Capitolo 16

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"Vi prego, torniamo a casa. È degno figlio di suo padre e sta ballando la conga sulla mia vescica e sul mio utero!" mi lamento seduta sul divanetto di questo pub. Di stare in piedi non se ne parla nemmeno. Ho voluto fare la figa con il vestitino ed i tacchi alti ma non ho considerato il combo gravidanza e caldo che come risultato danno piedi gonfi come due zampogne.
"Per i prossimi tre anni sono vietate gravidanze!" esordisce Elisa innalzando il Cosmopolitan.
"Perchè?"
"Perchè voglio prendermi una sbronza colossale!" guarda sia me che Angie. "Voglio essere così ubriaca da scoparmi Piero e non ricordarmelo nemmeno!"
"Tutto bene Elisa?" chiede stranita Angie.
"No! Mi sono rotta i coglioni di essere solo madre! Amo mio figlio più della mia vita! Cazzo è mio figlio! Ma sono anche una donna, sono una moglie! Cioè per essere madre è necessario che prima tu sia donna! Ho bisogno di mio marito, di una carezza, di un bacio, di una scopata! Cazzo sono fatta di carne, mica sono finta eh!" si infuria, forse complici i cinque Cosmopolitan che si è scolata in un paio d'ore.
"Quant'è che non state una serata da soli?"
"Da quando è nato Andrea! Non abbiamo mai dormito da soli, mai! Io non dico di metterlo in cameretta da solo! Pure io non sarei tranquilla! Ma non succede niente se lo mette nel suo lettino!" gesticola come una pazza. "Ha avuto il coraggio di chiedermi di fare un altro figlio... ha avuto questa faccia tosta! Ma come diavolo ha intenzione di farlo un figlio se non mi scopa?!" urla come una pazza e giuro, giuro che scoppierei a ridere se solo non ci fosse il rischio di finire sulla copertina di un giornaletto di gossip di quart'ordine.
"Okay basta! Andiamo via." mi alzo e obbligo le altre due ad alzarsi.
"Credo di essere ubriaca anche io!" afferma Angie dopo aver avuto difficoltà a mettersi in piedi.
"Benissimo!" sbuffo. "Elisa dammi le chiavi della macchina." le porgo il palmo su cui appoggia il mazzo.
"Perchè dici di essere ubriaca?" Elisa si ferma in mezzo alla strada e prende Angie dalle spalle. "Perchè hai voglia di scoparti Gianluca?" le chiede. Questa ha un chiodo fisso!
"Elisa!" la richiamo facendola montare in auto.
"Eh..."
"Siamo nel XXI secolo! Se hai voglia di scopare, o gli salti addosso o fai da sola!" metto in moto l'auto.
"Tu dici?" chiede seria.
"Io dico! Sostengo l'emancipazione femminile da sempre! Mica possiamo essere al pari degli uomini solo per lavorare! Perché per l'uomo è normale e per la donna no?!"
"Giusto!" afferma Angelica seduta dietro. "Viva l'emancipazione femminile!"
"Ecco! Visto che anche tu sei d'accordo facci un piacere!" continua Elisa. "A Gianluca dagliela! Almeno la smette di infilarsi nelle nostre case e rompere i coglioni alle 7 del mattino!"
"Elisa!" scoppio inevitabilmente a ridere ed anche Angie si accoda. Parcheggio l'auto di Elisa nel mio giardino ed apro la porta di casa.
"Che sta succedendo?"

*POV Ignazio*
"Perchè non provi a dirci cosa ti succede piccolina?" Gianluca accarezza i capelli lunghi di Lucia che continua a piangere con le gambe strette al petto seduta sul divano.
"Io non lo voglio." singhiozza con la voce rotta.
"Cosa non vuoi piccolina?" prova a chiederle di nuovo, ma non ottiene risposta.
"Lucia, vuoi che chiamiamo la mamma?" mi abbasso di fronte a lei.
"No. La mamma non lo sa, e non deve saperlo. Dopo si arrabbia!" singhiozza disperata. Io, Piero e Gian ci guardiamo preoccupati. Che cazzo le hanno fatto per farla piangere così?! Vedere una bimba di 11 anni piangere così che non ti vuole dire cosa succede, la verità è che per la testa ti passano le idee più disparate, e per niente belle idee.
"È colpa mia se si è sentita male! È colpa mia!" continua a piangere sempre più forte e ringrazio tutti i santi del paradiso che Vittoria e Andrea dormano da ormai un paio d'ore.
"Lucia, tesoro dimmi di chi stai parlando almeno posso aiutarti." Gianluca continua ad accarezzarle i capelli.
"Di Alessia."
"Alessia la cugina di tua mamma?" chiedo.
"Si. Ma io lo giuro che non è colpa mia!" ricomincia a singhiozzare sempre più forte.
"Non è colpa tua cosa tesoro?"
"Non è colpa mia se il bimbo che ha nella pancia sta male!" fatica persino a respirare dal pianto e quando si getta in braccio a Gianluca ci guardiamo tutti e tre spaventati. Io e Piero per quanto si stiano attaccando l'uno all'altra in così poco tempo e Gianluca da quello che possono aver detto a questa bimba.
"Ha un bimbo nella pancia?" le chiede.
"Si. È incinta! E papà ha detto che è colpa mia se lei si è sentita male, perché le ho detto che io quel bimbo non lo voglio nemmeno vedere!" continua a piangere restando in braccio a Gianluca che nel frattempo si siede sul divano con la bimba sulle gambe.
"Che succede?" Rebe, Elisa ed Angelica entrano in casa.
"Amore..." mi alzo e raggiungo immediatamente mia moglie.
"Lucia, tesoro. Che ci fai in braccio a lui?" va immediatamente dalla figlia. "Piccola che è successo?" le accarezza la schiena e i capelli al sentirla singhiozzare.
"Non è colpa mia mamma!" Angie guarda per un attimo Gianluca che fa finta di niente.
"Non è colpa tua per cosa tesoro?"
"Non te lo posso dire!" non smette di abbracciare Gianluca.
"Piccola, vieni in braccio con me?" prova a chiederle.
"No." continua a singhiozzare restando tra le braccia di Gianluca.
"Piccola, dimmi cosa è successo. Ti prometto che non mi arrabbio."
"Lucia, non è colpa tua, e nemmeno della mamma. Tu sei una bambina, e non devi preoccuparti di queste cose. Ci sono gli adulti per questo." le spiega Gianluca.
"Ha ragione lui tesoro, dimmelo." le accarezza i capelli.
"Papà mi ha detto che è colpa mia se il bimbo che ha Alessia nella pancia sta male." singhiozza.
"Il bimbo che Alessia ha nella pancia?" sussurra con il viso estremamente bianco.
"Si." piange e infila la testa nel collo del mio amico.
"Alessia si è sentita male?"
"Si."
"E perché papà ha detto che è colpa tua?"
"Perchè gli urlato che per me potevano andare a farsi fottere tutti e tre. Papà, Alessia e quel mostriciattolo che ha nella pancia."
"Lucia!" sua madre la guarda sgranando gli occhi e poi inevitabilmente scoppiamo tutti a ridere, specie Elisa che si appoggia a Piero.
"Eli... sei ubriaca?" le circonda un fianco con il braccio.
"Un po'." ammette con un sorrisino stupido. Oddio mio. Ma stasera che cazzo succede in questa casa?!
"Scusa mamma..." mormora la bimba dispiaciuta.
"Non mi piacciono le parole che hai usato... e ricordati che nonostante tutto è tuo padre. Il fatto che gli nasca un altro bambino non significa che smetta di volerti bene." si sbilancia e cade di culo in terra. "Qualcuno può farmi un caffè? Molto amaro per favore!" mormora e finalmente Lucia alza la testa dal collo di Gianluca e ride al vedere la madre con il culo a terra.
"Ma è ubriaca anche lei?!" chiedo nell'orecchio di mia moglie.
"Non quanto Elisa... diciamo che più che altro è brilla..."
"Bene ma non benissimo..."
"Sentimi bene bello mio." Rebecca mi chiama.
"Dimmi amore."
"Se vuoi un altro figlio dopo di lui o lo fai tu o aspetti minimo 4 o 5 anni!" mi punta il dito contro mentre nel frattempo Lucia si è gettata in braccio alla madre.
"Perchè?" chiedo stranito.
"Perchè tra la gravidanza di Vittoria, l'allattamento, questa gravidanza e questo allattamento..."
"Cosa...?"
"Ho voglia di prendermi una sbronza colossale!" sbuffa e si posa la mano sul pancione.
"Prometto di aspettare un po' per il prossimo bimbo!" ridacchio e le bacio il collo stringendola da dietro. "È che sei così bella con il pancione."
"Si... specie quando non mi vedo più nemmeno in mezzo alle gambe dal pancione."
"Non c'è problema! Ti ci guardo io." ammetto facendo spallucce ed un sorriso malizioso.
"Fai schifo!" mi guarda male.
"Dopo te lo faccio vedere io lo schifo!" le mordicchio il lobo.
"Ma che ti succede stasera?" mi prende le mani e se le posa sul pancione.
"Succede che è da quando ho aperto gli occhi stamani che ho voglia di fare l'amore con te." sussurro.
"Smettila amore!" le viene da ridere.
"Vado a fare il caffè per Angie." le sfioro il sedere con le mani senza farmi vedere dagli altri e sparisco in cucina prima che mi tiri addosso qualunque cosa le capiti sotto tiro.
"Ignà." mi raggiunge in cucina.
"Dimmi scimmietta."
"Anche io." mi si appoggia alla schiena e mi lascia un bacio tra le scapole.
"Anche tu cosa?" giro leggermente la testa verso di lei. "Vuoi il caffè?"
"No. Anche io muoio dalla voglia di fare l'amore con te." mi volto di scatto e la metto a sedere sopra il lavandino. Che vada a farsi fottere il caffè.
"Mi fai impazzire Rebecca!" sfioro le labbra con le sue, le stringo le cosce nude con le mani alzandole sempre di più il vestito.
"Ma tu te ne rendi conto quanto sei bello?!" mi stringe le guance con le mani e mi morde le labbra.
"Tu sei bella!" le infilo le mani nell'elastico della mutandine, le accarezzo i fianchi e le sfilo.
"Aspetta amore, aspetta." sospira e si stacca da me.
"Cosa?" gemo sbuffando.
"Di là c'è una bimba disperata, una brilla che cerca di resistere al tuo amico e la mia migliore amica incazzata perché l'altro amico tuo non se la scopa!"
"L'amico mio cosa?!" aggrotto la fronte.
"Dovrebbe pensare ad Elisa non solo come la mamma di suo figlio, ma anche come la sua donna."
"Mi stai chiedendo senza chiedermelo di intervenire?"
"Si." mi da un bacio sulle labbra. "Risolviamo questi casini che abbiamo qualcosa da fare in camera nostra." si rimette gli slip e sparisce dalla cucina. Sospiro, chiudo un attimo gli cercando di calmare quel coso che ho nelle mutande. Mamma mia.

Come te nessuno maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora