Finalmente Vittoria dorme e potrei farlo anche io se solo il campanello non stesse suonando all'impazzata. Stai tranquilla, dicevano... mi alzo con difficoltà dal letto a causa del mio piccolo bambino che sta crescendo giorno dopo giorno e raggiungo la porta. Guardo dalla telecamera ed apro ad un Angelica decisamente sconvolta.
"Rebecca!" mi chiama sconvolta e con gli occhi sgomenti.
"Che è successo?" chiedo stranita. Non l'ho mai vista così, nemmeno quando abbiamo beccato il marito con la cugina.
"Quel ragazzino!" urla arrabbiata e mi punta il dito contro.
"Che ragazzino?!" aggrotto la fronte senza capire.
"Quello che lavora con tuo marito!" spiega innervosita al massimo.
"Gianluca?" chiedo improvvisamente spaventata dalla risposta... cosa diavolo avrà combinato?
"Si! Lui."
"Che ha fatto?"
"Mi ha baciata!" mi guarda sconvolta.
"Ti ha baciata?" sgrano gli occhi.
"Si."
"Ma baciata come?"
"Con la lingua!" si lascia cadere sul divano. "Ti rendi conto?! Un ragazzino che mi bacia. Con la lingua!"
"Ma almeno ti è piaciuto?"
"Ma che dici Rebe?!" inizia a smanacciare e snocciolare parole incomprensibili. "Si... è quello il problema..." sussurra dopo qualche attimo sconfitta.
"Io sinceramente tutto questo gran problema non ce lo vedo." mi siedo di fianco a lei. "Sei separata da pochissimo ma da quello che dici il vostro matrimonio è finito molto prima della separazione. Sei giovane, ed anche se hai una figlia hai tutto il diritto di rifarti una vita."
"Si ma..."
"Ma niente Angie! Prova a vivertela come viene. Non crearti delle aspettative. Quello che verrà, verrà. Cosa hai da perdere?"
"Niente!"
"Allora goditela, senza pensare a cosa potrebbe essere..." sorrido e mi poso una mano sul ventre rigonfio.
"Tu come stai?" chiede cambiando discorso.
"Mi sento gonfia da morire, e poi sono stanchissima e le nausee sono fortissime... non le ho avute nei primi tre mesi e le ho ora..."
"Scalcia?"
"Tantissimo... non sta mai fermo!" mi accarezzo la pancia sempre più gonfia. "Poi cavolo... mi sembra di essere la vicina di casa del sole... non ricordo un luglio così caldo."
"Dicono che le gravidanze successive alla prima rendano meno sopportabile il caldo..."
"Di Vittoria ho fatto tutta la gravidanza in inverno... ricordo che non usavo vestiti troppo pesanti però è anche vero che praticamente non mi muovevo dal letto o dal divano... ero terrorizzata che potesse succedere qualunque cosa."
"Io di Lucia sono arrivata in ospedale con 3 cm di dilatazione."
"Non te ne sei accorta?"
"No... zero dolori all'inizio! Poi diciamo che ho recuperato... maledetta me che non ho voluto fare l'epidurale!" rabbrividisce.
"Io ho sempre fatto l'epidurale, ma ho fatto presto sia di Margherita che di Vittoria..." ammetto. "Ho insultato tantissimo Ignazio in entrambi i casi, però in mezz'ora le ho partorite entrambe." mi picchietto il dito sul punto preciso dove sta puntando il culetto. "Ei tu! Vedi di fare come le tue sorelle!" lo prego.
"Piedino?"
"No, culetto! Con i piedi è più divertente colpire le mie costole, lo stomaco o meglio ancora quando si parcheggia sulla mia vescica!"
"È già dispettoso?"
"Si... penso che farà il rigorista..." sospiro di fronte ad un calcio. "Appunto! Con tutti questi calci farà contento papà con il calcio." premo un dito in corrispondenza del sederino. "Anche me in realtà... basta non mi diventi juventino! Mi basta e mi avanza il marito!"
"Certo che tu tifosa sfegatata della Fiorentina e lui tifoso sfegatato della Juventus... come diavolo avete fatto?"
"Ogni tanto me lo chiedo anche io... poi mi ricordo ed ammetto che sono più io quella che gli rompe le palle e lo prende in giro quando la Juve perde. Lui è bravo... sono io quella dispettosa!" ammetto ridendo.
"Poveraccio!" ride anche lei.
"Ora non esageriamo... senti ma stasera usciamo io, te ed Elisa?"
"E i bimbi?"
"Piero e Gianluca vengono qui e stanno con i bimbi, può tranquillamente rimanerci anche Lucia." la vedo titubante. "Non facciamo niente di estremo... e nemmeno tardi, anche perché io passata una certa ora mi addormento ovunque."
"Sarà imbarazzante Rebecca!"
"Vedere Gianluca?"
"Si."
"Secondo me invece è meno imbarazzante se lo vedi quando siamo tutti insieme e con la bimba con te. Non può dire né fare niente!"
"Giusto! Prima chiedi a tuo marito se si sente di tenere anche Lucia."
"Sono sicura che non ci sono problemi." affermo decisa. Insomma, lo conosco mio marito.
"Chiamalo!" insiste.
"Okay." sbuffo e faccio partire la chiamata.
"Amore. Che succede? State bene?"
"Si amore tranquillo. Stasera io ed Elisa usciamo, ti ricordi?"
"Si certo..." mormora stranito.
"È un problema se con voi rimane anche Lucia la bimba di Angelica?"
"No, certo che no."
"Va bene amore era questo. Ci vediamo dopo."
"A dopo. Vengo per le 20 circa ma prima passo in rosticceria a ritirare le lasagne che ho ordinato. Almeno non devi cucinare con questo caldo."
"Grazie amore mio. Ci vediamo dopo. Bacio."
"Bacio anche a te, alla bimba e al bimbo. Ti amo."
"Anch'io, a dopo." e chiudo la chiamata.
"Visto?! Ha detto che non c'è problema."
"Okay... ci vediamo qui per le 21?"
"Si, ma ora con chi è?"
"È con suo padre... ma non ti dico le tragedie che ha fatto per andarci."
"Non voleva?"
"No. Ha pianto come una disperata, ha detto che non le interessa vederlo se ha deciso di andare con un'altra famiglia."
"Wow..." mormoro. Sentire una bambina che dice queste cose del padre non è mai bello, nemmeno in determinate situazioni.
"Forse non dovevo insistere, ma non voglio che lo odi... rimane pur sempre suo padre."
"Non so cosa dirti... fortunatamente non mi sono mai trovata in queste situazioni, né da figlia né tantomeno da madre. Però posso dirti che probabilmente avrei fatto la stessa cosa."
"Mamma!" una vocetta urlante mi chiama dalla cameretta.
"Eccola!" mi alzo con molta calma.
"Arrivo bimba!" la vado a prendere e torno in sala da Angie.
"Ciao piccolina. Hai fatto la nanna?" le chiede e la mia bimba annuisce mentre si struscia i pugnetti sugli occhi.
"Pappa!"
"Mi sembrava strano che ancora tu non avessi reclamato cibo!" sbuffo. "Sei tale e quale a tuo padre." vado in cucina e le prendo un yogurt. "Angie vuoi qualcosa?"
"No, grazie." torno in sala e la sistemo nel suo seggiolone, le metto il bavaglino e le do il cucchiaino e lo yogurt. "Mangia da sola?"
"Più o meno... diciamo che si sporca da sola e il cucchiaino lo usa solo un paio di volte, poi tuffa il visino nel vasetto, un po' tipo i cani. È un disastro quando ha finito, ma la pediatra dice che le fa bene piastricciare con il cibo e poi mangiarlo." alzo le spallucce e mi mangio il mio panino con il prosciutto cotto e la fontina. "Secondo me lo dice perché non deve pulire lei."
"Probabile!" le squilla il telefono e dal tono di voce che ha immagino che sia l'ex marito. "Rebe, io vado che mi sta riportando la bimba a casa."
"Non puoi fartela portare direttamente qua? Cenate qui e poi andiamo."
"Ma Ignazio ha preso la cena per voi."
"No, prende sempre una teglia grande di lasagne. Non preoccuparti di quello."
"Okay allora. Lo chiamo e me la faccio portare qui." lo richiama e dopo aver insistito un po' lo convince a portarla qua. "Arriva tra 10 minuti." guarda l'orologio al polso. "Doveva portarla per le 19:30 e non sono nemmeno le 19..."
"Almeno è contenta la bimba..."
"Ah si... lei si."
"Pulisco la Vitto, le metto un vestitino e andiamo incontro a Lucia che tanto devo prendere il pane."
"Okay." la pulisco in fretta dallo yogurt spiaccicato ovunque, cambio il pannolino, le metto un vestitino in modo che stia bella fresca e la metto nel passeggino, anche se non vuole e me lo fa sapere urlando, piangendo e gridando una serie di ripetuti 'no'.
"Vuole camminare?"
"Si, ma per la strada è pericolosa la ragazzina!" prendo la borsa, le chiavi ed usciamo di casa. "Vittoria." la chiamo nonostante continui a piangere disperata. "Andiamo a prendere la focaccia?"
"Uh..." smette immediatamente di piangere. "Ciaccia!" urla felice ed inizia a battere le manine. "È pazza come suo padre questa bimba!"
"Certo... come il padre! Perché tu sei normale vero?!" mi guarda scettica. Effettivamente non posso darle torto. "Eccoli!" indica una macchina che appena ci vede accosta e scende Antonio che apre lo sportello alla bimba molto scura in volto. "Ciao piccola." Angie la abbraccia e la sbaciucchia tutta.
"Ciao mamma." mormora cercando di trattenere il pianto.
"Che succede amore?" sibila. "Che è successo?" si rivolge poi ad Antonio che fa una faccia scocciata.
"Niente." sbuffa innervosito. "Io devo andare, ci sentiamo. Ciao." a malapena saluta la figlia e se ne va.
"Amore, tutto bene?" prende Lucia ed andiamo verso panificio. Compro il pane e quattro pezzi di focaccia. Appena esco ne do uno a Lucia, uno a Vittoria e uno per me e per Angie.
"Ti piace questa focaccia Lucia?"
"Molto, è buonissima!" mi fa un sorrisone bellissimo.
"Allora, sei pronta per la prima media?"
"No." sbuffa. "Non ho voglia di andare a scuola."
"Cominciamo bene..." sua madre sgrana gli occhi sgomenta. "Senti amore, stasera io, con Rebecca ed Elisa, dopo cena andiamo a fare un giro. A te va di stare a casa di Rebecca con Vittoria, Andrea, Ignazio, Piero e..." non fa in tempo a finire di parlare che Lucia la interrompe.
"C'è anche Gianluca?"
"Si." mormora sua madre.
"Allora okay. Mi piace Gianluca. È gentile e ascolta davvero quello che dico."
"Bene..." sibila sua madre visibilmente a disagio e imbarazzata.
Una macchina si ferma vicino a noi e dal finestrino spunta il viso di mio marito. "E voi che ci fate qui?"
"Ciao amore. Siamo uscite a prendere il pane."
"Papà! Ciaccia!" Vittoria gli fa vedere la sua focaccia tutta mangiucchiata.
"Stai mangiando la focaccia piccolina?" le sorride e poi mi attira a se da un braccio. "Con il pancione mi mandi ai matti." sussurra prima di stamparmi un bacio veloce sulle labbra e scoccarmi un sorrisetto malizioso che per fortuna non notano né Angie né la piccola Lucia.
"Piantala cretino!"
"Rimandiamo il discorso a stanotte." mi morde una guancia. "Volete montare in auto?"
"No tranquillo, mi ci vuole di più a chiudere il passeggino e a mettere lei in macchina che ad arrivare a casa."
"Va bene amore." mi lascia un bacio, saluta tutti e va a casa ma dopo nemmeno 5 minuti lo vedo riapparire a piedi.
"Ciao belle signorine." mi fa un sorriso compiaciuto e mi prende il passeggino dalle mani e inizia a spingerlo circondandomi il fianco con il braccio.
"Ciao Ignazio! Stasera c'è anche Gianluca, vero?" si assicura Lucia.
"Si piccolina, c'è anche Gianluca." le risponde e si gira a guardare in faccia Angie che si imbarazza.
"Che c'è?" chiede con finta nonchalance.
"Io, Piero e Gianluca stiamo insieme dal 2009 Angie. Ogni momento della giornata. Dalla mattina a colazione fino alla buonanotte. In passato abbiamo condiviso persino la camera. Piero è piuttosto riservato sulle sue cose e ci mette un po' a parlarne."
"Mh, bene. Mi fa piacere che vi vogliate così bene." mormora Angelica che non ha ancora capito, a differenza di me, dove voglia andare a parare.
"Gianluca invece è un libro aperto. Lui ha la necessità di dirti quello che gli succede. È caparbio, puntiglioso, a tratti persino capriccioso, quando vuole qualcosa lo ottiene, e si butta a capofitto nelle cose. È buono, e anche se non sembra non ha la sicurezza che vuole ostentare. Ha sempre paura di essere lasciato solo. E soprattutto, è mio fratello, dal 2009." gli fa un sorriso comprensivo. "Mi dice persino il colore del paio di mutande che ha scelto, figurati se non mi dice dell'amica di mia moglie." continua mentre Lucia cammina da sola ad una ventina di metri da noi.
"Bene!" diventa rossa. "Il ragazzino deve imparare a tenere la bocca chiusa!"
"Per parlare?" la guarda malizioso.
"Piantala cretino!" gli tiro un colpo sul braccio ma non lo scalfisco minimamente. "Okay, la smetto, solo stai attenta, perché tu esci da una situazione di merda, e lui si spezza il cuore con niente."
"Ma io non..."
"Lo so che non vuoi, ma l'ho visto, e puoi fargli del male. Sai io e Gianluca non siamo sempre andati così d'accordo, ci siamo sempre voluti bene, ma litigavamo spessissimo, a volte forse arrivavamo ad odiarci, un po' come i fratelli che si odiano ed amano allo stesso tempo, ma quando Margherita è morta, io se non ci fossero stati Piero e Gianluca adesso non sarei qua. Non ce l'avrei fatta a sopportare tutto."
"Io non voglio niente!"
"Angelica ormai sono due anni che ci conosciamo, siamo amici. Vedo come ti guarda lui, ma vedo anche come lo guardi tu. Non c'è niente di male... scusa se mi posso permettere, ma sei sposata con uno stronzo!" lo guardo immediatamente male. "Non c'è altro modo di definirlo uno che tradisce, peggio ancora con la cugina della moglie. È giusto il fatto che vi piacciate."
"Ragazzi io mi sono separata da un paio di mesi. E si, sono cotta di Gianluca come una ragazzina di 13 anni. Ma qua di mezzo c'è una bambina di 11 anni che preferisce stare con uno che conosce da qualche mese piuttosto che con suo padre. Io non posso permettermi una storiella leggera, non posso permettermi una scopata e via."
"Io non volevo dirti quello che dovete fare, volevo semplicemente dirti di fare attenzione, perché vi potete fare male entrambi."
"C'è qualcosa che non so?"
"Si, ma non sono io a dovertelo dire."
"Mamma!" Lucia raggiunge sua madre.
"Dimmi tesoro."
"Ho fame!"
"Ora si mangia. Ho preso le lasagne, il pollo e le patate arrosto. Ti piacciono?" Ignazio le sorride.
"Si. Ma a cena viene anche Gianluca?" chiede.
"Basta con Gianluca Lucia!" Angelica alza la voce innervosita.
"Ei...!" le accarezzo un braccio.
"Lucia, non c'è Gianluca a cena. Viene dopo." sospira.
"Okay." mormora Lucia leggermente imbronciata.
"Eccoci." Ignazio apre il cancello di casa.
"Ei. Ragazzino, fai piano!" gemo e mi appoggio al braccio di Ignazio.
"Che c'è?" si volta di scatto.
"Tuo figlio sta prendendo a calci la mia povera vescica." mi poso la mano sul punto sotto lo sterno dove sta puntando il culetto.
"Ragazzino! Lascia in pace la mamma!" mi preme le dita sulla pancia.
"È fortunato..." mormora Angelica guardandosi intorno mentre Ignazio apre il portone di casa.
"Chi?"
"Gianluca. È fortunato ad avere un amico come te."
"Per quello che conta, io vi ci vedo bene insieme." Angie gli accenna un sorriso mentre posiamo le borse sul divano. "Apparecchio io amore. Tu sdraiati pure." toglie Vittoria dal passeggino e la posa a terra. "Ti vedo stanca!" mi fa sedere sul divano e mi stampa un bacio sulle labbra.
"Vedere voi due fa venire voglia del matrimonio persino ad una come me che ha appena trovato il marito con la propria cugina."
"Guarda che il signorino qui mica è sempre stato così eh!"
"Piantala! Nemmeno tu eri una santa!" sparisce in fretta in cucina ad apparecchiare. "Andiamo a mangiare." ci viene a chiamare e si ferma a guardare un attimo me, Vittoria, Angie e Lucia. "Menomale che tra poco nasci tu principino mio. Papà in mezzo a tutte queste donne si sente un po' disperato."
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Come te nessuno mai
Fanfiction-Continuo di "L'amore non basta (quasi) mai", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Come si affrontano le paure che un tempo ci hanno bloccati quando abbiamo altre persone che dipendono da noi in tutto e per tutto? E l'amore...