Capitolo 14

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Giro la manopola che alza il volume, mi tolgo le scarpe e poggio i piedi sul cruscotto, chiudo gli occhi e cerco di rendere comodo questo dannato viaggio.
"Rebe, metti giù quei piedi!"
"Sono incinta." lo so che non c'entra niente, ma approfittarsene è uno dei vantaggi della gravidanza. Infatti, come speravo, sbuffa ma me la da vinta.
"Come ti senti?" muove leggermente le dita accarezzandomi la coscia su cui ha la mano.
"Ho un po' di mal di schiena e mi stanno venendo più nausee." sospiro. "E poi sono sempre stanchissima." apro gli occhi e guardo il profilo di mio marito. Le sopracciglia scure, gli occhi profondi, il naso e le labbra dolcissime e soffici, capaci di farmi impazzire completamente. L'amore che sento nei confronti di quest'uomo mi fa sentire sopraffatta, farei qualsiasi cosa per vederlo felice, qualsiasi.
"Che c'è amore... perché mi fissi?" mi chiede incuriosito facendomi ripiombare con i piedi per terra.
"Pensavo a quanto ti amo, a quanto sei bello e al fatto che farei di tutto per te."
"Amore..." sibila con le guance che gli si colorano di rosso.
"Inizialmente pensavo che la morte della bimba ci avesse divisi, adesso mi rendo conto che ci ha legato ancora di più. Vivere senza di lei è difficilissimo, ma se dovesse accadere qualcosa anche a voi io questa volta ne morirei. Vi amo così tanto che io senza non posso starci. Tu non hai idea di quello che sento. Vorrei trovare le parole ma non credo esista il modo di spiegarti ciò che sento." delle lacrime di emozione mi scorrono lungo le guance. La sua mano si stringe sulla mia coscia ed io prendo ad accarezzargli le nocche una per una.
"Tanto tra poco siamo arrivati." accosta in una piazzola di sosta.
"Che fai?" chiedo continuando a piangere, senza fare rumore con le lacrime che continuano a scendere.
"Niente scimmietta." si slaccia la cintura, slaccia la mia e mi fa sedere sulle sue cosce. "Anch'io ti amo tantissimo." sibila dopo che mi sono rintanata con il viso nel cantuccio di collo che mi ricavo sempre. Qui il profumo di Ignazio è ancora più forte. "Ti amo proprio tanto." infila una mano nei miei capelli e l'altra sulla schiena.
"Anch'io." continuo a piangere, arpiono le mani al suo collo e mi lascio coccolare dalle sue carezze sulla schiena e sui capelli.
"Mamma!" Vittoria inizia a piangere innervosita.
"Ora andiamo Vittoria, stai buona bimba di papà." sospiro e mi alzo dal corpo caldo di mio marito, torno a sedere di fianco a lui e ripartiamo verso casa dei miei.
"Comunque avevo ragione io!" gongolo.
"Menomale... se nasceva un'altra Vittoria eravamo spacciati scimmietta, speriamo che lui sia tranquillo." ridacchia mentre parcheggia di fronte a casa dei miei.
"Mi sa anche a me." rido anche io e gli stampo un bacio sulle labbra. Scendiamo entrambi dalla macchina e Ignazio prende Vittoria che ha compiuto un anno la scorsa settimana. Le abbiamo fatto la festa a cui mancavano solo i miei, visto che mio papà è caduto e si è rotto un braccio e l'hanno dovuto operare. È venuto solo mio fratello con la fidanzata, che infatti sa già della gravidanza. "Si vede la pancia?"
"Se non lo sai no, hai la maglietta troppo larga, anche se tua mamma penso se ne accorga." suona il campanello con la Vitto in braccio che sgambetta per scendere, da quando ha iniziato a camminare è ancor di più un terremoto.
"Ciao amori miei." mia mamma ci apre. "Vieni dalla nonna amore mio!" strappa Vittoria di braccio a suo padre e se la sbaciucchia tutta per felicità di mia figlia.
"Ciao." io e Ignazio la salutiamo ed entriamo in casa.
"Papà?" chiedo curiosa di vederlo con il gesso al braccio.
"Eccomi amore mio." mi abbraccia forte con il braccio libero ed io mi sciolgo tra le braccia del mio papà. "Tutto bene tesoro? Ti vedo strana."
"Si tranquillo papi." mi accarezza le guance, mi bacia la fronte e poi saluta Ignazio prima di rubare la bimba dalle braccia di mamma.
