"Ci voleva proprio questa cena amore." mormora Ignazio stringendo la mia mano nella sua. Annuisco e basta e poggio la testa sulla sua spalla, godendomi questa passeggiata romantica con mio marito. "Sediamoci qui piccola." si siede su un prato e mi fa accomodare, con un po' di difficoltà a causa della pancia, tra le sue cosce. "Guarda un po' su." e quando alzo gli occhi al cielo una distesa infinita e blu costernata di stelle mi toglie il fiato. Il pensiero di Margherita mi investe, un nodo mi si forma in gola e il respiro si fa difficile da gestire. "Non volevo farti piangere amore." mi stringe forte a se e nonostante quello che ha detto sento anche il suo dolore.
"Mi manca. E non so come fare." gli stringo le mani che sono sul mio grembo. "Io sono felicissima di avere Vittoria, e anche che avremo questo bambino, ma mi manca. Io la cerco in ogni cosa e a volte mi sembra di non trovarla mai." il petto scosso dai singhiozzi. "E più la cerco e meno la trovo."
"È lassù che ci guarda. Se alziamo gli occhi al cielo, ci concentriamo, li chiudiamo e la cerchiamo con gli occhi del cuore la troveremo." rimango in silenzio senza rispondergli, assorbisco ogni suo sussulto e ogni stretta più forte con cui mi avvolge. "Ho smesso di cercarla nel modo in cui io mi aspetto di trovarla." sussurra e mi asciuga la sua lacrima che mi ha bagnato il collo.
"Cioè?" volto leggermente il viso verso di lui.
"Non la cerco come la bambina che ci ha lasciato e come l'ho io scolpita nella testa e nel cuore."
"E come la cerchi?" uso un tono così basso che stento persino io a sentirmi.
"La cerco nella folata di vento che mi accarezza il viso, o quando il suo pensiero mi coglie impreparato mi dico che in realtà è lei che mi viene a trovare." stende il braccio destro fino alla mia spalla sinistra e me l'accarezza con una cadenza regolare, in netto contrasto con quelle che so essere le sue sensazioni ed emozioni. "La trovo in te, nel modo in cui hai pianto e sorriso la prima volta che abbiamo stretto Vittoria, nei suoi sorrisi ingenui di bambina. L'ho trovata in questi bambini che non abbiamo cercato ma che abbiamo amato fin da subito. Mi immagino che ce li abbia mandati lei. La trovo anche ogni volta che mi alzo la mattina e nonostante la voglia di piangere e starmene tutto il giorno a letto a chiedermi perché Dio mi ha dato una figlia e poi me l'ha tolta, vado comunque a lavoro e riesco ad amare ancora la vita. E sai perché la amo ancora di più da quel maledetto 18 agosto 2018?" scuoto il capo. "Perchè la vita è imprevedibile, ed io che ho la fortuna di essere sano e di avere voi che state bene non ho il diritto di disprezzarla."
"Sei il padre dei miei bambini, sei l'uomo che ho sposato e con cui mi sto costruendo la mia famiglia, ma soprattutto sei tutto quello che voglio, e che non vorrò cambiare mai." nonostante le lacrime volto il viso verso di lui e cerco le sue labbra.
"Siete la cosa più preziosa della mia vita." mi accarezza la guancia con la punta delle dita mentre mi bacia delicatamente le labbra. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare in questo bacio che sa di noi, del nostro amore. Cerco immediatamente la sua lingua e la accarezzo con la mia mentre Ignazio mi fa sdraiare su questo prato circondati dal chiarore delle stelle.
"Scalcia." sorrido nonostante senta ancora una stretta al cuore.
"Lo sento." sussurra con un sorriso mesto. Lo vedo che soffre anche lui.
"Forse non dovremmo stare stesi su un prato in piena notte a Bologna..." in contraddizione a ciò che dico gli passo le dita tra i capelli e gli faccio posare la testa nell'incavo del mio collo.
"Non dovremmo... ma mi piace." lo sento fremere quando imprimo le labbra sul collo, proprio lì, dove il suo profumo mi arriva ancora più intenso. "Siamo in mezzo alla strada." sospira. "Non mi provocare oppure domani mattina siamo su qualche giornale squallido di gossip." lo sento dal modo possessivo in cui mi stringe le cosce che la voglia che ha di me in questo momento è tanta. "Okay, basta." sospira e si sposta dal mio corpo sdraiandosi a terra. "Mettiti qua." allarga il braccio e mi fa poggiare al suo petto. Struscio il naso sulla pelle che ha lasciato scoperta con la camicia sbottonata. "Non ti lascerò mai sola Rebecca, nemmeno quando ci saranno chilometri a separarci, io ci sarò." alzo gli occhi verso di lui e gli bacio il mento, presa da un'improvvisa necessità di toccare la sua pelle.
"Quando abbiamo perso Margherita ed io sono scappata, i momenti dove stavo proprio male, che non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto, io guardavo le tue esibizioni, chiudevo gli occhi ed immaginavo che tu cantassi solo per me. In questo modo riuscivo a reagire." faccio passeggiare le mie dita sul petto.
"Ma io cantavo per te. Tu non mi hai fottuto solo il cuore Rebecca, mi hai fottuto anche la testa. Eri in ogni cosa che facevo, nelle canzoni che cantavo. Sei in ogni parte di me."
"Anche quando ti faccio arrabbiare?"
"Anche quando mi fai arrabbiare." mi pizzica un gluteo e mi bacia le labbra. "Guarda Rebe, guarda!" mi indica il cielo e i miei occhi si sgranano di fronte ad una stella cadente. "Io la trovo anche in queste cose Margherita." sussurra senza smettere di stringermi. Improvvisamente una folata di vento ci accarezza i volti e risparisce dopo qualche secondo. "Ti ha fatto una carezza..." sussurra Ignazio al mio orecchio.
"Mi sento inspiegabilmente felice... non so perché, dovrei essere triste, ma invece sento una felicità che non ti so spiegare."
"È Margherita! Vuole vedere la sua mamma stare bene!"
"Anche il suo papà."
"Ti amo. Sono le uniche parole con cui posso esprimere un decimo di quello che sento per te."
"Ti amo anche io. E non farmi piangere che gli ormoni della gravidanza mi rendono più sensibile." continuo a starmene accoccolata all'uomo della mia vita.
"Torniamo a casa amore? Sono le 23..."
"Di già?" sgrano gli occhi e appoggiandomi al petto di Ignazio mi metto seduta.
"Si cucciola."
"Andiamo. È troppo grossa ormai questa pancia per farmi sdraiare in terra così. Mi fa malissimo la schiena." mi lamento. Ignazio scoppia a ridere e dopo essersi messo in piedi mi tende la mano e tira su anche a me. "Che ridi?! È colpa tua!"
"Hai ragione... l'ho fatto da solo questo figlio." mi da una sculacciata.
"Mi spieghi che c'hai contro il mio culo?" incrocio le braccia sul petto indispettita.
"Assolutamente niente." si sporge a guardarmi dietro mentre camminiamo. "È solo molto invitante."
"Sei uno scemo." scoppio a ridere e intreccio le nostre mani.
"Sono uno scemo." mi scimmiotta e mi morde la guancia stringendomi con le braccia i fianchi.
"Stasera sei coccoloso amore." rimango tra le sue braccia e mi godo il suo calore.
"Avevamo bisogno di una seratina io e te da soli." continua a camminare tenendomi stretta a se.
"Si, anche se mi manca il mostriciattolo."
"Manca anche a me. Mi manca un po' meno quando vogliamo fare le cose da mamma e papà e lei si sveglia." mi mordicchia il collo facendomi fremere.
"Andiamo a casa che stasera c'hai gli sbalzi ormonali tu al posto mio!" gli lascio un pizzico sulla mano.
"Sei mia moglie, sei bella, abbiamo 28 e 26 anni, io sono pure siciliano, è peccato aver voglia di fare l'amore con te?"
"No, non è peccato." arrossisco alle sue parole. Insomma non è una novità, ma un conto è saperlo e un altro è sentirselo dire così, fa sempre un certo affetto.
"Mi piace fare l'amore con te." sussurra e continua a volermi mettere in imbarazzo. Si diverte così... male!
"Anche a me piace fare l'amore con te!" decido di prenderlo in contropiede.
"Lo so." risponde malizioso. "Lo sento da tutti quei versetti che fai quando non c'è il rischio di svegliare la Vitto!" l'espressione malandrina mi fa venire voglia di mangiarmelo a morsi!
"Andiamo che è meglio." borbotto imbarazzata e apro lo sportello dalla sua macchina.
"È solo rimandato il discorso scimmietta!" monta anche lui in auto. "Ma se prima di tornare a casa ci fermassimo a mangiare un bel cornetto caldo con la nutella? Ti va piccola?"
"Un cornetto caldo con la nutella?" sgrano gli occhi mordendomi le labbra. "Oddio si!" gemo con l'acquolina in bocca.
"Non esagerare... è pur sempre un cornetto... mica sono io!" mi accarezza la coscia.
"Sei un tale coglione...!" scoppio a ridere.
"Non si parla male cucciolotta!"
"Non ci sono bambini presenti... tranne lui ma è ancora troppo piccolo!" gli schiaffeggio la mano che va decisamente troppo vicino alla mia brasiliana. "Ci stai buono! Oh! Ma che c'era dentro la tua cena? Il peperoncino?!" lo guardo sconvolta, stasera sembra non essere in grado di tenerselo nelle mutande e mi starebbe anche bene, se non mi avesse promesso il mio cornetto caldo con la nutella. In risposta Ignazio scoppia a ridere e guida fino alla pasticceria.
"Andiamo bellezza!" scendiamo ed entriamo in pasticceria e ci troviamo di fronte ad una distesa di dolcetti di tutti i tipi.
"Menomale la curva glicemica l'ho già fatta." sospiro.
"Cosa vuoi amore?"
"Cornetto alla nutella e tre mignon allo zabaione." sorrido affamata. "Grazie."
"Per me invece un cornetto alla crema pasticcera."
"Ecco a voi!" il signore ci da tutto su un vassoio e ci mettiamo ad un tavolino in fondo alla sala.
"Buono?"
"Mh mh." annuisco con la bocca piena, chiudo gli occhi e sospiro. Mamma mia cosa è questo cornetto. Ora come ora dovessi scegliere tra questo e il sesso sceglierei ad occhi chiusi il cornetto, anche se questo magari è meglio non dirglielo ad Ignazio, il suo ego di uomo ne risentirebbe.
"Sembri una bimba." sorride amorevole e mi pulisce la bocca con i fazzolettini che trova sul tavolino.
"Sembro una bimba?" ricambio il sorriso e gli accarezzo la mano che è sulla mia guancia.
"La mia bimba bellissima." mi punge la guancia con il dito.
"Sei dolcissimo stasera... da diabete quasi." mi imbarazzo all'idea che il signore dietro al bancone ci senta.
"Sei tu che mi fai diventare così. Ti amo, per me sei bellissima e non vedo cosa c'è di male a dirtelo." mi fa un sorriso genuino che mi fa tremare le gambe.
"Non c'è niente di male."
"E poi sei ancora più bella quando ti imbarazzi e arricci il naso."
"Piantala!" mi affretto a mangiare il mio mignon per sviare l'imbarazzo.
"Vuoi una bottiglietta d'acqua?" annuisco continuando a mangiare così Ignazio si alza e dopo qualche secondo torna con la bottiglietta dell'acqua. "Eccola." prendo la bottiglietta e bevo immediatamente, questi dolcetti mi hanno messo molta sete.
"Grazie amò."
"Prego scimmietta. Saziata la voglia di dolci?" annuisco sorridente. "Sono giorni che me ne parli." mi accarezza una guancia. Amo Vittoria, ma mi era mancato sentirmi la sua donna e tutto questo romanticismo tipico di Ignazio. "Sei stanca tesoro?" mi chiede quando appoggio la guancia sulla sua mano.
"No... mi piaci tutto coccoloso."
"Non me l'hai mai detto." mi prende in giro scherzosamente. Rimaniamo per qualche secondo a guardarci negli occhi, con un sorrisino stupido sulle labbra, a scambiarci i pensieri senza dire una parola. "Andiamo via!" sussurra all'improvviso e posso notare nei suoi occhi la necessità di stare da soli, noi due.
"Andiamo!" si alza e va a pagare mentre io raccolgo la borsa e tolgo le cartacce dal tavolino.
"Che ore sono amore?"
"Manca poco a mezzanotte." mi guarda un attimo. "Vuoi sapere della bimba?" annuisco immediatamente. "Mando un messaggio a mamma." e mentre lo dice lo fa.
"Okay."
"Ma se non ci ha chiamato va tutto bene."
"Lo so, però..."
"Però sei preoccupata lo stesso!" mi sorride e mi mostra il cellulare con una foto di Vittoria che dorme beata nel suo lettino con il suo pupazzetto stretto tra le braccia. "Eccola la nostra piccolina." sorride felice.
"Era tanto tempo che non ti vedevo così felice." gli accarezzo una guancia. "Così sereno..."
"Vittoria dorme nel suo lettino ed è tranquilla, lei sta bene. Tu stai bene e stiamo per avere un altro bambino, sano. Il lavoro va benissimo e tra noi due forse meglio che mai. La vita ci ha insegnato che può toglierci tutto da un momento all'altro, quindi si, sono felice e sereno di essere stasera qui, con te." mi sfiora le labbra con il pollice. "Perchè ti amo alla follia!"
"Anche io ti amo alla follia!" sussurro prima di far scontrare le nostre labbra in un bacio pieno di dolcezza e amore. "Però smettila con queste cose... ti ricordo che sono incinta, partorisco tra un paio di mesi più o meno, e ho la lacrima molto facile."
"Ti amo lo stesso." si lascia scappare una risatina e mi stringe a se.
"Amore magari usciamo dalla strada." gli lascio una pacca sul sedere.
"Sarà meglio." entrambi montiamo in auto. "Ti sta benissimo questo vestito amore."
"Ma se sembra che abbia ingoiato un cocomero..." ridacchio per sviare l'imbarazzo... quando mi dice queste cose con questa serietà non riesco mai a fare finta di niente. Mi fa tremare le ginocchia come una ragazzina di 15 anni ai primi amori.
"Mi fa piacere..." ridacchia mettendo in moto.
"Che cosa?" chiedo stranita.
"Di farti tremare le ginocchia come una ragazzina di 15 anni." mi lancia un'occhiata maliziosa veloce e torna a concentrarsi sulla strada.
"L'ho detto a voce alta?" sibilo.
"Si."
"Ah." arrossisco e ringrazio mentalmente, questa volta davvero, di essere al buio. Vedo che Ignazio inizia a guardarsi intorno in macchina, come se cercasse qualcosa. "Che fai? Che succede?"
"Niente..." mi lancia uno sguardo estremamente furbo. Chissà che ha in mente questo qua...
"Mi mette ansia questo sguardo..." sospiro e accendo la radio.
"Esagerata!" ride e come al solito posa la mano sulla mia coscia accarezzandomi la pelle lasciata scoperta dal vestitino. "No!!!" esclama ridendo appena sente partire una canzone che conosciamo molto bene. "Te la ricordi amore?"
"Certo che me la ricordo!" sorrido.
'Yo te miro y se me corta la respiración.
Cuando tú me miras, se me sube el corazón.
Me palpita lento el corazón.
Y en un silencio tu mirada dice mil palabras.
La noche en la que te suplico que no salga el sol.' canta facendo passeggiare quella maledetta mano su tutta la lunghezza della mia coscia avvicinandosi fin troppo all'inguine.
"È vero." sibila stringendo la pelle morbida dell'interno coscia.
"Che cosa?" deglutisco sensibile alle sue carezze.
"Che io ti guardo e mi si spezza il respiro.
Quando mi guardi mi sobbalza il cuore.
Mi batte lento il cuore.
E con un silenzio il tuo sguardo dice mille parole.
La notte in cui prego non sorga mai il sole." usa il tono di voce profondo che sà collegarsi direttamente alla mia eccitazione, e diciamo che poi gli ormoni della gravidanza non aiutano.
"Con la tua fisica e la tua chimica, e anche il tuo corpo.
La birra e la tequila, e la tua bocca con la mia." continua sfiorando l'orlo del mio intimo con la punta delle dita, con estrema delicatezza, quasi fosse un tocco casuale.
"Ignazio..." sibilo incapace di dire altro.
"Tu mi guardi e mi porti in un'altra.
I tuoi battiti accelerano il mio cuore.
Che ironia del destino non poterti toccare.
Abbracciarti e sentire la magia del tuo profumo." si ferma con la macchina in un parcheggio e il sorrisetto compiaciuto che fa quando stringo le cosce l'una contro l'altra è fin troppo ovvio.
"Il tuo corpo insieme al mio riempendo il vuoto.
Salendo e scendendo." spegne l'auto.
"Smettila." mi sgancio la cintura e mi sporgo per far scontrare le nostre labbra che hanno fame di rincontrarsi.
"Non la smetterò mai Rebecca." tira indietro il sedile e con delicatezza mi aiuta a sedermi in braccio a lui.
"È complicato con questo pancione!" mi lamento.
