E si allontanò, si allontanò per sempre.
Non vedemmo mai più Alex.
Non sentimmo mai più la sua voce e i suoi occhi.
Molti non se ne meravigliarono, io invece si. Mi chiedevo come fosse riuscito a volatizzarsi così velocemente, capovolgendo tutti quei principi di cui si credeva il padrone. Come non avesse trovato la grinta di affrontare noi. Noi che eravamo deboli, noi che eravamo soli, noi che barcollavamo su di un mare in tempesta. Noi che negli occhi ci guardavamo sempre, ma mai parlavamo. Io e Louis ci amavamo, tanto, immensamente, eppure allora non io non l'avevo capito fino a che punto. Io non lo identificavo con l'Amore, quello con la "A" maiuscola. Forse perché entrambi ancora così diversi. Seppur condividevamo le mani, il letto, il cuore, c'era una parte della sua anima che non riuscivo mai ad afferrare. Era una parte buia, desolata, vuota che si faceva bastare la sua oscurità. Quell'oscurità che di diventare luce non ne aveva proprio voglia. Almeno non per il momento. Almeno non per mia, nostra volontà.
"Louis, mi ami?"
Gli chiesi una sera, una delle tante.
Lui poggiava entrambi i gomiti sulla tavola, era pensieroso ma felice.
I capelli scompigliati sulla fronte e una maglia bianca fin troppo grande al corpo. All'ascolto della mia voce alzò il viso verso la mia direzione.
Io ero in piedi, lontana, vicino alla grande finestra della cucina.
Un cielo nuvoloso mi era alle spalle.
La gola mi tremava. Incrociai le braccia al petto delicatamente, mentre gli occhi mi sembravano incontrollabili.
"Certo"
Disse, senza pensarci, senza girarci attorno.
Eppure quello stato di preoccupazione in cui il mio corpo si era gettato non trovava riposo, anche con quella parola che più diretta non poteva essere.
"Perché ne sei così sicuro?"
Spalancò gli occhi, deglutì e si mise in piedi. Portò le mani nelle tasche per poi passarsele sui capelli.
"Lo so e basta, Gabrielle. Perché queste domande piuttosto?"
Rivolsi la mia attenzione alla finestra.
Non lo sapevo neanche io, sentivo solo il bisogno di farle, anzi, il dovere di farle. Ma mai lo avrei ammesso a Louis, non mi avrebbe capita, ne ero sicura.
Louis notò la mia ansia, un sensazione di inadeguatezza che mi stava divorando in un lasso di tempo tanto breve quanto intenso.
E si avvicinò sempre di più a me. Mi abbracciò da dietro.
"Cos'hai?"
"Nulla"
Si allontanò da me, quasi disgustato dalla mia risposta.
Tremavano gli occhi anche a lui, e forse anche il cuore.
"Gabrielle, perché?"
"Cosa?"
Risposi immediatamente, quasi devastata da quella sua domanda che a parer mio voleva scoprire fin troppi "perché".
"Perché non mi parli?"
"Io ti parlo"
"No, non come dovresti"
"Che intendi?"
Avanzò di qualche passo e poggiò una mano sul mio petto.
Il respiro mi si bloccò. Le sue iridi, che con il tempo buio erano diventate grigie, mi trapassarono e inghiottirono una parte di me. Volevo allontanarmi da lui, ma la posizione in cui mi aveva stretta me lo impediva.
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Ropes (Louis Tomlinson)
أدب الهواة"Io credo negli inizi che non trovano una fine. Credo negli sguardi destinati ad incrociarsi e mai più a lasciarsi. Credo nella pelle che si confonde e sente di non averne mai più abbastanza. Credo nelle affinità di cuore e di mente, nelle affinità...