Quando Paul arriva all'Università di Cambridge, il suo obiettivo è quello di far scorrere tutto liscio fino alla laurea.
Il suo insopportabile compagno di stanza, Churchill, è ben deciso a rendergli le cose più difficili.
E più divertenti.
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Sorrido, senza riuscire a trattenermi.
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La risposta è pressoché istantanea.
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Il mio telefono continua a vibrare, incessantemente, da quando abbiamo lasciato Cambridge.
Tra me e mio fratello c'è stato ancora qualche scambio di battute, ma il mio umore si manteneva altalenante, picchi di tensione alternati a scherzi rilassati, e Mike ha finito per allungarmi il cavo AUX, a metà tra il divertito e l'esasperato.
Entrambi abbiamo tirato un sospiro di sollievo all'idea di sostituire la musica alle parole, e abbiamo passato il resto del viaggio in silenzio.
Questo mi ha lasciato parecchio tempo per rispondere ai messaggi di Church.
Da un'ora a questa parte, ormai, le sue lamentele si susseguono a cascata. Baby George si è rifiutato di pagargli la colazione, cosa che lo ha incredibilmente maldisposto, e Phin ha avuto l'ardire di supplicarli di chiudere il becco. La discussione si è protratta finché quest'ultimo non è uscito dalla porta, minacciando di uccidere entrambi nel caso lo avessero seguito.
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