Capitolo 3

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Mi rilasso con la schiena contro l'albero del giardino di casa nostra, vicine a me Elisa e Giulia, la fidanzata di Gianluca, e davanti a noi Andrea che ha compiuto un'anno da un mese e Vittoria che si mangiucchia un gioco osservata dal bimbo.
"Siete pronte per l'inverno?" chiede Elisa.
"A me l'inverno piace, ma l'idea di dover montare e smontare Vittoria ogni volta che devo entrare ed uscire da un posto mi scoccia un po'." mormoro.
"Io non ho di questi problemi... e sinceramente spero di non averne per qualche altro anno." sorride Giulia.
"Anche io dicevo così. Per altri motivi ma non volevo assolutamente avere un figlio. Poi sono rimasta incinta di Vittoria ed è cambiato tutto. Il mondo che avevamo ricostruito con difficoltà ci è crollato di nuovo addosso per poi rialzarsi in uno ancora più bello. Non so se mi sono spiegata..."
"Si, ma la storia con Gianluca è una cosa nuova e mi sembra presto... tutto qua."
"Certo. Andrea cosa fai?" chiede la mia amica al suo bimbo che ha appena sdraiato mia figlia per riempirle le guanciotte di baci. In risposta si distrae un'attimo, la guarda come se fosse una cretina e gli indica Vittoria storpiando un: "baci alla piccolina."
"Dai i baci alla piccolina?" gli richiede, lui annuisce e mia figlia ride. "Però fai pianino che così la smonti."
"Lascialo stare, che vuoi che le faccia?!" mi intrometto. "Guardala come ride! Fa già la zoccoletta!" mi viene da ridere. "Povero l'amore mio se cresce così."
"No ma guardalo! È scandaloso!" Elisa guarda stupita Andrea che sta accarezzando Vittoria e lei che gli fa i sorrisini e lo guarda innamorata.
"Arriva quasi al livello di quando vede suo padre o le mie tette!"
"Amore." si avvicina Ignazio e rimane immobile di fronte a sua figlia sdraiata con Andrea che le bacia tutta la faccia. "Ma che fanno?!" ci guarda sconvolto.
"Vedi come sono carini? Si danno i bacini." indico i bambini. Anche Vittoria lo bacia a modo suo.
"Ma carini cosa?!" ci guarda male. "Barone!" tuona verso Piero che corre verso di noi.
"Che succede? Che c'è?" gli chiede preoccupato.
"Staccali." glieli indica.
"Perchè? Che fanno di male?" li guarda con tenerezza.
"Papà! Baci!" Andrea indica Vittoria a suo padre. "Zio baci!" guarda anche Ignazio fiero di se stesso.
"Bravo amore!" gli sorrido io visto che mio marito è impalato.
"Oh! Li staccate?!" ci guarda tutti come se lo stessimo riempendo di botte.
"Staccali tu, no?" lo provoco.
"No!" mi guarda sconvolto. "Io non li tocco." si guarda intorno. "Le sta addosso!" li indica.
"Papà!" Andrea chiama Piero e gli sorride facendogli vedere come accarezza le guance di Vittoria che sorride.
"Bravo amore."
"Ma che bravo?! Andrea, vieni con me a picchiare lo zio Gianluca?" Ignazio cerca di convincerlo a lasciare in pace Vittoria ma non pare ottenere il risultato sperato visto la pernacchia che riceve dal bimbo. "Ma..." ci guarda sconvolto. "Mi ha fatto la pernacchia! Vittoria! Vieni da papà!" Ignazio si avvicina, scosta con dolcezza Andrea e prende Vittoria in braccio. "Ecco la mia principessa." le sorride ma lei inizia a piangere disperata e si sporge verso terra, verso Andrea che li guarda con il labbruccio, segno che sta per piangere anche lui.
"Ignà, ne stai facendo piangere due, non uno ma due." mi alzo. "Dammela." la prendo e la rimetto giù insieme ad Andrea.
"Ma... è mia figlia!"
"Anche la mia. Eli, ci pensi te?" mi giro verso Elisa e le schiocco un sorrisetto malizioso.
"Si." ricambia il sorriso.
"Che fai?" Ignazio mi guarda a braccia conserte.
"Niente." sorrido maliziosa, mi avvicino lentamente, abbasso un po' lo scollo della maglietta e lo raggiungo. "Assolutamente niente." sussurro, allaccio le braccia al suo collo e gli sfioro le labbra con le mie.
"Ma Vittoria..." mugola.
"Pensa a me." sussurro ancora e finalmente mi stringe i fianchi e mi bacia.
"Ora ho capito come fa a farti dire sempre di si." Ignazio sta per staccarsi per rispondergli ma lo trattengo succhiando leggermente il suo labbro inferiore. Questo sembra servirgli a ricordarsi che mi ha tra le braccia, visto che sposta le mani dai fianchi al sedere e mi prende in braccio. Sto ricambiando il bacio quando veniamo interrotti dal pianto isterico di Vittoria.
"Ma era tranquilla ora!" Elisa mi guarda sconvolta.
"Non ti preoccupare! È gelosa di Ignazio. Non vuole che stiamo appiccicati. Vedi che appena mi stacco smette." detto fatto appena mi allontano smette di piangere e si lancia verso Ignazio sorridendo.
"Sei una stronzetta!" la prende in braccio, le sbaciucchia il collo e poi la lancia in aria riprendendola al volo.
"Mi farai morire prima o poi." lo guardo male. Lo sa che non mi piace vederla sparata in aria.
"Zio." Andrea sgambetta fino ad Ignazio.
"Dimmi piccolino." gli fa un sorriso dolce. Finché non tocca Vittoria lo adora!
"Io, io." urla e alza le braccine.
"Vuoi fare il vola vola anche te?"
"Si."
"Io te lo faccio, ma tu digli alla mamma di non uccidermi." mette Vittoria in braccio a Piero.
"Mamma. No!" le punta il ditino addosso e poi si rigira verso mio marito scoccandogli un sorrisone.
"Mh. Ti mangio di baci quando lasci in pace la Vitto." lo prende in braccio e fa finta di mordicchiarlo tutto scatenando la sua risata. "Sei pronto Andrea?" lo tiene in alto e il bimbo tira degli urletti di felicità pronto ad essere sparato in aria.
"Potresti rimanere vedova!" mi avverte Elisa scatenando la risata di Ignazio che lancia in aria Andrea e lo riprende immediatamente.
"Esagerata. Guarda come si diverte." lo spupazza un'altro po' e Andrea gli si arpiona al collo e lo stringe. "Sei un orsacchiotto te!" lo abbraccia.
"Prima lo volevi uccidere e adesso lo abbracci?" mette il dito nella piaga Elisa.
"Fino a che non sbaciucchia Vittoria è il mio maschietto preferito."
"Rebe... mi sa che ha fame... mi sta ciucciando il mento." Piero ci guarda.
"Vieni polpettina che ti do la frutta." la prendo in braccio e la metto a sedere davanti a me. Prendo il vasetto, le do la frutta ma bimba mi volta la faccia e lo rifiuta schifata. "Dai Vitto..." cerco di convincerla invano. In risposta lei si volta e inizia a piangere come una disperata. "Ho una bimba un po' capricciosetta!"
"È pronto!" urla Gianluca dall'altra parte del giardino dove sta arrostendo la carne.
"Arriviamo!" gli risponde Ignazio alzando la voce.
"Ma come mai vuole già mangiare di nuovo? Voglio dire, ha mangiato alle 11:30 e sono solo le 14:30." vedo Giulia alquanto perplessa.
"Diciamo che non è amante delle pappette e della frutta, quindi mangia poco e dopo un paio d'ore ha ancora fame e vuole il latte." mi alzo con Vittoria in braccio e seguo gli altri. La piccola sta appollaiata sul mio braccio indaffarata con lo scollo della mia maglietta. Mi tira qualche schiaffetto sul viso con la manina per attirare la mia attenzione e quando vede che non la considero inizia a piangere. "Tua figlia è melodrammatica!" accuso Ignazio.
"Quando fa la melodrammatica è figlia mia?!" mi guarda scettico.
"Si." lo guardo e poi torno con gli occhi sul visino stropicciato dalle lacrime di Vittoria. "Perchè non vuoi mangiare la pappa? È buona." le parlo con un tono estremamente calmo ma non ottengo nulla, se non la sua bocca che si posa sulla parte di seno lasciato scoperto dalla maglietta e inizia a succhiare.
"Arrenditi! Vuole la tetta!" stronca Ignazio.
"Ho capito amore ma praticamente non mangia altro. Ha 6 mesi e fosse per lei continuerebbe solo ed esclusivamente a latte! Non le basta più! Non vedi che mangia ogni 5 minuti?!" mi innervosisco e accontento la bimba dandole il seno. Ultimamente litighiamo spesso per delle stronzate.
"Che palle Rebecca! Qualunque cosa ti dica non ti sta bene! Calmati un po'!" ringhia e se ne va.
"Elisa finisco di allattare la bimba e arrivo." sibilo in fretta alla mia amica e mi rintano in casa mia. Mi siedo sulla poltrona che abbiamo messo in cameretta di Vittoria, accendo la lucina che dovremmo usare per la notte se non dormisse con noi. Inspiro profondamente cercando di non far cadere le lacrime. Sono stanca, e Ignazio ultimamente sembra non capire. Ogni scusa è buona per discutere. Da quando siamo tornati dall'Argentina non c'è stato un momento di pace. "Cazzo." mormoro quando mi rendo conto che sulla guancia di Vittoria c'è una mia lacrima. Mi affretto ad asciugare prima la sua guanciotta e poi la mia.
"Rebe... sei qua." vengo raggiunta da Elisa. "Perchè piangi?"
"Niente!" mi asciugo di nuovo gli occhi. "Stupidaggini."
"Non sono stupidaggini se ti fanno rintanare in camera con la scusa di allattare la bimba."
"Non è un bel periodo con Ignazio. Tutto qua."
"Cioè?" si siede sulla sedia di fronte a me.
"Inizialmente ho dato la colpa al fatto che sarebbe partito con la Vitto così piccola. Anche perché quando l'ho raggiunto andava tutto bene... ma da quando siamo tornati le cose hanno ripreso ad andare male. Litighiamo per ogni cosa, lui mi dice che rompo le palle, io piango poi mi incazzo e sbotto per un non niente."
"Ma se prima vi siete divorati la bocca a vicenda."
"Un bacio non sta a significare che va tutto bene. Ci baciamo, ma poi ci innervosiamo e litighiamo subito. Poi è un po' di tempo che lei la notte dorme solo se è appiccicata al seno... io ho paura di schiacciarla e dormo male."
"Sai di cosa avete bisogno secondo me?"
"Di cosa?" chiedo con un pizzico di curiosità. Voglio che le cose tornino come prima, possibilmente meglio.
"Di uscire voi due! Da soli. Una bella cenetta romantica, una passeggiata mano nella mano e anche un limone in macchina come i ragazzini di 18 anni ci sta!" aggiunge con un sorriso malizioso.
"Certo, tutto perfetto e bellissimo, ma ti dimentichi di una piccolo grande particolare."
"Cioè?"
"La Vitto!"
"Ho già pensato anche a quello."
"Non la lascio a dormire dai miei suoceri! Sono stupendi, adorabili, tutto quello che vuoi ma non riesco a lasciarla a dormire fuori."
"Non dormirà fuori! Stasera io, Piero e Andrea saremo vostri ospiti! Terremo noi la bimba fino a che non tornate, a quel punto lei sarà nel suo lettino a dormire tranquilla e serena, con la pancia piena di latte e voi due potrete darci dentro come conigli! Un po' come facevate prima che tu restassi incinta."
"In realtà anche durante la gravidanza." puntualizzo. "E comunque parli come se non andassi a letto con mio marito da 12 anni... quando l'ho raggiunto ci siamo dati alla pazza gioia!" scatto sulla difensiva.
"Ma tu sei consapevole che non sei solo madre? Che sei anche donna e moglie?" mi chiede cauta.
"Cosa intendi?" raddrizzo la schiena, stacco Vittoria, mi rivesto e la metto seduta sulle mie cosce.
"Che forse dovresti concedere agli altri di aiutarti, dovresti consentire alla tua famiglia e a quella di Ignazio di aiutarvi con la bimba. Dovresti ricominciare a metterti qualche vestito e i tacchi. Magari anche un filo di trucco. Non è creando una campana di vetro intorno alla bimba che la proteggi dalle stronzate della vita."
"Non ho creato una campana di vetro intorno alla bimba!"
"Rebe... non la lasci nemmeno a tua madre. Chiunque sia stato fuori casa e si avvicina alla bimba deve disinfettarsi le mani. Da quando è nata sei mai uscita da sola con Ignazio?"
"No..." ammetto a bassa voce.
"Stai facendo la stronza con tutti! Non la fai toccare manco a tua madre e a Caterina! E loro non ti dicono niente perché ti vogliono bene da un lato, e dall'altro per Margherita! Ma Vittoria non è Margherita! È sua sorella, ma non sono la stessa bambina. Lei." la indica intenta a giocare con un pupazzetto. "Non è malata! È una bambina sana. Forse Ignazio sta cercando di fartelo capire senza dirtelo! Non puoi scordarti di avere un marito e una vita, oltre a Vittoria." sto per ribattere ma mi blocca. "E non si risolve tutto con il sesso!" mi accusa. "Scopare non significa essere una brava moglie." si alza in piedi! "Quindi adesso alzi il culo, mi dai la bimba, ti vai a cambiare e passi quello che resta della giornata a fare la fidanzatina! E non vi rivoglio a casa prima delle 2! Intese?!"
"Ma sono solo 15!"
"Le vorrei avere io 11 ore libere da sola con Piero! E poi tra che abbiamo mangiato, vi siate cambiati i vestiti e tutto saranno le 18."
"Vittoria beve solo latte... sono troppe ore!"
"Stasera mangerà la pappetta che mi sono specializzata a fare durante lo svezzamento di Andrea. E ti tiri qualche biberon di latte! Almeno stasera quando ti strizza le tette non si fa la doccia!" schiocca i palmi l'uno contro l'altro.
"Elisa!" arrossisco.
"Elisa niente! Preparatevi a ricambiare il favore settimana prossima! Ora andiamo. Hai un uomo a cui dimostrare che sei pronta a tornare a vivere! E fai un favore a tutti..."
"Cioè...?"
"Torna a lavorare! Non ti si regge più sempre in casa! Ci credo che Vittoria piange spesso! Sei tu sei tesa lei non si rilasserà mai!"
"Io non sono tesa...!" puntualizzo alzandomi in piedi.
"Si certo, come no... quando eravate in aereo, eri tranquilla?"
"Certo."
"E lei?"
"Pure..." rifletto. Probabilmente ha ragione.
"Appunto." si avvicina e mi toglie Vittoria dalle mani. "Vatti a lavare la faccia che si vede che hai pianto!" faccio per replicare e riprendermi Vittoria. "Zitta! E muoviti!" sparisce dalla stanza con mia figlia posata sulla spalla che mi guarda con un sorrisetto. Arresa all'uragano Elisa vado a sciacquarmi la faccia in bagno e raggiungo tutti gli altri fuori.
"Digli che andate a cena fuori solo voi due!" mi affianca Elisa e parla sottovoce. "Ora!" sibila e mette Vittoria nel suo seggiolone.
"Ignazio."
"Dimmi." sibila, e capisco che sia ancora nervoso da prima. Devo averlo portato allo stremo... sto per desistere e riprovarci più tardi quando Elisa mi fulmina con gli occhi.
"Vieni un attimo con me?" si alza scocciato e mi segue dentro casa. "Vuoi litigare ancora?" chiede con un tono avvelenato.
"No..." deglutisco. "Volevo chiederti scusa e se stasera ti va di... si insomma... ecco..." non posso credere di essere in imbarazzo per chiedere a mio marito di uscire a cena da soli! È assurdo.
"Di?" mi incalza.
"Di uscire a cena. Io e te. Da soli." abbasso gli occhi e stringo le dita delle mani.
"Io con te andrei ovunque Rebecca." sibila, mi posa una mano sotto al mento e mi costringe a guardarlo negli occhi. "Ovunque." mi stampa un bacio dolce sulle labbra. "Ma la bimba?"
"Elisa e Piero rimangono qui e la tengono!" spiego. "In realtà Elisa ci ha buttati fuori da casa nostra..."
"Cioè?"
"Ha detto che la Vitto non dorme e piange perché io sono nervosa. E che mi sto comportando da stronza con le nostre famiglie... lo pensi anche tu?"
"No! Cioè magari non proprio stronza però..."
"E perché non me lo hai mai detto?"
"Perchè lo percepisco lo sforzo che fai e la paura che hai."
"Ma ha ragione lei! Sono diventata insopportabile." ammetto. "È che ho paura che da un momento all'altro possa succederle qualcosa se non ci siamo noi."
"Lo so Rebecca... ho la stessa paura anche io. Ma non possiamo chiuderla dentro un castello. Credimi che lo farei volentieri ma non è giusto, né per lei né per noi. Deve fare le esperienze che fanno tutti i bambini." mi accarezza la guancia con un sorriso che mi scalda il cuore.
"Mi aiuterai?" gli chiedo senza staccare gli occhi dai suoi.
"A fare cosa?"
"A capire dove sbaglio."
"Solo se tu lo fai con me."
"Ce la faremo?"
"Si amore, ce la faremo." mi bacia. "Comunque andiamo, devi mangiare!"
"Lo sai che nemmeno mio padre e mia madre mi stavano così addosso sul mangiare?!" gli lancio un'occhiataccia.
"Stai allattando, devi mangiare e pure bene!" mi prende in braccio con le mani sotto al sedere e mi poggia sul tavolo del salotto.
"Cosa vuoi fare?" chiedo quando vedo che mi rivolge uno sguardo famelico.
"Assolutamente niente." si avvicina e posa le labbra sul collo stringendomi i fianchi. Gemo e getto indietro la testa godendomi i suoi baci caldi e umidi.
"Dovremmo andare." mormoro ma contrariamente a quello che dico mi avvicino ancora di più a lui.
"Ma tu zitta mai eh?!" sbuffa una risata e mi abbassa la maglietta per lasciare la spalla nuda.
"Mi fai impazzire amore mio." sussurro mentre mi succhia, mordicchia e lecca la pelle nuda.
"Tu mi fai impazzire scimmietta." gli circondo la vita con le gambe e sento le sue dita sprofondare nelle cosce.

Come te nessuno maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora