Capitolo 23

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*POV Ignazio*

Sono seduto sul tappetone di fronte al divano che abbiamo nel salotto a giocare insieme a Vittoria quando il cellulare che è nella mia tasca squilla.
"Pronto!" rispondo senza guardare chi sia.
"Ignazio!" nonostante il pianto riconosco subito la voce di Gianluca.
"Gianlù... che succede?" mi volto immediatamente verso Rebecca che mi guarda preoccupata.
"Ignazio..."
continua a piangere disperato.
"E non mi chiamare 50 volte per nome! Dimmi che succede!" mi preoccupo, lui che piange così, e nemmeno parla, non è sicuramente niente di buono. "Vuoi venire qui a casa?" gli chiedo.
"Si..." sospira cercando di calmarsi ma ricomincia a piangere.
"Vengo a prenderti io però, dove sei?"
"Al solito hotel." mormora.
"Dieci minuti e sono lì."
"Okay." chiudo la chiamata.

"Che è successo Ignazio?" Rebecca mi mette la mano sulla spalla preoccupata.
"Non lo so amore. Vado a prenderlo e torno." mi alzo e le lascio un bacio sulle labbra.
"Va bene." guardo Rebecca mezza sdraiata sul divano, la mano sul pancione sempre più grande e Vittoria sul tappeto che gioca.
"Lei la porto via, almeno non ti stanchi."
"Lasciala pure, mica sono a rischio parto eh."
"Nono, la porto via. Mancano solo 6 settimane alla fine del tempo."
"Papà, vengo via?" Vittoria puntella le manine a terra e alza il sederino per mettersi in piedi, mi guarda speranzosa.
"Come non detto, portala via e mi raccomando."
"Mi raccomando a te Rebecca! Io torno subito, ma se hai bisogno chiamami." le lascio una carezza sulla guancia e una sul pancione.
"Si papone, tranquillo." mi prende in giro con uno stupido sorrisino sulle labbra.
"Sono felice amore." le dico semplicemente.
"Perchè?"
"Perchè da quando vai dalla psicologa ti vedo stare meglio."
"Sto meglio..." ammette con un mezzo sorriso. "Ma ora vai da Gianluca che ha bisogno di te." si posa una mano sul pancione. "Ne riparliamo dopo amore, vai." annuisco, prendo Vittoria ed esco di casa. Sistemo la bimba in macchina e guido fino all'hotel dove alloggia Gianluca tutte le volte che viene a Bologna. Gli scrivo un messaggio per avvertirlo che sono parcheggiato di fronte e dopo qualche minuto lo vedo arrivare, gli occhiali scuri a coprire gli occhi.
"Ciao Gianlù." lo saluto.
"Ciao." mormora con la voce bassissima.
"Ciao zio."
"Piccola! Ci sei anche te." quando finisce di parlare scoppia a piangere.
"Gian... che succede?" chiedo ma non ottengo risposta, continua solo a piangere.
"Zio, hai la bua?" gli chiede, giustamente, Vittoria.
"No, amore, lo zio..." e continua a piangere. Sospiro, mi ci vuole tutto l'autocontrollo di questo mondo per non lasciarlo in mezzo alla strada, perché per quanto gli voglia bene, giuro che ce lo lascerei volentieri. Finalmente arriviamo a casa e scendiamo dall'auto, prendo Vittoria e andiamo in casa.
"Adesso mi dici che succede?" chiedo ancora, quando ci siamo seduti sul divano insieme a Rebecca.
"Si... io..." e continua a singhiozzare.
"Cazzo Gianlù! Sembri una donna mestruata! Mi dici che cazzo succede?!" sbraito perdendo la pazienza.
"Ignazio!" mi sgrida Rebecca.
"Angelica mi ha lasciato perché pensa che le abbia messo le corna." singhiozza. Sospiro e chiudo gli occhi, qualcuno mi dia la forza di non picchiarlo.
"Ed è vero o falso quello che pensa?"
"Falso." singhiozza.
"Zio." Vittoria smette di giocare e si avvicina a Gianluca, gli si arrampica addosso e lo abbraccia. "Non piangere. Dov'è la bua?" gli accarezza il viso nello stesso modo in cui fa Rebecca con lei ogni volta che piange perché cade e si fa male.
"Amore di zio." la abbraccia stretta e continua a piangere sfidando la mia pazienza.
"Gianluca... tra 6 settimane partorisco, pensi di farcela entro il 24 ottobre?!"
"Io non l'ho tradita! Mi ha scritto un messaggio la mia ex."
"E che c'era scritto...?" chiede mia moglie con dolcezza.
"Che l'ultima nostra notte insieme era stata magica, ma io l'ultima volta che sono stato con Marilena nemmeno la conoscevo Angelica."
"E glielo hai detto?"
"Si, ma lei non mi ha creduto... ha detto che non avrebbe passato la stessa cosa due volte." ricomincia a piangere come un bambino a cui hanno tolto le caramelle.
"Hai insistito a parlarle?"
"No... ho pensato che fosse meglio lasciarle il tempo di pensare."
"Ma allora sei scemo! Devi insistere e dirle che tu questa non la vedi più da tempo! Ma soprattutto devi dirle cosa vuoi davvero da lei. Non puoi giocare o essere indeciso Gian, c'è di mezzo una bambina e Angelica ha paura, per Lucia, ma anche per se. Anche se non lo ammette ha paura."
"Dici che devo andare a parlarle?"
"A volte mi chiedo se il cretino lo fai o lo sei... il latin lover." sbuffo prendendolo bonariamente in giro. "Certo che devi parlarci! Subito." questo ragazzo fa tanto l'esperto di donne e poi mi cade sulle cose basilari. "Le basi Gianlù, le basi." gesticolo. "Da una donna che ha trovato il marito con la cugina non puoi aspettarti che si fidi ad occhi chiusi, devi guadagnarti la sua fiducia. Devi insegnarle a rifidarsi, e che non vuoi prenderla in giro. Devi riuscire a farle capire che puoi sostenerla, e soprattutto farle capire che non scappi alla prima stronzata."
"Vacci piano." digrigna Rebecca tra i denti.
"Non gli ho detto niente." la guardo.
"Ha ragione Rebecca... sono scappato come un ragazzino, senza dirle che non voglio prenderla in giro e che sono disposto a prendermi tutto il pacchetto completo."
"Potresti farlo ora." Rebecca parla e nel frattempo inspira profondamente e chiude gli occhi toccandosi la parte bassa della pancia.
"Che hai?"
"Niente, sono le contrazioni preparatorie."
"Sicura?" faccio per alzarmi.
"Si amore, tranquillo. Mancano ancora 6 settimane."
"Se nasce ora che succede...?" Gianluca ci guarda.
"Niente di che... è formato, però perché la gravidanza sia a termine deve entrare nella 37° settimana."
"E tu sei alla...?"
"Domani entro nella 35°... dal 3 di ottobre può nascere quando vuole, prima sarebbe meglio di no."
"Povero bambino, non farlo nascere per il compleanno del papà..." Gianluca sghignazza prendendomi in giro.
"Smettila cretino!" lo guardo male. "Anzi, andiamo che ti porto a casa di Angelica, devi risolvere la situazione subito altrimenti potresti pentirtene."
"Si, hai ragione." si alza tutto convinto.
"Andiamo Vitto." la bimba si alza ma veniamo interrotti dal campanello. "E mo' chi minchia è?!" borbotto tra me e me.
"Ignà!" mi richiama Rebecca. "Il pappagallino!" si riferisce a nostra figlia che è in quel bellissimo periodo in cui ripete tutto a oltranza, specie ciò che non deve dire.
"Sisi, scusa." mi affretto ad andare al citofono e guardo dalla telecamerina, per poi aprire.
"Vado un attimo in bagno." annuisco a Gianluca e poi mi giro verso mia moglie.
"Rebecca... possiamo scrivere 'stranamore' sul citofono?!" le chiedo mentre nel frattempo apro.
"Perchè?" mi guarda stranita senza capire.
"Ciao Angelica, entrate pure." mi faccio da parte per farla entrare insieme alla figlia. Rebecca mi guarda e scoppia a ridere.
"Vi disturbiamo?" ci chiede con la faccia molto seria.
"Nono, figurati."
"Ciao." Lucia ci saluta e si mette subito a terra a giocare con Vittoria che è impaziente. "Quello non è il portafogli di Gianluca?" mi sussurra la bimba indicandolo con il ditino.
"Lucia!" la rimprovera sua madre.
"Angie... guarda che tua figlia ha più occhio di te!" Rebecca prova a non ridere fallendo piuttosto miseramente.
"Lo zio è in bagno!" spiega Vittoria a tutti. Sarà anche piccola ma questa bambina si fa capire fin troppo bene.
"Sarà meglio che vada..."
"Io voglio giocare con Vittoria mamma!"
"Sono pronto Ignà..." Gianluca arriva bloccandosi appena vede Angie e Lucia nel mio salotto.
"Lucia andiamo!" comanda la madre.
"Mh, no. Facciamo così, adesso io ed Ignazio portiamo le bimbe a fare merenda. Vi va il gelato bimbe?" Rebecca si alza con estrema calma.
"Si!" urla Lucia euforica e Vittoria si affretta ad imitarla.
"Vi ringrazio ma io vado a casa."
"No." si mette in mezzo Gianluca, finalmente. "Tesoro, vai a mangiare il gelato con loro che stasera andiamo tutti e tre al cinema e il film lo scegli tu." accarezza i capelli di Lucia. Questa bambina ha quasi più potere di sua madre su Gianluca.
"Andiamo." prendo Vittoria in braccio e usciamo. "Aspetta un attimo Rebe." torno indietro e riapro la porta. "Il divano è nuovo! E soprattutto pulito, niente camera mia e niente camera della bimba!" punto il dito contro quei due. Ci manca solo che facciano sesso sul mio divano.
"Eppure sei scemo! Andiamo." Rebecca mi trascina fuori.
"Ma la mamma e Gianluca hanno litigato?"
"Si tesoro ma stai tranquilla che si risolve tutto, noi adulti facciamo così. Litighiamo e facciamo pace, proprio come voi bambini." Rebecca le accarezza i capelli mentre Vittoria le guarda incuriosita senza smettere di aggrapparsi al mio collo con le manine.
"Mamma!" Vittoria la richiama.
"Dimmi amore."
"Il gelato."
"Eccoci Vitto." entriamo nella gelateria che abbiamo vicino casa. Scegliamo i gelati e poi ci mettiamo ai tavolini fuori.
"Ma se la mamma e il papà non stanno più insieme io posso rimanere con la mamma?" ci chiede improvvisamente Lucia. Questa bimba fa domande troppo particolari, mi preoccupa...
"Quasi sempre i bimbi rimangono con la mamma, perché lo chiedi piccola?" Rebecca sonda il terreno cercando di non risultare troppo diretta.
"Papà mi ha detto che vuole che vada ad abitare con lui, ma io voglio stare con la mamma." dice lasciandoci a bocca aperta, non ho ancora capito a che gioco stia giocando questo qua...
"La mamma lo sa?"
"No, papà ha detto che per ora è meglio non dirle niente."
"Io penso che dovresti dirglielo alla mamma. Alle mamme si dice tutto, tesoro." mia moglie le fa un sorriso cercando di rassicurarla, che razza di padre è questo qua?! Come può spingere la figlia a dire bugie alla mamma?
"Quindi posso dirglielo?" ci chiede e al vederci annuire sembra quasi sollevata.
"Lucia, tu alla mamma puoi dire qualunque cosa, specie se è una cosa che non ti fa stare bene." le dico con calma.
"Torniamo a casa? Ti va?" le chiede mia moglie e Lucia annuisce. Prendiamo Vittoria, che nel frattempo ha il gelato non solo nella pancia ma soprattutto sulla maglietta e torniamo verso casa.
"Rebe, magari entro prima io."
"Si... è meglio." le viene da ridere.
"Noi ci sediamo qui in veranda, vero bimbe?" entrambe annuiscono ed io vado ad aprire il portone di casa mia, molto lentamente.
"Ciao." entro.
"Già di ritorno?" Gianluca sorride e tiene Angelica seduta sulle cosce nonostante tenti di alzarsi.
"Non potevo far venire il diabete a due bambine per lasciarvi ancora da soli... hanno mangiato due gelati enormi!" li scruto un attimo. "Tutto bene?" quando annuiscono entrambi sospiro di sollievo. Gianluca mi fa incazzare spesso, a volte sembra un deficiente, ma rimane una delle due persone con cui condivido gran parte della mia vita da ormai quasi 15 anni. "Benissimo! Quindi hai finito di frignare come una donna mestruata?!" chiedo con un sorriso malizioso, consapevole di sputtanarlo.
"Hai pianto?" Angie si volta di scatto verso il suo volto.
"No!" mi guarda male ma di fronte allo sguardo stranito di Angie abbassa gli occhi. "Un po'."
"Angie impara che Gianluca sfoga tutto quello che gli succede piangendo, sia le cose belle che le cose brutte." provo a spiegarle. "Ha il cuoricino tenero il nostro cucciolotto." lo prendo in giro strizzandogli una guancia.
"Tu sei scemo!" mi guarda male.
"Vado a dire a Rebecca che non state facendo cosacce in casa nostra." scocco un'occhiata maliziosa ad entrambi.
"Non sono io quello che è stato beccato in camerino dopo un'intervista." ridacchia Gianluca.
"Gioventù." faccio spallucce.
"Peccato solo che in quel momento avevo Vittoria, tua figlia, in braccio."
"Stai zitto, cretino!" Angelica scoppia a ridere mentre apro la porta e mi trovo davanti Piero. "Oi... che succede?"
"Niente, mangiamo qui." mi informa Elisa.
"Invitatevi pure come se foste a casa vostra eh!" prendo in braccio Andrea e me lo sbaciucchio tutto mentre arrivano anche Rebecca con le bimbe.
"Oi Gian. Anche tu qui?"
"Si, mangiamo anche noi qui." mi fa la linguaccia. Sembriamo tre bambini di 11 anni? Si. Ci interessa? Assolutamente no.
"Mancano Barbara e Michele e ci siamo tutti."

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