3 - Just like them

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Londra 2019

Londra si presentava fredda e poco ospitale quel giorno, nonostante fosse ormai estate.

Namjoon aveva appena raggiunto l'hotel dove avrebbe alloggiato col resto dei membri e lo staff in attesa del loro concerto.

Una volta preso possesso della sua stanza si distese sul letto e trasse un profondo respiro, dovevano ancora iniziare a provare e si sentiva già senza energie.

Scostò la tenda dell'enorme finestra della sua stanza e diede nuovamente un'occhiata al cielo plumbeo inglese, gli trasmetteva una tristezza incredibile.

In quei giorni si sentiva svuotato, gli mancava la forza di volontà per fare anche le cose più banali e non riusciva a spiegarsi il perché di tutto ciò.

Un paio di mesi prima aveva mandato a Zita un biglietto per il loro concerto a Wembley, chiedendole di andare a sentirli così che potessero in qualche modo riuscire ad incontrarsi.

Lei aveva tentennato e lui aveva insistito parecchio, così tanto che quasi si erano ritrovati a litigare per quel motivo.

Le aveva proposto di pagare biglietto aereo e hotel, ma lei si era infuriata, facendo sì che lui si rendesse conto davvero per la prima volta da quando la conosceva, quanto lei ci tenesse alla sua indipendenza.

Probabilmente non gli avrebbe permesso di pagarle neppure un ostello.

Per fortuna però Zita era riuscita a contattare un suo vecchio compagno di università che viveva a Londra e che l'avrebbe ospitata senza problemi.

Namjoon prese nuovamente il cellulare in mano, non vedeva l'ora che gli scrivesse dicendogli che era atterrata, così che potessero vedersi.

Era in un certo senso sorpreso di essere così impaziente di vedere una persona che conosceva da relativamente poco tempo e con la quale non aveva nessun tipo di legame amoroso, ma il fatto che lui era sorpreso di provare quelle sensazioni non cambiava le emozioni che provava quando pensava al modo in cui si sentiva a parlare con Zita; riusciva ad aprirsi su praticamente ogni cosa, era come se con lei non sentisse il bisogno di avere alcun tipo di filtro.

Non si sentiva giudicato, ed era troppo tempo che desiderava sentirsi in quel modo, sentirsi libero di essere semplicemente sé stesso, nessun filtro, nessuna personalità creata ad 'hoc per il suo interlocutore del momento, in sua compagnia era Namjoon, un ragazzo di Ilsan che chiacchiera con un'amica del più e del meno e basta.

Il cielo sopra la sua testa era di un grigio lattiginoso ed un vento freddo le si infilava tra le pieghe della sciarpa, solleticandole la pelle e facendola rabbrividire leggermente; Zita si prese qualche istante per osservare la città che la circondava, Londra.

Aveva sempre nutrito un amore quasi viscerale per quel luogo, doveva ringraziare quel testardo di Kim Namjoon se era riuscita a mettere piede sul suolo inglese per la seconda volta in vita sua e mentalmente lo stava facendo, stava riempiendo di ringraziamenti quel gigante dagli occhi di drago, che era diventato suo amico per uno strano intreccio del destino.

Dopo una decina di minuti, Zita arrivò all'appartamento di Luca, era meno stanca del previsto e la cosa la rallegrava parecchio, dato che solitamente i viaggi in aereo le mettevano sempre un gran mal di testa.

«ben arrivata» le disse Luca, aprendo la porta e facendola accomodare, lei posò la valigia e si accorse che accanto alla porta ce n'era un'altra.

«quella?» gli domandò.

«Mi hanno concesso le ferie e vado ad Edimburgo da Sarah... mi dispiace dirtelo così, ma l'ho scoperto stamattina» le disse.

«ma figurati, ci mancherebbe; solo ora mi dispiace occupare casa tua se non ci sei-

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