"Io odio la pioggia"
Louis mi circondava il busto con le sue braccia. Il respiro sul mio collo, i capelli leggeri a sfiorarmi il viso. Istintivamente sorrisi e afferrai una delle mani che delicatamente si incrociavano sul mio ombelico.
"Già. Anch'io"
Mi girai rapida verso di lui e mi sottrassi per metà alla sua stretta.
"Perché in piedi così presto?"
"Mi mancavi"
"Di già?"
"Si"
E si riavvicinò a me, schioccandomi un rapido ma intenso bacio sulle labbra. Ricambiai quel contatto e donai ad esso tutta la mia forza.
Ci confondemmo così, in un attimo.
I corpi che a lungo si erano bramati ora erano una cosa sola. Si contorcevano, si ribellavano, si amavano. Incoscienti del passato e del futuro, ma concentrati esclusivamente su quel presente, intenzionati a vivere come se fosse l'ultimo angolo di paradiso. Felici, spensierati. Soprattutto liberi.
"Perché non ti risparmi l'università oggi?"
"No, Louis! Non un'altra volta!"
Mi allontanai scaltra e furiosa da lui. Per colpa sua avevo saltato nel giro di un mese quasi quindici lezioni. Le sue carezze mi confondevano ogni volta, ma non quel giorno. Ormai la situazione era diventata insostenibile.
Rischiavo di perdere numerosi esami di quell'anno.
"Dai, un giorno in più, un giorno in meno. Cosa cambia?"
"Tutto Louis, tutto"
Mi diressi verso la macchina per il caffè ed estrassi la mia tazza. Cercavo di non incrociare più il suo sguardo e di fare mente locale su quello che avrei dovuto fare in quella giornata. Studiare, prendere in prestito alcuni libri dalla biblioteca e chiedere a Rose gli appunti delle ultime lezioni perse. Una marea di cose in metà giornata.
"Gabrielle"
Si riavvicinò a me. L'espressione del viso mutata. Era serio, quasi preoccupato.
"Non devi andare all'università. Ho una brutta sensazione"
"Louis vaffanculo. Ora basta. Se fosse per te mi laureerei nel 2046"
Posai la tazza e mi diressi nella nostra stanza.
Mi seguì anche lì. L'ombra del suo inconfondibile corpo ad accompagnarmi ovunque.
"Hai avuto più notizie di Turner?"
"No"
Storse il naso e massaggiandosi il viso si allontanò. E questa volta stranamente desideravo rimanesse con me. In quella stanza dove l'umidità era la padrona indiscussa. A quel nome un tremolio mi scosse il cuore e i pensieri. Era passato più di un anno da quell'orribile notte eppure, gli occhi rossi e furiosi del professore non riuscivano ad abbandonare i miei ricordi.
Tutto era cambiato dopo quell'avvenimento. Tutto.
Io, Louis.
L'abbandono della cattedra di psicologia da parte del professore Turner.
Un abbandono che forse doveva essere previsto, ma che in fondo nessuno si aspettava.
Mi vestii in fretta, cercando di scacciare quegli orribili pensieri contorti.
Ritornai in cucina, Louis sedeva su di una sedia e osservava il panorama.
Triste come un'ora prima.
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Ropes (Louis Tomlinson)
Fanfiction"Io credo negli inizi che non trovano una fine. Credo negli sguardi destinati ad incrociarsi e mai più a lasciarsi. Credo nella pelle che si confonde e sente di non averne mai più abbastanza. Credo nelle affinità di cuore e di mente, nelle affinità...