"Che palle! Andatevene!" Elisa sbuffa e ci guarda male mentre io e mio marito sbaciucchiamo le guanciotte di nostra figlia che ride estasiata. "Sapremo sopravvivere a due bambini! E ora fuori dalle palle! Vitto saluta mamma e papà." le muove la manina mimando un saluto e ci ritroviamo fuori dalla porta di casa nostra.
"C'ha buttati fuori..." mormora Ignazio alquanto perplesso. "Da casa nostra!" puntualizza poi.
"Già... e si è tenuta in ostaggio nostra figlia."
"Perchè oggi lasciavi che Andrea la sbaciucchiasse?!" mi guarda male.
"Amore... Andrea ha 13 mesi..."
"Si ma la Vitto..."
"La Vitto niente... lo sai che è coccolona."
"Andiamo che è meglio." sbuffa, intreccia le nostre dita e ci guida verso la sua auto.
"È un po' freddino stasera." rabbrividisco e mi sfrego le cosce con.
"Ci credo amore, sei mezza nuda." mi lancia un'occhiata.
"Non sono mezza nuda."
"Nono, infatti." mi sfiora la parte alta della coscia sinistra coperta solo dalle calze nere semitrasparenti prendendomi in giro.
"Però ti piaccio vestita così." sorrido leggermente. Ho messo uno dei suoi vestiti preferiti, nero, semplice ma attillato e corto che mi lascia scoperta la schiena.
"Mi piaci sempre ma si, con questo vestito impazzisco, e tu lo sai." spinge la mano più in alto, verso la mia intimità mentre guida verso un ristorante ignoto.
"Stai fermo..."
"Non sto facendo niente." mi prende in giro e continua a far salire la mano.
"Dove andiamo a cena? Non me l'hai voluto dire." cerco di distogliere la sua attenzione dal mio corpo.
"Scimmietta se non te l'ho detto fino ad ora un motivo c'è." mi da uno schiaffetto leggero sulla coscia e poi incrocia le nostre dita. "Siamo arrivati amore." parcheggia e mi ritrovo di fronte ad uno dei ristoranti più eleganti di Bologna.
"Fai le cose sul serio..." prendo la borsa, me la sistemo sulla spalla e scendo dall'auto. Per la mano ci avviamo verso l'entrata.
"Con te? Sempre."
"Io sarei stata felice anche con un panino con la porchetta."
"Lo so. Ma so anche che nonostante tu non lo ammetta questi ristoranti ti piacciono. L'atmosfera romantica, io e te da soli. Lo vedo il sorriso negli occhi, anche quando vuoi costringerti a non farlo. Percepisco la tranquillità di sapere che qua dentro non ci attendono fotografi pronti a sbatterci sulla testata giornalistica di qualche squallido giornale."
"Stai cominciando a spaventarmi..." incrocio le nostre dita e lo guardo in faccia.
"Per cosa?" aggrotta la fronte esprimendo tutta la sua confusione.
"Io sono sempre stata una persona che non si faceva comprendere dagli altri, ho sempre tenuto tutto per me. E mi rendo conto che più andiamo avanti più sai cosa mi succede nella testa e nel cuore. Anche se spesso lo nego, a me stessa e a te, mi conosci come nessun altro."
"C'ho messo 8 anni a capire come capirti... non ho intenzione di abbandonare quello che ho conquistato faticosamente." mi dice con un sorrisetto.
"Non esagerare... faticosamente..." borbotto ma l'occhiata che mi rivolge mi fa ritornare sui miei passi. "Okay, forse un po' faticosamente si."
"Ecco." sorride compiaciuto e mi stringe a se circondandomi i fianchi con un braccio.
"Però ammettilo, con me non ti annoi mai."
"Non mi annoio mai perché stare con te e con nostra figlia mi aggiusta tutti i casini. È assurdo, ma perdere una figlia e vederti stringerla mi ha distrutto, nello stesso modo vederti mettere al mondo Vittoria mi ha fatto rinascere." cammina verso la porta del ristorante.
"Siete tutto quello che ho."
"E ti bastiamo?" si ferma e mi fissa occhi negli occhi.
"Per ora si." sorrido.
"Che vuol dire per ora?" mi guarda con un lampo di terrore negli occhi.
"Che Dio mi fulmini per quello che sto per dire..." sospiro e mi metto di fronte a lui. "Ma credo di volere altri figli. In futuro, molto in futuro." ammetto abbassando gli occhi sulle nostre mani unite.
"Vuoi altri figli?" mi alza il viso e mi guarda sorridendomi.
"Sono una cretina vero?"
"No, li voglio anche io. Non ero sicuro di volerne ancora dopo Margherita ma la Vitto mi ha ridato la voglia di vedere la casa piena di bambini, di vederti incinta e di condividere tutto quello che ho con te. E mi dispiace di come ho gestito le cose in questi giorni. Avrei potuto e dovuto parlarti subito, invece ho lasciato perdere e poi mi sono innervosito."
"Abbiamo sbagliato entrambi, io in alcune cose e tu in altre, ma adesso siamo qui. Giusto?"
"Giusto scimmietta." mi stringe le guance tra le dita e mi stampa un bacio sulle labbra dipinte di rosso. "Andiamo." mi riprende per mano e in una manciata di minuti siamo seduti ad un tavolo leggermente appartato del ristorante. Mangiamo in tranquillità senza la frenesia che ci caratterizza negli ultimi anni, dovuta un po' alle cose di tutti i giorni e un po' per negare ai pensieri negativi di prendere il controllo di noi stessi.

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Come te nessuno mai
Fanfiction-Continuo di "L'amore non basta (quasi) mai", necessaria la lettura per comprenderne a pieno le dinamiche.- Come si affrontano le paure che un tempo ci hanno bloccati quando abbiamo altre persone che dipendono da noi in tutto e per tutto? E l'amore...