29. The butterfly effect

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Yoongi venne bruscamente risvegliato dalla vibrazione del suo cellulare.
Dopo essersi assicurato che Zita si fosse addormentata la sera precedente, si era poi appisolato sul divano, non era riuscito a dormire con lei, perchè una parte di lui non riusciva a togliersi dalla testa la delusione nello sguardo di Namjoon.

«Pronto.. » brontolò rispondendo alla chiamata.

«Hyung... noona è con te? » domandò Jimin.

«Sì, è rimasta a dormire qui ieri sera, perchè? è successo altro? » gli chiese improvvisamente allarmato.

Un profondo sospiro arrivò dall'altro capo del cellulare.

« Yoongi-ah.. sento il tuo livello di ansia aumentare da qui; Namjoon sta bene, ti ho chiamato perchè Jungkook, voleva andare a parlare con noona e non l'ha trovata al suo appartamento »

«Ah.. allora la sveglio e le dico di chiamarlo » commentò piatto il rapper, che stranamente mal digeriva il rapporto d'amicizia che Zita aveva sviluppato col maknae; voleva molto bene a Jungkook, ma in cuor suo era convinto che il giovane non avesse mai del tutto abbandonato l'idea di potersi mettere con lei un giorno.

« Non essere geloso » fece Jimin.

«Mi dici come fai a sapere sempre quello che mi passa per la testa? » gli domandò divertito.

«Perchè sono stato il tuo compagno di stanza per anni e riesco a dare un significato ad ognuno dei tuoi rumori e silenzi prolungati »

Yoongi sorrise; quello che gli aveva appena fatto notare Jimin era vero.

Quel biondino petulante aveva il dono di leggere le persone come libri aperti, non c'era un singolo dettaglio che sfuggisse al suo scanner emotivo.

«Grazie per la chiamata » si limitò a dirgli.

«Volevo evitare l'ennesima tragedia » commentò.

Yoongi chiuse la chiamata con l'amico e si lasciò andare contro lo schienale del divano; si sentiva parecchio combattuto, una parte di lui voleva spegnere il cellulare e passare quei due giorni a fare l'amore con lei e basta, fingendo che non fosse successo nulla al matrimonio di Jin, d'altro canto era consapevole del fatto che ci fossero troppe relazioni in ballo per potersi permettere quel tipo di libertà.

Rimase sul divano per qualche minuto, voleva prendersi un istante ancora per sé stesso.

Quando raggiunse la sua camera da letto, trovò Zita già sveglia, era intenta a scrivere al cellulare e non si era accorta della sua presenza accanto alla porta.

La osservò con attenzione, voleva imprimersi quell'immagine nella testa con tutta l'accuratezza possibile, la luce che le ravvivava il colore dei capelli, il letto che aveva completamente disfatto da sola, il profumo di lei che riempiva la stanza, non aveva idea di quanto tempo sarebbe intercorso prima del loro prossimo incontro e questo gli dava da pensare, il loro non sarebbe stato un rapporto facile.

Si schiarì la voce per farle notare la sua presenza.

«Hey... sei sveglio da molto? » gli chiese sollevando lo sguardo.

Le sorrise e la raggiunse a letto.

«Non riuscivi a riposare con me accanto? » gli domandò quando si fu seduto accanto a lei.

«Come? »

«Stanotte mi sono svegliata ad un certo punto ed ho visto che non c'eri; sono venuta a cercarti e di ho trovato raggomitolato sul divano » lo informò.

«Sì, non riuscivo a dormire con te perchè pensavo a .. »

«Joonie » lo interruppe lei, finendo la sua frase.

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