"Come stai Ignazio?"
"Bene, grazie." sorride a mio padre ed entriamo in casa.
"A cosa dobbiamo questa visita? Non ci credo che sei venuta solo per vedere tuo padre con il gesso."
"Vi dobbiamo parlare." mi appoggio ad Ignazio.
"Nonna." Vittoria guarda mia madre in faccia con un sorrisone. "Mimmo!" e mi indica...
"Ecco Rebecchina... un miliardo di ore a pensare come dirlo a tuoi e la nana rovina tutto...!" mio marito scoppia a ridere.
"Bimbo?!" chiede imbambolato mio padre.
"Nonno!" Vittoria gli stringe le guance. "Mamma mimmo!" ribadisce ovvia, come se mio padre fosse scemo, il che forse non è del tutto falso.
"Sei incinta?" i miei genitori sgranano gli occhi sorridendo.
"Colpevole." Ignazio fa un sorrisone che si espande fino agli occhi e mi stringe in vita.
"Oddio che bello!" strilla mia madre guadagnandosi un'occhiataccia da parte di Vittoria. "Sono felicissima!" continua a strillare e poi ci stringe forte.
"Auguri ragazzi." ci abbraccia anche lui senza staccarsi dalla bimba.
"Quando nasce?"
"Il tempo lo finisco il 24 ottobre."
"Quindi non sapete ancora se è maschio o femmina."
"Si... abbiamo fatto il test del DNA per escludere delle malattie, è un maschietto." sorrido felice.
"Finalmente un bimbo Ignà!" lo prende in giro mio padre.
"Anche perché con un'altra bimba povero me!"
"Avete già scelto il nome?"
"L'ha scelto la Vitto, è uno tra Marco, Alberto e Mattia. Ma il nome lo scoprirete alla nascita!"
"Posso sempre chiederlo alla mia bimba bellissima, vero amore?" mio fratello spunta dal dietro.
"No, perché a lei abbiamo detto che si chiama Bimbo, caro il mio cognato!" Ignazio tronca l'entusiasmo di mio fratello sul nascere.
"Vi odio!" sbuffa e prende Vittoria. "Amore di zio." le sbaciucchia il visino. "Come si chiama quello che la mamma ha nella pancia?" ci prova lo stesso.
"Mimmo!" risponde felice.
"L'avete anche ingannata." Luca ci lancia un'occhiataccia.
"E certo! Sennò questa l'avrebbe detto tempo zero! Che ti sembriamo scemi?!"
"Beh... tu che ti sei sposato mia sorella un po' si." gli risponde a tono Luca.
"Sempre molto gentile tu eh!" lo guardo male.
"Amore ci fai vedere sta pancia?"
"Si mamma." mi alzo la maglietta e mostro la mia pancia di quattro mesi, già molto gonfia per il tempo che è.
"Si vede già tantissimo amore." mia mamma e mio papà mi accarezzano la pancia.
"Si... è più grossa delle altre gravidanze, della Vittoria poi la pancia era piccolissima."
"Tieni Rebe, adesso mettitelo." mi passa il chiama angeli con impresse due bimbe e un bimbo stilizzato.
"Avete voglia di andare a mangiare sul mare?" ci chiede mia mamma mentre io indosso la collana.
"Mare! Mamma mare mare!" urla Vittoria iniziando a scalciare e il suo piedino coperto dal sandalino finisce contro il cavallo dei pantaloni di mio fratello.
"Oddio!" urla strozzato mio fratello e Ignazio prende in fretta Vittoria.
"Ti capisco... va tenuta in braccio alla larga da lì la signorina..." Igna gli da una pacca sulla spalla mentre Luca continua a starsene piegato in due.
"Luca... non farla lunga!" mia madre fa un gesto incurante della mano.
"Marta! Tu non hai idea di cosa significhi un calcio lì." mio padre si sente chiamato in causa.
"No, ma so cosa significa partorire. Volete fare a gara?"
"No grazie." Ignazio rabbrividisce.
"Allora, mare?" richiede mia madre e Ignazio allontana immediatamente Vittoria da .
"Mare mare mare!" urla Vittoria scalciando.
"Va bene." sorrido, sono proprio felice. Mi sto godendo questa gravidanza come, per ovvi motivi, non ho fatto con Vittoria, e di Margherita ero così felice, oltre che inesperta e spaventatissima che spesso mi sentivo sopraffatta.
"Andatevi a mettere il costume, a lei ci penso io." mia mamma si riprende la bimba. "Dammi il suo costumino." le prendo un costumino rosso con le gocce bianche e i petali verdi girocollo. Una piccola fragolina bellissima. "Andiamo amore di nonna." mia madre sparisce con la bimba ed anche io ed Ignazio spariamo in quella che un tempo era la mia cameretta.
"Che costume ti metti?" chiede con una finta nonchalance.
"Pensavo il due pezzi rosso." arriccio le labbra per prenderlo in giro.
"Ma anche no Rebecca!" il volto diventa immensamente serio. "Non ti ho mai detto cosa metterti o non metterti, ma quel costume decisamente no! Già era striminzito quando non eri incinta! Figuriamoci adesso che non solo sei incinta ma allatti pure." si sfila pantaloni e maglietta ed infila i pantaloncini sopra le mutande.
"Ti stavo prendendo in giro! Scemo." mi avvicino e gli bacio il petto prima che si rimetta la maglietta. "Mi sta decisamente piccolo amore, volevo solo vedere come reagivi. Metto quello intero verde militare."
"Sei scema." si rilassa e mi bacia. "Dai cambiati." mi spoglio anche io. "Ma perché tieni le mutande sotto il costume?" chiedo mentre mi infilo nel costume.
"Perchè sennò mi da noia." si posiziona dietro la schiena e mi sistema il costume sulle spalle.
"Grazie."
"Prego. Vestiti dai che ci aspettano i tuoi." mi da un bacio sulla spalla e una pacca sul sedere mentre mi infilo il vestitino a fiori bianco e arancio. "Eccomi." infilo le infradito e torniamo dai miei genitori.
"Papà!" Vittoria appena vede Ignazio sgambetta per essere messa a terra. Appena mio fratello la poggia giù corre verso suo papà e si arrampica per essere presa in braccio.
"Andiamo. Per pranzo ho fatto l'insalata di riso, le fettine impanate con il pane e ho fatto a pezzi cocomero e melone."
"Mamma guarda che a Bologna mangiamo eh!"
"Sono avanzi di ieri sera, a parte la carne, quella l'ho fatte stamani." mi fa un sorriso furbo.
"Andiamo dai. Ho caldo e voglio fare il bagno." mio padre ci butta praticamente fuori casa.
"Ce li avete i teli da mare o devo prenderli anche per voi?"
"Nono, tua figlia si è preparata anche la borsa per il mare prima di partire." mi prende velatamente in giro.
"Piantala!" mi imbroncio e gli tiro uno schiaffo sulla spalla. Lo so che è stupido innervosirsi per cose del genere, ma se mi vuole senza umore ballerino che la smetta di mettermi incinta!
"Amore, scherzavo." mi stringe i fianchi con il braccio che non regge Vittoria e mi posa un bacio sulla guancia.
"Si." sbuffo e mi divincolo dalle sue braccia accelerando il passo. Mi ha fatto troppo innervosire. Mi ha fatta innervosire così tanto che sento gli occhi farsi lucidi e le lacrime bagnarmi le gote.
"Rebe." mi raggiunge e mi ferma mentre stiamo per entrare in macchina. "Scherzavo amore, non volevo farti rimanere male." mi guarda colpevole.
"Non volevo piangere! E nemmeno arrabbiarmi." piango ancor di più sentendomi improvvisamente in colpa. "Scusa."
"Non hai niente di cui scusarti scimmietta." mi abbraccia con Vittoria in mezzo a noi.
"Che succede?" mamma si avvicina preoccupata.
"Niente tranquilla, scherzi da pancione!" Ignazio la tranquillizza con un sorriso. "Venite in macchina con noi?"
"Va bene." Ignazio lega Vittoria sul suo seggiolino, anche se piange come una disperata. Non sopporta stare a sedere lì. Montiamo in auto e in pochi minuti siamo in spiaggia.
"Bimba stai buonina un attimo per favore." cerco di calmare Vittoria che piange e si dimena per camminare. Ignazio prende il passeggino dall'auto e lo apre, ci mette sopra le borse e prende la manina di Vittoria che saltella finalmente a terra mentre con l'altra spinge il passeggino.
"È dispotica 'sta bambina!" commenta mia madre.
"E te ne accorgi ora?" chiedo retoricamente.
"Io a volte avrei voglia di definirla con un'altra parola ma lasciamo perdere!" commenta mio marito. "A volte non voglio pensare a cosa combinerà quando sarà grande..."
"Male che vada ti entra un giorno in casa dicendoti che è incinta di uno che te hai visto solo in televisione e che si trasferisce ad oltre 150 km... niente di che!" ci prende in giro mio padre.
"A me è andata bene però con lui." affermo.
"A te si... è a lui che non so quanto sia andata bene..."
"Sei molto simpatico!" lo guardo male mentre arriviamo alla tenda e inizio a sentirmi gli occhi di gran parte delle persone presenti addosso. "Quanto passerà prima che arrivino in richiesta delle foto?"
"Almeno mezz'ora si amò..." Ignazio ridacchia e si toglie la maglietta dopo aver spogliato la bimba.
"Vieni mostriciattolina che ti metto la crema."
"No!" Vittoria si lascia cadere di sedere sulla sabbia e inizia a trafficare con i suoi giochini.
"Vittoria!" la richiama alzando leggermente il tono. "Vieni qui."
"No." mi ignora e continua a giocare. Sbuffo e vado a prenderla di peso. "No!" urla e inizia a piangere.
"Vittoria, metti la crema e poi torni a giocare." Ignazio cerca di calmarla invano.
"No! Papà!" piange tragica mentre le spalmo la crema e Ignazio la tiene ferma.
"Io ad ottobre così non ci arrivo!"
"Menomale questo è un maschietto!" mormora Ignazio dopo aver riposato la bimba sulla sabbia.
"Sono sfinita." sbadiglio, come tutte le gravidanze ho sempre sonno.
"Mettiti sul lettino e riposati Rebi!" mia mamma mi fa sdraiare.
"Prima amore mettiti la crema, ci manca solo che ti strini." mi bacchetta Ignazio.
"Ma sono all'ombra!"
"Il sole filtra lo stesso. Sdraiati che ci penso io." sbuffo ma gli do retta e mi godo le mani calde di mio marito che mi massaggiano la pelle spalmandomi la crema. Parte dai piedi, poi passa ai polpacci, le cosce ed infine la schiena, le braccia e lo scollo.
"Se dovessi mai smettere di fare il cantante ti assumo come massaggiatore privato." sibilo con gli occhi chiusi.
"L'uno non impedisce l'altro." mi lascia un bacio sulla spalla e lo sento allontanarsi e sedersi davanti alla Vitto.
"Papà!" sospira estasiata così apro gli occhi e vedere la nostra bimba che si arrampica in braccio al papà per sbaciucchiarlo tutto mi fa venire le lacrime agli occhi. Maledetti ormoni del cazzo! E sì, lo so che non bisognerebbe parlare male, ma tanto non mi sente nessuno.
"Piccina!" la alza e le sbaciucchia tutto il collo facendola ridere forte.
"Oddio!" sospiro e mi metto seduta. "Ignà, andiamo in acqua? Muoio dal caldo."
"Si!" si alza. "Che dici polpettina, lo andiamo a fare il bagno?"
"Bagno?" sgrana gli occhi eccitata, posa le manine a terra e alza il culetto per mettersi in piedi. "Mamma!" mi prende la mano e mi tira.
"Voi venite?" chiedo ai miei genitori.
"Andate voi, tranquilli." mio papà ci sorride e mette a leggersi il giornale.
"Okay." prendo i braccioli di Minnie di Vittoria e andiamo tutti e tre verso la battigia. "Li gonfi tu amore?" chiedo ad Ignazio che annuisce. Già mi gira la testa così, figuriamoci a soffiare, e poi lui con il suo lavoro ha certamente più fiato di me. Dopo un minutino scarso mette i braccioli alle braccine di Vittoria che, per mano ad entrambi, avanza in acqua. "Accidenti!" trattengo il fiato. "È fredda!"
"Amore che ti aspettavi?! È maggio." mi guarda. "E poi in Sicilia così è già caldissima!"
"Quando andiamo in Sicilia mi tuffo direttamente dalla barca... se mi tuffo ora oltre che una capocciata mi sento male." mi sfioro la pancia evidenziata dal costume. Guardando alle spalle di Ignazio noto un flash. "Amore, su che giornale sei domani mattina?"
"Siamo bella mia! Mica ci finisco solo io eh!" ci scherza. "Basta che tappino il viso alla bimba perché sennò mi tocca fare dei casini."
"Non possono pubblicare il viso della bimba, vero?" mi allarmo.
"In teoria no... però non si sa mai, senza considerare che lo scoop è questo bel pancino!" mi accarezza la pancia mentre Vittoria galleggia senza mollare le nostre mani.
"Ad agosto ti va se andiamo in Sicilia?"
"Certo. L'anno scorso non siamo riusciti ad andare. L'ultima volta non ero nemmeno incinta."
"Prendo già i biglietti."
"Ti devo fare una domanda già da un po di tempo... solo che ho paura della risposta."
"Dimmi." aggrotta la fronte, senza capire.
"Ad ottobre sei in tour?" mormoro con la voce bassa.
Ignazio ridacchia leggermente, "No amore." mi stampa un bacio veloce sulle labbra. "Facciamo i tuffi Vitto?"
"Tuffi tuffi!" urla felice e molla la mia mano.
"Ignà attento eh." trattengo il respiro quando lascia Vittoria per poi riprenderla giusto un attimo prima che finisca in acqua.
"Stai tranquilla amore." mi fa una faccia buffa e torna a far tuffare la bimba.
"Stai tranquilla cosa?! Mi fate morire di infarto." sbuffo e avanzo dove l'acqua è un po' più alta in modo che mi bagni progressivamente.
"Mamma!"
"Dimmi bimba." Ignazio mi passa la bimba che si accuccia con la testina sulla mi spalla. "Sei stanca amore?" le bacio una spalla.
"È già stanca...!" Ignazio le accarezza la schiena.
"Latte." piagnucola infilandomi le manine nel costume.
"Usciamo scimmietta?" Ignazio mi sorride e io annuisco. Insieme torniamo alla tenda dai miei genitori.
"Ei, già di ritorno?"
"Si mamma, le metto il pannolino e poi la faccio dormire. È stanca." la stendo sul lettino e inizio a toglierle il costumino. "Amore, me lo prendi il pannolino e un altro costumino?"
"Si." li prende e mi bacia una guancia. "Esci che faccio io." mi fa alzare e la cambia facendole le pernacchiette sulla pancia. "Eccola, bella pulita e profumata la signorina!"
"Mamma!" ricomincia a piangere dopo qualche secondo passato a ridere.
"Questa bambina è volubile com il tempo!" si lamenta mio marito.
"Stai tranquillo! È tutta la mamma!" commenta invece mio padre con un sorriso furbo sulla bocca.
"Siete molto simpatici!" li guardo male mentre mi prendo in braccio la piccola.
"E io che c'entro adesso?" Ignazio mi guarda sorpreso.
"Nulla! Tu non c'entri mai nulla!" sbuffo e mi siedo all'ombra con la bimba sdraiata in braccio.
"Mamma latte." continua a piangere disperata.
"Ecco, ecco. Sta buona piccina." mi abbasso il costume tanto quanto basta e allatto mia figlia.
Dopo qualche minuto la sdraio sul lettino e le metto il ciuccio in bocca per non farla svegliare.
"Vi dispiace stare un po' con la bimba mentre ci facciamo una passeggiatina?" chiede mio marito ai miei genitori.
"Nono andate."
"Ma io..."
"Rebecchina andiamo!" mi prende la mano e mi porta via. "Andiamo a fare il bagno che ti devo parlare." mi sorride e mi porta in acqua.
"Che succede?" chiedo intimorita quando non ci sono persone intorno.
"Succede amore che ti devi calmare!"
"Che intendi?"
"Intendo che sei agitata, hai paura e sei sempre nervosa. Anch'io sono spaventato amore, sono spaventatissimo. Che il bimbo possa non essere sano, che ti succeda qualcosa e che tu lo perda, che tu stia male... sono miliardi i motivi per cui sono agitato, ma se mi agito io non mi succede nulla, se ti agiti tu rischiate di stare male in due. E io non voglio che vi succeda niente, al bimbo, ma nemmeno a te!" mi accarezza una guancia. "Non puoi passare questa gravidanza come quella di Vittoria... stesa al letto terrorizzata da qualunque cosa. Adesso abbiamo anche lei, che ha comunque bisogno della sua mamma e del suo papà." mi stringe al suo petto, dove io sprofondo con gli occhi chiusi.
"Non voglio rischiare di perderlo, non ce la farei." sospiro tentando di non cedere al pianto.
"Andrà tutto bene piccola, ma tu devi calmarti. Non ti fa bene."
"Mi dispiace." delle lacrime sfuggono al mio controllo.
"A me no. Basta che tu stia un po' più serena." mi prende il volto e mi bacia le labbra. "Basta piangere piccola mia."
"Ti amo."
"Ti amo anche io."


Come te nessuno maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora