"Mamma! Io nonna! Ciao!" Vittoria mi fa ciao ciao con la manina e se ne va davanti alla porta in attesa di uscire. Per andare in giro questa bambina venderebbe anche un rene.
"Ma l'hai vista tua figlia?!" punto il dito contro mio marito che ride prendendomi in giro.
"Eh amore... che ci vuoi fare?" mi circonda i fianchi con le mani e accosta la mia schiena al suo petto. "Siamo stati abbandonati dalla nostra nana!"
"Io e la piccola ci facciamo portare fuori a cena dal nonno, vero amore?" Caterina la prende in braccio.
"Si! Pappa!" le si illuminano gli occhi.
"Tale e quale al padre! Si illumina se si parla di cibo!" arriva Vito.
"Nonno! Via! Mimma pappa!"
"Vi rendete conto che questa bimba parla come un telegramma?!"
"È piccola papà!"
"Via nonno!" urla Vittoria innervosita.
"Vado, che è venuta dispotica e rompipalle come te!" Vito ci saluta ed escono tutti e tre di casa.
"Siamo soli?" sussurra Ignazio improvvisamente voltandosi verso di me.
"Se non consideri l'inquilino si..." mi indico il pancione e alzo gli occhi sul suo viso sul quale è stampato un sorrisino furbo. "Che è quella faccia...?"
"Niente." mi prende in braccio, mi stampa tantissimi bacini sulla guancia e si siede sul divano con me tra le gambe. "Stasera pensiamo solo a noi. È una vita che non ci godiamo una seratina in casa soli soletti." continua a sbaciucchiarmi il collo riempendomi di brividi.
"Mi piace come suona soli soletti." ammetto sorridendo e gli ricopro con le mie mani le sue che accarezzano il pancione.
"Ti piace?" chiede continuando a baciarmi, questa volta il collo e il retro dell'orecchio.
"Molto." sospiro, chiudo gli occhi e getto indietro la testa, lasciandogli a disposizione più pelle.
"Senti come si muove il piccolino..." punta un palmo dove sente muoversi nostro figlio.
"È un terremoto."
"Come stai amore? Ti senti stanca?"
"Si... ma penso che a stancarmi sia la tensione. Ho paura di tutto, specie quando non ci sei." ammetto.
"Anch'io ho paura che possa succedervi qualcosa, ma non possiamo farci gran che..."
"Quando finisce il tempo ci sei?"
"Si." mi circonda con le braccia sul petto stringendomi ancora di più a se. "Non avere paura che non ti lascio da sola. Mai." giro leggermente il volto per unire le nostre bocche.
"Amore..." mi stacco dal bacio.
"Dimmi."
"Io ho fame!" mi mordo il labbro inferiore con una faccia colpevole mentre Ignazio scoppia a ridere.
"Cosa vuoi che ti prepari?"
"Gli spaghetti al burro, con la sottiletta, il parmigiano e il Philadelphia."
"Amore sono le 18:50... tra un'ora circa si va a cena!"
"Non sono io! È tuo figlio che li chiede!" passeggio con le dita sul suo braccio.
"Allora ceniamo... puoi aspettare almeno le 19:30?"
"Si."
"Sai che facciamo amore appena nasce? Andiamo tutti e quattro allo stadio a vedere l'Italia!"
"È tantissimo tempo che non andiamo allo stadio!" sibilo già eccitata. "Potresti spiegare a tuo figlio che non deve ballare la conga sulla mia vescica per favore?" mormoro dopo qualche secondo in cui il signorino che se ne sta comodo dentro la mia pancia fa un po' il monello.
"Ti fa male?"
"Si." un sospiro mi esce strozzato a causa del dolore che improvvisamente mi colpisce. Ignazio con uno scatto si alza in fretta.
"Sdraiati." comanda ed io obbedisco cercando sollievo. "Chiudi gli occhi scimmietta." mi accarezza la fronte e i capelli con dolcezza. "Rilassati, lo sai che se lo fai si calma anche lui." inspiro profondamente ma non ottengo quello che voglio, il bimbo continua a scalciare e sento sempre più dolore.
"Non passa."
"Amore, sei spaventata. Lo sai, ci è successo anche con Vittoria." sussurra e mi bacia ripetutamente il viso.
"Io ci provo a non avere paura, a dirmi che devo stare tranquilla, ma non ci riesco. All'improvviso mi piove addosso il terrore che possa succedere qualcosa." sento delle lacrime bagnarmi il volto, e il visino pieno di tubicini di Margherita mi si palesa di fronte agli occhi.
"Va bene avere paura piccola. È normale, ne ho anche io, e lo sai. Ma non possiamo fare più di quello che stiamo già facendo." poggia la fronte sulla mia guancia, mi prende il polso dove è tatuata nostra figlia e ci passa ripetutamente le labbra. "Stai meglio tesoro? Si è calmato il bimbo?"
"No... sento dei dolorini... saranno anche le contrazioni preparatorie!"
"Di già?"
"Mancano circa 8 settimane... mica è poi così tanto."
"Ci pensi? Tra due mesi avremo il nostro bimbo qui con noi." sospira estasiato e quando sto per sorridere una fitta particolarmente forte mi fa uscire una smorfia dolorante sul viso.
"Che c'è?"
"Non mi passa Ignà... ho paura! Non mi passa!" inspiro profondamente cercando di trattenere le lacrime e non lasciarmi sopraffare dal panico.
"È peggiorato?" mi chiede preoccupato.
"Si."
"Cosa ti senti?"
"Mi fa malissimo qui." mi tocco la parte bassa della pancia.
"Alzati che ti porto in ospedale." mi prende la mano e mi fa alzare con delicatezza.
"In ospedale?"
"Si, magari non è niente, ma non voglio rischiare." mi aiuta a mettermi in piedi, prende la mia borsa e le chiavi dell'auto.
"Mi sento l'intimo umido..."
"Cioè?"
"Come quando mi viene il ciclo e non ho l'assorbente." mormoro.
"Andiamo in bagno." inizia a d agitarsi anche lui e mi aiuta a spogliarmi dei pantaloni una volta raggiunto il bagno. "Stai calma, sono sicuro che non sarà niente!"
"Sono sporca?"
"Si. Ti prendo un paio di mutande di ricambio e andiamo in ospedale!" in cinque minuti sono cambiata e seduta sul sedile destro dell'auto.
"Ho paura." inizio a piangere come una bambina, un po' per paura, un po' per i dolori. "Non possiamo perdere anche lui." sibilo singhiozzando.
"Non succederà tesoro, tranquilla." in pochissimo tempo raggiungiamo l'ospedale.
"Non respiro."
"È solo il panico piccola." parcheggia ed in fretta mi aiuta a scendere. "Guarda Rebecca. Guardami!" ripete e mi spinge il viso per obbligarmi a guardarlo negli occhi. "Andrà tutto bene. Il nostro bambino starà bene." mi bacia velocemente le labbra senza chiudere gli occhi e poi mi aiuta ad arrivare all'interno del pronto soccorso.
"Avete bisogno?"
"Si." rispondo con la voce spezzata dal dolore e dalla paura.
"Aspettate." sparisce e dopo qualche secondo ci apre una porta. "Venite di qua!" ci fa entrare in una stanzetta. "Che succede?"
"Ho dei dolori fortissimi qua." mi indico la parte bassa della pancia.
"Okay, state tranquilli. Chiamo subito il medico. Tu sdraiati pure qua." mi aiuta a sdraiarmi su un lettino e poi sparisce.
"Stai meglio?"
"No. Ho questo dolore che è sempre più forte." delle lacrime mi scorrono sul viso senza che possa fare niente per trattenerle. La paura di perdere questo bambino mi paralizza, un bambino che forse nei primi momenti neanche volevo.
"Ci sono io qui. Andrà tutto bene." mi accarezza ripetutamente le guance.
"Eccomi! Ditemi tutto!" entra una signora che avrà più o meno l'età di mia madre.
"Ciao Annarita!" mio marito la saluta per nome.
"Ignà... non sapevo fossi tu! Ditemi tutto! È tua moglie?"
"Si!"
"Come ti chiami?"
"Rebecca." sibilo strozzata.
"Bene Rebecca, dimmi tutto. Cosa ti succede?"
"Ho un dolore fortissimo qua che va sempre aumentando."
"Di quante settimane sei?"
"32. il tempo lo finisco il 24 ottobre."
"Hai avuto perdite di sangue?"
"Si." sibilo con la voce strozzata dalla paura.
"Okay, facciamo un'ecografia perché sospetto un distacco della placenta." mi sorride con dolcezza.
"È grave?" chiede mio marito con la voce grave.
"Se non si cura si. Ma noi ce ne stiamo occupando." mi spruzza il gel sulla pancia. "È il primo bambino?"
"No... è il terzo!" Ignazio risponde per entrambi.
"Wow! Avete altri due bimbi? Maschi o femmine."
"Due femmine."
"Quanti anni hanno?" cerca di distrarci mentre fa scorrere l'ecografo sul mio ventre rigonfio senza sapere che peggiora la situazione.
"Vittoria ha 17 mesi e Margherita aveva una malattia molto rara, è morta a 15 mesi."
"Cazzo. Mi dispiace, lo so cosa si prova." fa un mezzo sorriso e vedo Ignazio che annuisce. "Okay, hai un lievissimo distacco della placenta Rebecca." ripone l'ecografo. "Quindi da adesso cara ragazza riposo assoluto! Niente sforzi eccessivi perché rischi un distacco completo e come conseguenza un parto prematuro e noi invece vogliamo che questo bel bimbo se ne stia altro tempo qui."
"Okay." sibila Ignazio.
"Ignà ti senti bene?" gli chiede la ginecologa.
"No... per niente." chiude un attimo gli occhi e si appoggia al muro.
"Vuoi un po' d'acqua?"
"Si grazie." sussurra e chiude gli occhi per fermare le lacrime.
"Vieni qui." lo chiamo appena la ginecologa lascia la stanza.
"Eccomi amore. Ci sono." mi posa un bacio in fronte.
"Stiamo bene." gli accarezzo una guancia.
"Lo so. Ma..."
"Ma ti sei sentito morire dalla paura di quello che sarebbe potuto accadere."
"Si." chiude gli occhi e appoggia la fronte sulla mia.
"Sta bene, il nostro bambino sta bene."
"E tu?"
"Io sto bene, se tu e i nostri figli state bene, è tutto okay." gli sorrido e lo bacio velocemente sulle labbra.
"Ti è passato il dolore?"
"No, ma sapere che si risolve me lo fa sopportare di più e non ho la stessa paura di prima." la ginecologa torna con una bottiglietta d'acqua.
"Ecco." gliela porge e Ignazio la ringrazia con un cenno. La apre e ne beve metà in un solo sorso. "Stanno bene, entrambi. I dolori erano dovuti a quel lieve distacco di placenta, con il riposo sono esclusi quasi certamente i problemi." cerca di tranquillizzarlo. "Adesso le do qualcosa per il dolore e vi mando a casa."
"Sta bene il bimbo?" prendo coraggio e chiedo espressamente quello che voglio sapere da quando mio marito mi ha portata qua. Una volta sono sopravvissuta, la seconda non ce la farei.
"Sta bene! Devi solo stare a riposo!" ripete e ci sorride comprensiva. Mi porge un bicchiere con una pastiglia. "Queste sono le dimissioni! Mi raccomando, riposo assoluto e niente sesso! Lo sperma e la sostanza rilasciata con l'orgasmo può avviare il travaglio in un momento in cui si ha il rischio di un distacco di placenta! Ci rivediamo tra una settimana per il controllo! Se c'è qualche problema, Ignazio sai dove abito."
"Certo, grazie Annarita." mi aiuta a sedermi e la abbraccia.
"Di niente tesoro." saluta anche me e ci lascia uscire.
"Mi sono preoccupato." sospira appena siamo fuori dal pronto soccorso e mi abbraccia forte.
"Amore, la dottoressa ha detto che sta bene." cerco di tranquillizzare lui e me allo stesso tempo. Ricambio il suo abbraccio e poggio la fronte nel suo petto, inspiro il suo profumo e mi lascio stringere dall'uomo che ho amato di più nella mia vita.
"Andiamo." mi bacia velocemente le labbra e andiamo verso l'auto. "Ora chi cazzo è che rompe le palle..." sbuffa quando gli squilla il telefono. "Mamma!" risponde. "Stiamo tornando, eravamo al pronto soccorso poi ti spiego, è tutto okay. La bimba?" chiede, chiude gli occhi un attimo e poi mette in moto l'auto. "Tra poco siamo lì." chiude velocemente la chiamata.
"Tutto okay la Vitto?" gli accarezzo una spalla.
"Sisi. Si sono preoccupati perché non eravamo in casa e le luci sono tutte accese..."
"Amore..." gli accarezzo la nuca quando noto che delle lacrime gli bagnano il volto.
"È tutto okay Rebe, ora mi calmo."
"Sfogati amore. Lo so che sei umano anche tu." si slaccia la cintura che si era precedentemente allacciato e si sporge ad abbracciarmi. "Amore mio..." mormoro e lo accarezzo tra i capelli mentre piange sul mio collo.
"Mi sono sentito morire! Per un attimo ho temuto tutti i mali di questo mondo." con una mano mi accarezza ripetutamente il pancione.
"Anche io! Ma babyM. sta bene! Sta al sicuro nel mio ventre. Ci sta comodo! Non ha intenzione di uscire prima! Vero babyM.?" chiedo direttamente alla mia pancia e in risposta otteniamo un calcio. "Visto?" ridacchio. "Ha anche risposto." gli bacio la testa. "Ma ora andiamo prima che i tuoi genitori si preoccupino decisamente troppo." cerco di convincerlo prima che ci vediamo spuntare Caterina e Vito in panico.
"Andiamo." si asciuga gli occhi e parte verso casa sua.
"Mamma!" urla Vittoria appena mettiamo piede in casa.
"Ciao cucciolotta!" la prendo in braccio e la sbaciucchio tutta.
"Che è successo?" chiedono immediatamente Caterina e Vito.
"Ho avuto delle perdite di sangue e un dolore fortissimo così siamo andati al pronto soccorso." spiego sedendomi sul divano con la bimba che si accoccola sulla spalla.
"Oddio, e che ti hanno detto?"
"C'era Annarita, la mamma di Angela. C'è un lievissimo distacco di placenta, quindi riposo assoluto e la prossima settimana la vuole rivedere." Ignazio sospira e si lascia cadere sul divano accanto a noi, stanco.
"Papà." Vittoria si sposta in braccio a lui e si sdraia. "Mimma nanna." mormora ciucciando con gli occhietti già mezzi chiusi.
"Adesso andiamo a letto bimba mia." le bacia la fronte. "Andiamo che sono distrutto?" annuisco, salutiamo i suoi genitori dopo averli tranquillizzati ulteriormente e finalmente andiamo in camera. "Sistemo la bimba nel lettino poi mi faccio una doccia, vieni con me?"
"Si, ti aspetto in bagno." annuisce così io mi avvio in bagno ed inizio a spogliarmi. Apro l'acqua per farla scaldare e aspetto.
"Eccomi. È crollata subito." mi da un bacio sul collo mentre si spoglia.
"Sei proprio bello!" gli sorrido mentre ci gettiamo sotto il getto della doccia.
"Tu sei bella!" sorride e strizza gli occhi imbarazzato. Ci concediamo 10 minuti di acqua tiepida nonostante le temperature decisamente alte di questo agosto ormai quasi finito, e poi ci infiliamo i pigiami per dormire. Io metto il pigiama... lui dorme come al solito con i boxer. "Vieni qua Rebecca." sospira e allarga le braccia in cui mi rifugio ed insieme ci addormentiamo.__________________________________________________________________________________________
Ciao a tutti! Manca sempre meno alla fine, esattamente altri 4 capitoli! Che ne pensate? Vi è piaciuto?

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Come te nessuno mai
Fanfiction-Continuo di "L'amore non basta (quasi) mai", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Come si affrontano le paure che un tempo ci hanno bloccati quando abbiamo altre persone che dipendono da noi in tutto e per tutto? E l'amore...