Capitolo 7

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*POV Ignazio*

Rientro a casa dei miei suoceri verso le 2 di notte. In silenzio entro nella camera in cui dormiamo ogni volta che veniamo qua e trovo mia moglie stesa di fianco nel letto, una mano che stringe quella di nostra figlia che sembra la sua fotocopia. Entrambe sono rivolte l'una verso l'altra, le bocche leggermente dischiuse e il respiro regolare e calmo alza il loro petti ed io mi sento morire da quanto mi sono mancate. Mi spoglio in fretta rimanendo in boxer e alzo leggermente la coperta. Mi stendo al fianco di Rebecca e le circondo la vita con il braccio accostandomi al suo corpo. Inspiro il suo profumo con il naso sul collo lasciato scoperto e sento un senso di pace invadermi nel profondo. Un mugolio leggero di Rebecca mi strappa un sorriso.
"Amore." sibila mentre lascia la mano della bimba e si rigira tra le mie braccia fino ad essere occhi negli occhi.
"Ciao scimmietta." le accarezzo una guancia.
"Mi sei mancato." chiude gli occhi e sorride.
"Anche tu amore. Mi sei mancata tantissimo." le bacio le labbra lentamente, senza fretta, voglio assaporare momento per momento.
"Mh. Ho bisogno di te." sussurra, mi circonda il collo con le braccia e mi spinge a sdraiarmi sulla schiena per poi stendersi sopra di me. Allargo le gambe per fare spazio alle sue e le stringo i fianchi da sotto la canotta che usa per dormire.
"Sono qui." le mordicchio le labbra ripetutamente ed intanto le accarezzo la schiena alzandole la canotta.
"Lo sento." ridacchia e spinge il suo bacino contro il mio togliendomi il fiato.

"Tra 5 minuti lo sentirai meglio." le tolgo in fretta la canottiera lasciandola coperta solo degli slip.
"Mi piace come idea." sorride maliziosa e si alza per sfilarmi i boxer. Le sfilo gli slip e la riporto su di me baciandola, questa volta in modo decisamente più umido e caldo.
"Sei molto di più di quello che potevo desiderare dalla vita." le divoro le labbra in un bacio, stringendole i fianchi tra le dita. "Metti le ginocchia sul letto." la percorro le cosce nude con le mani fino a raggiungerle il sedere che stringo forte. "Penso che un giorno farò costruire un tempio per venerare il tuo culo."
"Eppure sei scemo." mi ride sulle labbra e non c'è cosa più bella.
"Che bella idea che ho avuto."
"E in questo tempio ci possono venire tutti?" si stacca dalla mia bocca e mi guarda furba.
"No. Posso venerarlo solo io questo culo." le lascio una sculacciata.
"Ahi." mugola ma non le do ascolto ed unisco di nuovo le nostre labbra. Mi è mancato tantissimo baciarla, stringerla, amarla, venerarla... vezzeggiarla. Mi è mancato tutto di lei, anche quello che odio. Gemo nella sua bocca quando sento la sua mano stringersi intorno alla mia erezione e massaggiarla lentamente. Tremo tra le sue braccia senza smettere di baciarle il collo.
"La Vitto?" le sfioro il morso che ha sul seno, vicino al capezzolo.
"Si..."
"Basta..." sibilo e le accarezzo l'inguine con la punta delle dita. "Basta con i giochetti amore." le mordicchio le labbra mentre inserisco due dita in lei. "Tirati su." sfilo le dita e mi spingo in lei.
"Cazzo..." si morde le labbra e chiude gli occhi gettando indietro la testa mentre accoglie le mie spinte secche e veloci. Le infilo una mano tra i capelli tenendole la testa piegata indietro, le striscio i denti sul collo e l'altra mano impegnata a stringerle un po' il sedere e un po' i fianchi. Intensifico le spinte fino a che entrambi non raggiungiamo l'orgasmo e poi rimaniamo così, l'una sull'altro, nudi e sudati a scambiarci i battici accelerati.
"Mi manchi sempre tantissimo quando non ci sei." sibila e mi lascia un bacio sul petto dove se ne sta accoccolata.
"Anche tu mi manchi sempre tantissimo piccola mia." sospiro estasiato e la circondo con le braccia stringendomela forte addosso.
"Mi manchi così tanto che da sola ho così tanta paura di non riuscire ad occuparmi di Vittoria e non dormo. Ho paura che le succeda qualcosa al punto che non riesco ad addormentarmi fino a che non crollo esausta, e comunque mi sveglio in pieno panico per poi rendermi conto che Vittoria sta bene, ma io no. Quindi forse hai ragione, anche se mi costa ammetterlo non riesco a farcela da sola." mormora ed io mi sento impotente. Non mi sono reso conto di quello che succedeva a mia moglie.
"Lo affronteremo insieme Rebecca. E ci riusciremo."
"Come puoi esserne così sicuro?" alza la testa e mi fissa negli occhi.
"Perchè abbiamo qualcuno lassù che sta dalla nostra parte. E perché lo dobbiamo a Vittoria, e ai bambini che avremo dopo di lei. Lo dobbiamo a Margherita, ma anche a noi amore."
"Bambini?" mi guarda stupita. "Quanti altri ne vuoi?!"
"Almeno altri tre!"
"Tu sei pazzo! Tanto tu fai solo la parte divertente! Sono io che ingrasso, divento una mucca da latte e partorisco!"
"Amore!" cerco di trattenere una risata invano.
"Non ridere." sbuffa una risatina e mi colpisce il petto con una pacca. "Comunque domani sera siamo a cena con mio fratello e la sua fidanzata." il tono di voce pacato mentre continua a far scorrere la punta delle dita dal petto al collo e a ritroso.
"Mh? Quella per cui ho dovuto fingere di non conoscere Luca al concerto?"
"Si. Ma adesso lo sa il bell'acchiappo che ho fatto."
"Cioè?"
"Le ho detto come ha fatto mio fratello ad ottenere i biglietti in prima fila al vostro concerto."
"Mh. Ti sei approfittata del mio lavoro!" la prendo in giro piazzandole le mani sui fianchi che solletico leggermente.
"Mi piace approfittarmi di te." si sistema meglio sul mio corpo e fa scontrare le nostre bocche con le mani posate sulle mie guance.
"Ferma piccola." controvoglia la sposto. "Dobbiamo dormire, o domani mattina saremo due zombi."
"Si." sbuffa. "Non ho voglia di muovermi." si lamenta.
"E allora dormi così. Che c'è di meglio di averti a dormire tra le mie braccia?" le bacio i capelli ed insieme ci addormentiamo, cullati anche dal respiro regolare di nostra figlia che dorme serena.

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