Lo studio in cui entra è più piccolo del previsto, più disordinato e più buio di quello che si aspettava.
La luce arriva dalla finestra aperta infondo alla stanza, con la cornice dipinta dello stesso blu delle porte. Gli scaffali appoggiati alla parete sono talmente carichi da rischiare la rottura, pronti a cedere da un momento all'altro.
Luigi pensa che farebbe meglio ad allontanarsi, ascoltare il consiglio di Andrea e ritornare in auto il più in fretta possibile.
Cosa è andato a fare? Cosa pensa di dirgli per convincerlo a cambiare idea?
Il giornalista è in piedi accanto alla stampante, la mano allungata per afferrare subito il foglio che la macchina sta per rilasciare. Il suo sguardo concentrato è attento e sicuro, diretto unicamente verso la stampante.
Luigi immagina i suoi occhi muoversi a ritmo con il toner, spostarsi prima a destra e poi a sinistra, seguire l'ordine delle parole mentre vengono stampate e riprodotte dalla macchina. Riesce ad immaginarlo compiere la stessa azione ancora e ancora, ripetere le stesse fasi giorno dopo giorno.
É incuriosito da quello che è riportato sul foglio, tanto da chiedersi se il giornalista stampa tutti i suoi articoli oppure solo i documenti ufficiali.Ed è quasi tentato di chiederglielo, prima che la logica prenda il sopravvento e l'uomo si giri verso di lui.
Così come Andrea, neanche il vecchio giornalista sembra sorpreso all'idea di vederlo. Sembra abituato al ricevere visite inaspettate, rassegnato all'idea di dover giustificare quello che scrive ai diretti interessanti.
<Se sei qui per un reclamo ragazzo, non troverai quello che cerchi>
Luigi rabbrividisce al suono della sua voce, rauca per gli anni da fumatore e per le continue riunioni con il capo redattore del giornale. Capisce subito che non è il tipo di persona disposto a ragionare, disposto a cambiare idea tanto facilmente.
A giudicare dalle foto degli articoli che circondano la sua scrivania, non è la prima volta che si trova a scrivere un commento che riguarda il mondo del ballo. La sagoma di un paio di punte di gesso spunta da uno dei poster più evidenti, di un rosa tanto acceso quanto il blu delle finestre.
Luigi infila le mani nelle tasche e resta in piedi, aspettando con calma che il giornalista si sieda al suo posto dietro l'ingombrante scrivania.
<Sono qui solo per chiedere perché. Ho letto tanti di quegli articoli che dipingono Carola come un angelo sulle punte, e non capisco cosa ha visto lei che nessuno di noi è riuscito a vedere>
Pronuncia ogni parola con cura, provando a regolare il tono di voce per apparire più rilassato possibile. La verità è che è sinceramente curioso di sapere cosa ha da dire, che tipo di scusa inventerà per correggere i propri errori.
<Che cosa ho visto dici?>
Il giornalista distoglie lo sguardo dai fogli poggiati sulla scrivania e concentra la propria attenzione sul ragazzo in piedi davanti a lui. Le lenti spesse gli permettono di distingue tutti i particolari del suo abbigliamento, dalle maniche rovinate della felpa al luccichio degli anelli argentati.
Ricorda la prima volta che lo ha sentito cantare, la prima esibizione che ha visto in uno dei pomeridiani.
Il primo pensiero che raggiunge la sua mente riguarda l'assenza della chitarra. Senza la sua chitarra, Luigi gli sembra nudo, come se gli mancasse qualcosa.
Lo vede lì, fermo e pronto a lottare per una ragazza che ha conosciuto poco più di un anno prima, e non riesce a smettere di pensare a quanto sembri un ragazzino senza la sua musica a fargli da scudo.

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Carola e Luigi
RomanceNata come una raccolta di One-Shot e poi trasformata in una storia dolce e delicata, proprio come Carola e Luigi. Con la loro arte e la loro voglia di esprimersi, la rockstar e la ballerina mi hanno fatto tornare la voglia di scrivere e di amare, l...