato solo un incubo, sta tranquillo>
Le dita della ballerina sono ancora ancorate tra i suoi capelli, delicate e gentili come quelle di una madre. Gli soffia sul viso per provare a dargli sollievo, sorridendo alla vista dei suoi occhi chiusi e del suo naso arricciato.
Luigi lascia andare un lungo sospiro, intreccia le sue dita con quelle della ballerina e aspetta paziente che il respiro gli torni normale. Il buio claustrofobico che riempie i suoi incubi è ancora troppo vivido per lasciarlo tranquillo, e così è costretto ad aggrapparsi alla mano di Carola per non crollare.
La febbre lo rende confuso, ed insieme ancora più consapevole della sua presenza. Apre gli occhi per guardarla appena un istante, il tempo necessario per registrare con la mente il suo sguardo e la forma delle sue labbra gonfie per il sonno.
<Se aspetti qui> gli dice <vado di là a prendere il termometro e una Tachipirina. Per quanto scotti ho paura che ci vorrà un pò prima che scenda>
Prova a sfilare la mano dalla sua, ma Luigi oppone subito resistenza. <Nono, lascia stare. Sto bene, devo solo dormire un pò>
Le labbra di Carola scendono per posarsi sulla sua fronte, delicate e gentili proprio come la sua danza. Si alza senza troppe difficoltà, ignorando i lamenti di Luigi e le sue richieste di tornare a letto.
Cammina decisa fino alla porta del bagno, dirigendosi direttamente verso il primo cassetto appena sotto il lavandino.E' stata una delle prime cose che ha imparato arrivando in quella casa, subito dopo averlo seguito in ogni stanza per ispezionare il contenuto dei singoli armadi.
Afferra il termometro e la scatola con le compresse in pochi secondi, il piede destro usato come strumento pratico per chiudere il cassetto.
Per qualche strano motivo, l'idea di tornare in camera da lui nel cuore della notte la tranquillizza, come se finalmente avesse un posto sicuro dove tornare ogni sera.Per quanto difficile da ammettere, sa di essersi abituata troppo in fretta all'idea di poter dormire con Luigi. E' come tornare in casetta, quando poteva vederlo tutte le mattine e osservare i suoi occhi svegliarsi al primo sorso di caffè.
Quando rientra nella stanza, Luigi è seduto al centro del letto con la schiena poggiata sullo schienale. Tiene gli occhi chiusi e una mano allungata sul comodino, lì dove il suo cellulare vibra illuminando il buio circostante.
Non appena la sente rientrare apre gli occhi e le fa cenno di raggiungerlo e sedersi accanto a lui. Recupera il telefono e spegne la sveglia, che per qualche assurdo motivo ha scelto di impostare alle sei del mattino.
Carola si trascina accanto a lui, il corpo snello che aderisce perfettamente a quello del cantante. Prima che possa opporsi, allunga la mano e poggia il termometro all'altezza della sua fronte. Pochi secondi bastano perché il fastidioso bip riempia la stanza, rivelando la temperatura di 38,5°. Come previsto, la febbre è fin troppo alta per poter essere ignorata.
Luigi sospira poggiando la testa sulla sua spalla, aprendo la mano affinché lei possa allungargli la prima compressa. Il bicchiere d'acqua poggiato sul comodino lo aiuta a mandar giù quello che gli è stato consegnato, le dita anellate che tintinnano contro la superficie di vetro.
Carola ride appena delle sue smorfie infastidite, allungando le braccia per avvolgerle intorno al suo busto.
<Coraggio Luigino, non è poi così male infondo>
<Finirò col perdermi la seconda serata dello spettacolo..> mormora a voce così bassa che Carola impegna qualche secondo per capirlo.
<Pensavi davvero di venire anche stasera?> gli chiede, la voce acuta che rivela la sua sorpresa.
<Già.. pensavo di riuscirci.. Avevo anche, aspetta che devo..>
Carola lo sente muoversi sotto le proprie mani, il corpo che si allunga per afferrare nuovamente il telefono dal bordo del comodino. Ritorna in posizione in pochi secondi, sistemandosi meglio affinché la testa della ballerina si posizioni sulla sua spalla.
<Avevo messo la sveglia per leggere le recensioni, dovrebbero essere già uscite. Tieni> le allunga il cellulare con gli occhi socchiusi <Leggile tu per me, nel frattempo riposo giusto un attimo gli occhi>
Le dita del chitarrista si muovono lente tra i suoi capelli, gli occhi chiusi e arrossati per la febbre.
Carola lo osserva per qualche secondo, il cuore che sembra aver deciso volontariamente di esplodere da un momento all'altro. La tenerezza si fa largo dentro di lei, gli occhi già inumiditi dalla minaccia delle lacrime.
<Carola> la richiama dopo pochi istanti, mentre tiene ancora gli occhi chiusi <Perché non stai leggendo? Avanti su, voglio sapere cosa dicono>
E Carola non riesce a dirgli di no, non quando ha scelto di svegliarsi all'alba solo per guardare le sue recensioni insieme.
Afferra il telefono e prende a scrollare le notizie, concentrandosi per trovare l'articolo che parla del suo spettacolo.
"Carola Puddu.."
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Carola e Luigi
RomanceNata come una raccolta di One-Shot e poi trasformata in una storia dolce e delicata, proprio come Carola e Luigi. Con la loro arte e la loro voglia di esprimersi, la rockstar e la ballerina mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere e di amare, l...