"Sei bellissima, anche con il pancione. Non dubitarlo mai." mi morde il labbro inferiore senza distogliere gli occhi dai miei. "A volte vorrei che ti vedessi con i miei occhi." mi passa il pollice sul labbro inferiore, prosegue sul collo, nel solco dei seni, sul pancione e giù fino al principio delle cosce. "Vedresti che ti amo, che sei bella, che sei carnale. Vedresti che per me non c'è niente di meglio di te." sussurra e mi alza il viso per connettere i nostri occhi. "Bisogna solo capire se il mio amore, e quello che posso offrirti ti basta." abbassa per un'attimo gli occhi. "Ti basta?"
"Mi basterai per tutta la vita!" ammetto prima di unire le nostre bocche. "Mi si stringe lo stomaco ogni volta che mi baci, e mi tremano ancora le gambe come la prima volta." gli stringo le guance tra le mani e torno a baciarlo.
"Non ti resisto più amore, ho bisogno di fare l'amore con te." mi supplica quasi, del ragazzo malizioso di qualche minuto fa è rimasto poco o niente.
"Sono qua." mi arrendo a lui, e non c'è cosa più bella.
"Prima o poi ci arrestano." sibila sulla mia bocca mentre percorre la mia schiena con le mani.
"Penso anche io. Vedo già le testata del giornale. 'Ignazio Boschetto sorpreso a fare sesso con la moglie in piena notte nel parcheggio di un negozio di scarpe chiuso!'"
"Hai una fervida immaginazione piccola." mi accarezza le cosce ed alza il vestito. "Ora si che si ragiona." sorride soddisfatto quando mette le mani sul sedere, sotto l'intimo.
"Soddisfatto di avermi messo le mani sul culo?"
"Non ancora." mi mordicchia una guancia. "Scusa amore." con un gesto secco mi strappa l'intimo. "Ora sono soddisfatto."
"Ancora?!" sbuffo infastidita. "Mi stai distruggendo tutte le mutande."
"Beh ma ora mica ti servono." mi abbassa la cerniera sulla schiena. "Non hai il reggiseno." mi guarda malizioso e accarezza la pelle che ha appena scoperto.
"Non è esagerato togliermi il vestito? Siamo in mezzo alla strada..."
"Ho pensato a tutto!" tira fuori le tendine parasole per bambini, con Minnie, e le appiccica ai vetri, sempre con me in braccio e non so come faccia sinceramente...
"Si così mi vedono il culo." sbuffo. Muoio dalla voglia di fare l'amore con lui, ma non mi va di rimanere nuda... tutte le volte precedenti che l'abbiamo fatto in macchina ho sempre avuto un vestito che non c'era necessità di togliere.
"Stai tranquilla che non permetterei mai e poi mai a nessuno di vedere come è bella mia moglie quando gode." mette uno di quei cosi strani che si posano sul vetro all'interno quando si lasciano le macchine al sole. "Adesso puoi pensare solo a me? Per favore." mi fa un sorrisino che mi fa tremare le ginocchia. Quando annuisco mi abbassa il vestito in modo che rimanga bloccato in vita ed abbia libero accesso al mio seno. "Sei perfetta!" posa il palmo aperto della mano sul mio seno inturgidito dall'eccitazione, chiude le dita stringendo la pelle morbida. "Sei la donna che disegnavo durante le notti in cui stavo da solo." mi stuzzica il capezzolo che reagisce immediatamente alle sue mani. "Sei molto di più di tutto quello che immaginavo." mi bacia il collo senza smettere di stringere entrambi i seni nelle mani.
"Quando ti stringo tra le braccia, quando posi la testa sul mio petto, io mi sento in grado di affrontare il mondo. Mi dai la forza per affrontare tutto."
"Ti amo tantissimo." mi bacia le labbra. "Cercavo altre parole per farti capire quanto ti amo, ma non le trovo."
"Anche io ti amo tantissimo! Ti amo al punto che verrei allo stadio a vedere la juve senza gufarla più di tanto." ridacchio e lo ribacio.
"Sei una stupida!"
"Certo." sibilo e struscio il bacino contro il suo. "Adesso amami."
"Sempre."
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Come te nessuno mai
Fanfic-Continuo di "L'amore non basta (quasi) mai", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Come si affrontano le paure che un tempo ci hanno bloccati quando abbiamo altre persone che dipendono da noi in tutto e per tutto? E l'amore...