Is This Happiness

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Gli occhi di entrambi tremavano ma, allo stesso tempo, brillavano, di una luce propria e nuova.

Quella distanza dolorosa ci aveva reso un tantino più speciali, un tantino più importanti. L'uno per l'altro.

Louis lasciò scivolare le sue mani nelle mie, afferrandole con sicurezza.

Le guardò stranito, quasi trattenendo il respiro.

Sembrava terribilmente stanco.

Le sue dita erano fredde e rossastre, per via dei graffi e del sangue che fuoriuscivano un po' dappertutto. Spaventata cercai di divincolarmi dalla sua presa e capovolgere la situazione. Iniziai, così, ad accarezzare io

le sue.

Lasciai spostare i polpastrelli su quei segni che ad ogni tocco parevano essere miei. Lo sentivo io il suo bruciore, le sue sofferenze, ma soprattutto, il dolore delle mie bugie.

Il mio respiro si fece più lento e più silenzioso, gli occhi si inumidirono ma no, non cacciarono nemmeno una lacrima stavolta.

Tutto quello che dovevamo dirci e sentirci era già stato esaurito.

"E' tutto passato Gabrielle, ora sto bene, davvero"

Con due dita sollevò il mio mento costringendomi a guardarlo in viso. E anche lì alcuni graffi gli contornavano le fronte e gli zigomi.

I nostri occhi chiari si rigettarono gli uni negli altri inevitabilmente. I suoi parevano essere così profondi, come d'altronde lo erano sempre stati.

In quel momento decisi che quegli occhi io non li avrei mai più abbandonati. Così mi avvicinai di nuovo al suo collo e lo abbracciai.

Ma il peso della stretta di una mano mi costrinse ad allontanarmi. Sentii un liquido freddo macchiarmi la pelle. Mi ritrassi portando il braccio al mio viso e lì capii che si trattava di sangue.

Ero sul punto di urlare quando Vanessa si avvicinò in ginocchio sempre di più alle nostre figure. Il viso era rosso e le sue orbite parevano ospitare l'inferno. Congiungendo le mani si aggrappò ad un lembo del pantalone di Louis.

"Caden sta male, Louis! Non respira bene!"

Le urlò lei, quasi a squarciarsi la gola e il cielo.

Ma Louis si limitò a guardare lei e il corpo che, inerme, chiedeva pietà poco più in là.

La sua espressione era incurante e infastidita.

Ritornò poi su di me con il labbro pesantemente stretto tra i denti.

Spostai i miei occhi su Vanessa che, una volta ottenuta la mia attenzione, si mosse verso di me.

"Gabrielle, ti prego, almeno tu, aiutami"

Alzai istintivamente il viso verso Louis, alla ricerca di una parola di consiglio, ma lui era ancora lì, con quella faccia che da disgustata era diventata inespressiva e morta.

Mi avvicinai al suo braccio e lo sfiorai.

"Dobbiamo aiutarli"

Gli sussurrai poco distante dai suoi occhi.

Il viso gli si spostò verso destra, quasi volesse evitarmi.

Indietreggiai sbalordita, mentre Vanessa - a quella reazione - riprese a piangere più forte di prima e a sbraitare sul corpo morente.

Decisi di fregarmene di Louis; dopotutto quello che ci era davanti era un essere umano.

E con un gesto della mano invitai Alexandra a starmi affianco. Lei si sbrigò, portandosi le maniche della giacca in alto.

Ropes (Louis Tomlinson)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora