L'intera casa era nella penombra.
A riempirla un odore di fiori misto a fragranze profumate.
Non sembrava la casa di gente triste o trascurata, ma di gente ricca, quali erano i genitori di Vanessa.
Lentamente ci muovemmo verso il grande salone.
"Sedetevi pure"
La ragazza ci guardò per un attimo negli occhi prima di accennarci con una mano a prendere posto su di una grosso divano rosso.
Alexandra ed io ci mettemmo a nostro agio, non distogliendo per un attimo l'attenzione dalla figura di Vanessa che lenta si muoveva verso la poltrona di fronte.
"Allora, Gabrielle, come stai? Come sta Louis?"
Sul viso le aleggiò uno strano sorriso confidente e compiaciuto.
Incrociò le dita sulle ginocchia e si sporse verso di me, attenta alla mia risposta.
Il mio petto a quella domanda iniziò a bruciare, preso da un puro terrore e un accenno di odio.
Nello sguardo di lei vedevo solo una quantità immonda di bugie e speravo con tutto il cuore, per il suo bene, che non c'entrasse niente con la storia di Louis.
Mi ritrassi di un po' sul divano, alla ricerca di una posizione più comoda.
Continuai a guardarla, sempre più severa e concentrata.
Il prolungato silenzio che si era creato la stava evidentemente spaventando e così decisi di abbandonare il suo stupido sorriso, sostituendolo con un' espressione distratta.
Attaccò, improvvisamente, con un accenno di tosse.
"Scusatemi"
Sentenziò a bassa voce, osservando il pavimento che la sottostava.
La guardai e la guardai ancora prima di parlare.
"Louis è stato rapito ed io, io non sto per niente bene"
"Cosa?"
Sul suo viso apparve vero e proprio stupore. Si portò una mano sulla bocca e delle lacrime iniziarono a riempire i suoi occhi.
"E da chi?"
Proseguì, con la voce strozzata.
"Non lo so"
Risposi sottilmente.
"Tuo fratello forse lo sa"
"Mio fratello? Che c'entra mio fratello?"
Un rumore di passi si avvicinò alla stanza in cui eravamo e dalla sua porta d'ingresso avanzò la figura di Caden, con il volto scuro e leggermente distratto.
Si arrestò quando mi vide, mi scrutò per bene prima di proseguire ed esclamare un "ciao Gabrielle". Si avvicinò sempre di più fino a distarmi pochissimi passi e qui incontrò il mio viso, lasciando due veloci baci sulle guance.
Ricambiai, presa di sorpresa.
Quando ritornò su i suoi passi voltò a tutte le spalle, avanzando verso un piccolo tavolino dove erano sistemati numerosi bicchieri e bottiglie contenenti acque colorate.
Afferrò e un bicchiere e una bottiglia giallastra.
Versò alcune gocce nel vetro e le portò con enorme velocità giù per la gola.
Espresse, infine, un'espressione soddisfatta.
Vanessa, invece, continuava ad essere immersa nel suo apparente dolore, e trastullandosi verso il pavimento pareva in una specie di trans.
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Ropes (Louis Tomlinson)
Fanfiction"Io credo negli inizi che non trovano una fine. Credo negli sguardi destinati ad incrociarsi e mai più a lasciarsi. Credo nella pelle che si confonde e sente di non averne mai più abbastanza. Credo nelle affinità di cuore e di mente, nelle affinità...