"Vieni a casa?" Rebecca se ne sta con la testa posata sulla mia spalla.
"Vado a casa?" chiede Luca rivolto alla rossa al suo fianco.
"Se vuoi rimani pure da me..."
"Dio mio Luca, tu sei tutto scemo e rincoglionito!" gli punto il dito contro.
"Che ho fatto?"
"Se io avessi dovuto aspettare un si di tua sorella per passare la notte in casa sua sarei diventato vecchio!"
"Ha ragione." mi da man forte la mia biondina.
"Vi odio!" aggrotta le sopracciglia innervosito. "Andatevene tutti e due affanculo."
"Mh no grazie cognato! Ho altri piani!" lo guardo maliziosamente e stringo possessivamente il fianco della mia Rebecchina.
"Vi posso chiedere una cosa?" chiede scocciato.
"Certo." gli sorride sua sorella.
"Ma voi ce l'avete un passatempo? Oltre a scopare intendo!"
"Ovviamente!" mi viene da ridere ma mi trattengo. "Farci i cazzi tuoi!" Rebecca e Lisa scoppiano a ridere.
"Siete proprio stronzi!" ci accusa imbronciato.
"Lo porto a letto che mi sembra decisamente troppo ubriaco."
"Ma io sono in macchina da solo!" si lagna.
"La lasci qui e domani ti porto a riprenderla."
"Ma posso guidare!" si imbroncia.
"Vai in macchina con lei, cretino!" tuona Rebecca ed entra nella modalità mammina preoccupata.
"Sei estenuante!" la accusa ancora imbronciato mentre Lisa gli toglie le chiavi della macchina dalle mani.
"Noi partiamo domani subito dopo pranzo, almeno la nana dorme e non fa il concertino in macchina. Ci rivediamo?" chiedo.
"Sisi, veniamo a salutarvi." Luca assottiglia lo sguardo come se non capisse qualcosa. "Ma che concertino dovrebbe fare la Vitto?"
"Sei serio?" chiede mia moglie tentata dallo scoppiargli a ridere in faccia.
"Si... non capisco. Non parla ancora!"
"Okay, dopo questa lo porto via! Saluta che è meglio." Lisa lo guarda sconcertata.
"Ma..."
"Buonanotte. Ce la fai o vuoi una mano?" mi faccio avanti.
"Nono tranquilli, andate pure. Non è la prima volta che me lo riporto via ubriaco." le scappa una risatina e ci salutiamo.
"Bellezza!" urlano rivolti a Rebecca due ragazzini in motorino.
"Monta in macchina!" la apro con il telecomandino. "Coglioni." sbuffo tra me e me.
"Che c'è?" mi fa un sorrisino compiaciuto la ragazza seduta sul sedile al fianco al mio.
"Nulla." sbuffo innervosito. Questa cosa di essere geloso come un ragazzino deve passare.
"Nulla?" mi prende la mano destra e la stringe nella sua. "Sei stato bene stasera?" mi chiede dopo non aver ottenuto risposta.
"Si, tu?"
"Sisi..." l'ho sentita pensierosa.
"Che succede amore?"
"Niente." ha sospirato facendomi percepire il cambiamento, oltre ai muscoli tesi della coscia su cui, come ogni volta che ne ho avuto la possibilità, ho posato la mano. Decisi di non risponderle a parole, ma mi limitai a far scorrere l'indice su tutta la lunghezza della coscia, la pelle coperta dal nylon delle calze che lasciano molto poco all'immaginazione se si parla di vista. Mi ricordo perfettamente la pelle morbida e liscia delle gambe, quando le stringe intorno ai miei fianchi nel momento in cui mi accoglie dentro di se o come me le serra intorno al collo nel momento in cui ho la bocca lì.
"Vuoi che mi fermi?" le chiedo con il tono di voce basso.
"Per?" deglutisce ed io ho una scelta. Dirle le cose con dolcezza o dirle le cose in modo rude.Scelgo la seconda strada. "Per scoparti." la sento trattenere il respiro e serrare immediatamente le gambe, per mettere a tacere, per quanto possibile, l'eccitazione. "Mi fermo." comunico deciso dopo qualche attimo di silenzio. Quando con la coda dell'occhio la vedo agitarsi impercettibilmente sul sedile riporto la mano sul cambio. Non toccarla è una tortura non solo per lei, ma anche per me. Mi infilo con la macchina in una vietta poco trafficata e poco illuminata, parcheggio un po' a schifo ma chi se ne frega, spengo l'auto, chiudo con la sicura e sganciando le nostre cinture, mi trascino mia moglie sulle gambe.
"Adoro i tuoi genitori, ma non vedo l'ora di tornare a casa nostra." sibilo eccitato sulle sue labbra, senza però baciarla davvero.
"Perchè?" freme a contatto con il mio corpo.
"Perchè le libertà che mi prendo a casa nostra, dai tuoi non posso."
"Cioè?" geme quando le lecco il collo.
"È frustrante non poterti sentire gemere liberamente."
"Ignà." sibila.
"Dimmi amore." le sfioro il collo con i denti.
"Voglio fare l'amore con te." mi posa le mani sulle guance e mi fa un sorrisetto appena accennato a causa della timidezza che a volte, inspiegabilmente, prende il sopravvento.
"Vuoi fare l'amore con me?" sorrido maliziosamente. "Vuoi che ti spogli? Qui?" annuisce mordendosi le labbra. "Però torna male spogliarti qui." sibilo con le labbra che sfiorano le sue e le mani ad accarezzarle la schiena. In risposta mi fa un gemito sconfortato e frustrato. "Posso sempre fare questo però." le alzo il vestito sui fianchi, prendo i collant e li strappo.
"No! Che fai?" si lamenta.
"Niente, non faccio assolutamente niente." prendo tra le dita il pizzo delle mutande che indossa e con un gesto secco gliele strappo di dosso. "Adesso posso..." le mordicchio le labbra.
"Puoi cosa?" mormora con il volto stravolto dall'eccitazione.
"Posso tirarmi giù i pantaloni e scoparti." con un po' di difficoltà mi slaccio la cintura, abbasso pantaloni e boxer e me la risistemo sulle gambe. Sorrido quando la sento trasalire a causa delle nostre intimità nude a contatto.
"Aspetta."
"Che succede?"
"Ti amo, volevo dirti solo questo."
"Anche io ti amo." la coinvolgo in un bacio umido e passionale. Labbra, denti e lingue che si incontrano e scontrano. Le accarezzo una guancia con una mano e con l'altra le stringo un seno pieno. Mugola e geme inarcando la schiena, getta indietro la testa e chiude gli occhi in preda al piacere. Cazzo, è bellissima. Scendo ad accarezzarle la pancia e scendo sempre più giù, fino all'inguine. Temporeggio con il pollice, mi piace sentirla fremere e farla impazzire. È il mio maledetto passatempo preferito.
"Ti prego amore." geme e posa la bocca sul collo. Sentire il fiato caldo su un punto sensibile mi fa perdere la poca lucidità che mi era rimasta e cerco la sua apertura con le dita, con una sola mossa la penetro con due dita e mi beo del modo in cui si stringe intorno a me.
"Guardami." pretendo i suoi occhi nei miei. "Guardami Rebecca." ripeto e quando vedo che non si decide ad aprire gli occhi smetto di muovere le dita. "Ti ho detto di guardarmi." comando e finalmente apre gli occhi guardandomi e, soprattutto, facendomi leggere il piacere liquido nelle sue iridi. Riprendo a muovere le dita dentro di lei e le mordo il labbro beandomi della bellezza della mia donna che gode. "Alzati." ringhio quando sento di non resistere più al bisogno di seppellirmi dentro di lei.
"Mh." si morde le labbra per la frustrazione quando le tolgo le dita da dentro ma si alza leggermente ed io posso riabbassarla sulla mia erezione. Le scopro il petto dal vestito e mi ci getto con la bocca mentre con le mani sui fianchi la faccio muovere su di me. Una spinta dopo l'altra, prima lente e profonde, poi veloci e vigorose, poi di nuovo lente e ancora veloci, fino a che entrambi non raggiungiamo l'orgasmo, io dentro di lei e Rebecca su di me.
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Come te nessuno mai
Fanfic-Continuo di "L'amore non basta (quasi) mai", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Come si affrontano le paure che un tempo ci hanno bloccati quando abbiamo altre persone che dipendono da noi in tutto e per tutto? E l'amore...