Capitolo 1

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Apro gli occhi e la prima cosa che vedo sono gli occhi celesti, ereditati dalla nonna paterna, di mia figlia che mi guarda.
"Amore. Buongiorno." le sorrido e le bacio le guanciotte piene mentre mi beo del risolino che mi regala la nostra bimba. Allunga le manine piene verso la mia bocca ed io fingo di mangiargliele facendola ridacchiare. Continuo a giocare fino a che non inizia a lamentarsi e piagnucolare. "Cosa c'è pasticcino? Hai fame?" le chiedo quando vedo che si è sdraiata su di me e mi vuole abbassare lo scollo della canotta con cui ho dormito. Mi viene da ridere quando vedo la bimba che si ciuccia la lingua, così mi alzo la canotta in modo da scoprire un seno. Non faccio in tempo a prenderla che si getta da sola ed inizia a succhiare. Mi guarda con quegli occhietti grandi e luminosi mentre mi stringe il seno con le manine e fa colazione. Le sto accarezzando la testolina con quei pochi capelli che nonostante i sei mesi ha, quando vengo interrotta dal suono del cellulare.
"Amore. Ciao." rispondo ad Ignazio che mi sta chiamando su FaceTime.
"Ciao scimmietta." mi sorride felice. "La bimba?"
"Eccola." giro la fotocamera ed inquadro la piccola che mangia.
"Ciao anche a te polpettina." le dice e la bimba alza immediatamente gli occhi riconoscendo la voce del papà.
"Amore vieni a vedere papà." provo a staccarla dal seno ma non è d'accordo e inizia a piangere come una disperata.
"Lasciala amore." mi dice con dolcezza così io rimetto l'inquadratura su di me.
"Si è appena svegliata ed ha fame."
"Mi mancate tantissimo." mormora dopo qualche secondo speso a guardarci.
"Anche tu ci manchi tantissimo. Ahia. Amore piano. Non mordere." mi rivolgo alla bimba e le tappo delicatamente il nasino, così che smetta di stringere.
"Morde?" sorride.
"Si, ha solo due denti ma fidati che stringe."
"Oddio come vorrei essere lì." mormora e per la prima volta lo vedo sconfortato. La nostalgia c'è sempre stata, ma adesso lo vedo proprio sconfortato.
"Amore che succede? Ti vedo strano."
"Niente amore, è che mi sento bruciare le mani e lo stomaco dalla voglia che ho di stringervi."
"Dai amore, tra una settimana sei qui vero?"
"Si, abbiamo questo tour di promozione qua in Argentina e poi torniamo."
"Amore devo andare a cambiare la bimba, ti richiamo tra un po' va bene?"
"Si amore." gli mando un bacio e chiudo la chiamata. Mi alzo con la bimba in braccio, che nel frattempo ha finito la poppata e vado a cambiarla. Le metto una tutina intera grigia e poi la poso nella seggiolina che ho in bagno. Le metto un giochino in mano, mi spoglio in fretta e mi butto sotto la doccia. Mi lavo, mi asciugo e mi vesto in fretta, prendo la bimba e vado in cucina. Metto la giacca di pelle, abbastanza per questo fine ottobre non troppo freddo. "Vieni polpettina, la mamma deve fare una cosa importante." prendo la borsa della bimba, ci metto telefono, portafogli ed esco di casa. Apro la macchina, sistemo la bimba nel seggiolino contro il senso di marcia sul sedile di fianco al mio, monto e parto.
"Salve." entro nella prima agenzia di viaggio che trovo sulla strada.
"Salve, mi dica." una ragazza che ha più o meno la mia età riceve me e la polpettina.
"Avrei bisogno di prenotare il primo volo disponibile da Bologna a Buenos Aires. Per me e per la bambina."
"Si, economy class?"
"Preferirei la prima classe se è disponibile."
"Si certo." scrive qualcosa sul computer e poi mi sorride come se avesse trovato chissà cosa. "Le va bene volare con Air France? Ha un solo scalo a Madrid."
"Sisi, va benissimo."
"Allora le prenoto una cabina in prima classe?"
"Si grazie. Mi servirebbero i documenti suoi e della bambina. Ha il passaporto?"
"Sisi."
"Le devo prenotare anche il ritorno?"
"No, grazie, se ne occupa mio marito." prendo i passaporti e li do alla ragazza.
"Mi servirebbe il consenso di suo marito per far viaggiare la bambina."
"Cosa?"
"Si. Le potrebbe venire richiesto il consenso da parte di suo marito per espatriare la bambina."
"Ma mio marito è all'estero. Lo stiamo raggiungendo e non lo sa."
"Mi dispiace, ma potrebbero non far imbarcare la bimba."
"Aspetti, provo a fare una chiamata."
"Barbara."
"Rebecca, che succede? Volevi parlare con Ignazio?"
"Nono, volevo solo sapere come posso fare per venire in Argentina, serve un foglio che mi autorizzi a portare via Vittoria con il consenso di Ignazio. Ma io non ce l'ho... abbiamo sempre viaggiato tutti e tre insieme. Senza considerare che gli volevo fare una sorpresa."
"Un fax vale?"
"Chiedo e ti richiamo." chiudo la chiamata.
"Un fax può andare bene?"
"Secondo chi trova potrebbe farle dei problemi. Mi scusi se sono indiscreta, ma perché non ha il consenso di suo marito?"
"È la prima volta che viaggio da sola con la bambina, non ho mai pensato di farmelo fare."
"Mi scusi se le sembro indiscreta, ma suo marito è Ignazio Boschetto?" chiede in imbarazzo.
"Si..." la guardo con la fronte corrucciata. Come diavolo fa a saperlo?
"Ho collegato il cognome della bambina e lei che l'ha nominato al telefono prima. Un fax nel suo caso dovrebbe andare bene. Non credo le facciano storie."
"Okay perfetto. Grazie." sorrido sollevata.
"Allora, può portare un bagaglio in stiva per lei, il passeggino per la bimba e la borsa con le sue cose a bordo. Consigliano di portare ciucci e pupazzetti a cui la bimba è abituata. Ma questo credo che lo sappia."
"Si, grazie." saldo il volo e corro a casa a preparare le valige. Tra 4 ore dobbiamo essere in aeroporto. Scrivo un messaggio a Barbara che mi assicura che se mi chiedono il foglio avviserà Ignazio e me lo farà fare.
"Nina." chiamo mia cognata quando risponde al telefono.
"Ciao Rebe."
"Senti, potresti accompagnarci in aeroporto tra un paio d'ore?"
"In aeroporto?"
"Si. Tuo fratello lo vedo un po' sconfortato, e poi sinceramente anche a noi ci manca tanto il papone."
"Tu sei pazza!" ridacchia. "Comunque tra un'ora sono da voi."
"Grazie cognata. Adesso avviso i tuoi e i miei sennò mi fucilano." chiudo la chiamata e con un messaggio avviso mamma e suocera. Entrambe mi dicono che sono una pazza scatenata e mia madre aggiunge anche che secondo lei dovrebbero arrestarmi. Preparo in fretta le valige, soprattutto quella di Vittoria, metto il marsupio nella sua borsa che riempo di pannolini, teli per il cambio, omogenizzati di frutta, ciucci e vari cambi oltre che alle salviette umide. Decido di prendere la navicella anziché l'ovetto o il passeggino. Riesco a nasconderla meglio da occhi indiscreti, un lenzuolino e nessuno vede niente. Finisco di preparare le cose e mi siedo sul divano ad allattare Vittoria mentre aspetto che arrivi Nina. Ho ancora la bimba attaccata al seno quando apro a mia cognata.
"Ciao."
"Ciao. È tanto che mangia?"
"Ha finito, sto aspettando che si addormenti per bene." la sistemo delicatamente nell'ovetto. "Andiamo via con la mia macchina poi la tieni tu."
"Va bene. Mamma mia che voglia di prenderla a morsi." guarda sua nipote che dorme beata nell'ovetto.
"Ti capisco." ridacchio e prendo le valige iniziando a portarle in macchina. Metto in macchina anche la base della navicella e quest'ultima, controllo di avere tutti i documenti ed il cellulare, prendo l'ovetto e lo fisso in macchina. Chiudo il portone dopo aver messo i cani in casa e vado in macchina dove mi aspetta già Nina.
"Queste sono le chiavi di casa e della macchina. I cani e i gatti mangiano una volta al giorno, non dare retta a loro sennò scoppiano."
"Va bene, tranquilla. E fate ammodino voi due." ci salutiamo con un abbraccio, un bacio veloce alla bimba ed io e la mia Vitto partiamo per raggiungere papà.

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